Friday, June 16, 2023

Maria Valtorta - Notebook - August 12, 1943

 


Maria Valtorta

 

Maria Valtorta - Notebook - August 12, 1943:

Jesus tells Maria Valtorta the parable of the pearl.

 

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Jesus says: “When human nature knows how to remember its origin so much as to know how to live in the supernatural, it becomes higher than angelic nature and is a reason for admiration to the angels. When does this happen? When a creature lives engulfed in my Will, completely abandoned to Me, not living, not loving, acting only for Me and with Me. Then she raises her flesh to a degree not granted to angels, who don’t know the anxieties of the flesh. and they don’t have the merit of taming them. Then when the creature crucifies herself for love of the crucified Master, then she becomes a reason for admiration for the angelic hosts, which cannot suffer for love of me and crucify themselves like Jesus, Redeemer of the world and Son of the Eternal. Around my Cross, as already around my cradle, there were hosts of adoring angels, because cradle and cross were the alpha and omega of my mission as Redeemer.

 

But even around the little crucifixes who silently sacrifice themselves by the law of perfect love, there are hosts of angelic spirits, because they see Me in you who die for Me. So let me do it. Do it all the way. Soon I will be your father, mother, as well as brother and husband. You will no longer have Me but in a little while. Come, the blow is hard, but be warned and be generous. Let me do it. I don't do anything that doesn't have a love theme. Be like a lamb recently born in my hands as a good shepherd. If your Shepherd makes you eat this bitter herb, this too, it’s because he wants to give you a more beautiful place in his Heart. And don't be afraid. I will help you. I always help you, you see. I need your pain. Of absolute, complete, deep pain. You don't know what value it will have in my hands. When you find out, you will say that I valued your suffering a thousand percent and you will thank me for it. However, I thank you from now on with trust and love. In the chorus of voices that rise from the Earth to Heaven there are no voices that give thanks. It’s a silent note, and that is very bad. It’s a great demerit for the lineage of Adam who, loved and benefited in a supreme way by the Triune God, cannot thank. But if this is forgiven to the illiterates of Love, those whom Love itself instructs are not allowed not to do it.

 

When a little child makes a mistake or a poor ignoramus makes it, we pity him. Not so when an adult and a cultured man makes the same mistake. You’re educated by the Master and you must not miss the teaching of the Master. I raised you with my love as you raise a child with milk. Be faithful to Love in all, all, all things”.

 

August 12, evening Jesus says: “My soul, listen to the parable of the pearl. A grain of sand moved by the waves of the sea is swallowed up by the shellfish's valves. A crude and despicable pebble, a tiny fragment of rock, a splinter of pumice, all things that don’t deserve a man's gaze. That grain of sand swallowed up in this way certainly regrets, in the first half, the boundless prairies of the sea where it rolled free under the push of the currents and where it saw so many beautiful things, created by my Father. But after sometime around the gray and rough speck a white film forms, more and more beautiful, firmer, more regular. And the pebble no longer regrets the wild freedom of before, but blesses the moment in which it was precipitated, by a will superior to its intention, among the shells of that mollusk. If the speck could speak he would say: “Blessed be that moment when I lost my freedom! Blessed be the strength that freedom has taken from me and made me, poor and ugly, a precious daisy!”.

 

The soul is a pebble of its rough nature. It bears the mark of divine creation, but has become so badly wrought by rolling downwards that it has become increasingly rough and increasingly grey. Grace, like a celestial current, pushes her through the boundless spaces of the universe, towards the Heart of God which is open to receive his creatures. He is with an open Heart, your God, desiring you, poor creatures. But often you resist the currents of grace and the invitation of God who wishes to enclose you in his Heart. You think you are happier, freer, more masters of yourself by staying outside. No, my poor children. Happiness, freedom, mastery are inside the Heart of God. Outside there is the trap of the flesh, the trap of the world, the trap of Satan. You think you are free, but you are bound as slaves to the oar. You think you are happy, but worries alone are already unhappiness. And then there is everything else. You think you are masters, but you are servants of all, servants of yourselves in the lower part, and you don’t get joy even if you work to give yourself joy. I give joy because I give Peace, because I give continence, because I give resignation, patience, every virtue...

 


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Maria Valtorta

 

Maria Valtorta – Quaderno - 12 agosto 1943:

Gesù racconta a Maria Valtorta la parabola della perla.

 

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Dice Gesù: “Quando la natura umana sa tanto ricordarsi la sua origine da saper vivere nel soprannaturale, diviene più alta di quella angelica ed è agli angeli ragione di ammirazione. Quando avviene questo? Quando una creatura vive inabissata nella mia Volontà, interamente abbandonata a Me, non vivendo, non amando, non agendo che per Me e con Me. Allora eleva la sua carne a un grado non concesso agli angeli, i quali non conoscono le ansie della carne e non hanno il merito di domarle. Quando poi la creatura crocifigge se stessa per amore del Maestro crocifisso, allora diviene ragione di ammirazione alle schiere angeliche, le quali non possono soffrire per amor mio e crocifiggere se stesse come Gesù, Redentore del mondo e Figlio dell’Eterno. Intorno alla mia Croce, come già intorno alla mia cuna, erano schiere di angeli adoranti, perché cuna e croce erano l’alfa e l’omega della mia missione di Redentore.

 

Ma anche intorno ai piccoli crocifissi che si immolano silenziosamente per legge di perfetto amore, sono le schiere degli spiriti angelici, perché vedono Me in voi che per Me morite. Lasciami dunque fare. Fare fino in fondo. Fra poco Io ti sarò padre, madre, oltreché fratello e sposo. Non avrai più che Me fra poco. Vieni, il colpo è duro, ma siine avvertita e sii generosa. Lasciami fare. Non faccio nulla che non abbia sigla d’amore. Sii come un agnello da poco nato fra le mie mani di pastore buono. Se il tuo Pastore ti fa mangiare quest’erba amara, anche questa, è perché ti vuol dare un posto più bello nel suo Cuore. E non aver paura. Io ti aiuterò. Ti aiuto sempre, lo vedi. Ho bisogno del tuo dolore. Del dolore assoluto, completo, profondo. Tu non sai che valore avrà nelle mie Mani. Quando lo saprai, dirai che ho valorizzato al mille per cento il tuo soffrire e me ne ringrazierai. Ringràziamene però sin da ora con fiducia e con amore. Nel coro delle voci che salgono dalla Terra al Cielo mancano le voci che ringraziano. È una nota muta, e ciò è molto male. È un grande demerito per la stirpe di Adamo che, amata e beneficata in suprema maniera dal Dio Uno e Trino, non sa ringraziare. Ma se ciò sarà perdonato agli analfabeti dell’Amore, a coloro che l’Amore stesso istruisce non viene concesso di non farlo.

 

Quando un piccolo bimbo commette un errore o lo commette un povero ignorante, lo si compatisce. Non così quando lo stesso errore lo fa un adulto e un colto. Tu sei educata dal Maestro e non devi mancare all’insegnamento del Maestro. Ti ho cresciuta col mio amore come si cresce un pargolo col latte. Sii fedele all’Amore in tutte, tutte, tutte le cose”.

 

12 agosto, sera Dice Gesù: “Anima mia, ascolta la parabola della perla. Un granello di arena mosso dalle onde del mare viene inghiottito dalle valve del mollusco. Un sassolino greggio e spregevole, un frammento minuscolo di roccia, una scheggia di pomice, tutte cose che non meritano lo sguardo di un uomo. Quel granello di rena inghiottito così rimpiange certo, nel primo tempo, le sconfinate praterie del mare dove rotolava libero sotto la spinta delle correnti e dove vedeva tante cose belle, create dal Padre mio. Ma dopo qualche tempo intorno al grigio e ruvido granellino si fa una pellicola bianca, sempre più bella, più soda, più regolare. E il sassolino non rimpiange più la libertà selvaggia di prima, ma benedice il momento in cui fu precipitato, da un volere superiore alla sua intenzione, fra le valve di quel mollusco. Se il granellino potesse parlare direbbe: “Sia benedetto quel momento in cui ho perduto la libertà! Sia benedetta la forza che la libertà mi ha levato e di me, povero e brutto, ha fatto una preziosa margherita!”.

 

L’anima è un sassolino di sua natura grezzo. Porta il segno della creazione divina, ma si è così mal ridotto, rotolandosi in basso, che è divenuto sempre più scabro e sempre più grigio. La grazia, come una corrente celeste, lo sospinge per gli sconfinati spazi dell’universo, verso il Cuore di Dio che sta aperto per ricevere le sue creature. Sta col Cuore aperto, il vostro Dio, desiderando voi, povere creature. Ma sovente voi resistete alle correnti della grazia e all’invito di Dio che desidera chiudervi nel suo Cuore. Credete d’esser più felici, più liberi, più padroni di voi stessi rimanendo fuori. No, poveri figli miei. Felicità, libertà, padronanza sono dentro al Cuore di Dio. Fuori c’è l’insidia della carne, l’insidia del mondo, l’insidia di Satana. Credete essere liberi, ma siete legati come schiavi al remo. Credete di esser felici, ma le sollecitudini, esse sole, sono già infelicità. E poi c’è tutto il resto. Credete d’esser padroni, ma siete servi di tutti, servi di voi stessi nella parte inferiore, e non ve ne viene gioia anche se lavorate per darvi gioia. Io do la gioia perché do la Pace, perché do la continenza, perché do la rassegnazione, la pazienza, ogni virtù...

 


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