Maria Valtorta
Maria Valtorta - Notebook - August 12,
1943:
Jesus tells Maria Valtorta the
parable of the pearl.
Jesus says: “When human
nature knows how to remember its origin
so much as to know how to live in the supernatural,
it becomes higher than angelic
nature and is a reason for admiration to the angels. When does this happen?
When a creature lives engulfed in my
Will, completely abandoned to Me, not living, not loving, acting only
for Me and with Me. Then she raises her flesh to a degree not granted to
angels, who don’t know the anxieties of the flesh. and they don’t have the
merit of taming them. Then when the creature crucifies herself for love
of the crucified Master, then she
becomes a reason for admiration for the angelic hosts, which cannot suffer for love of me and crucify themselves like Jesus, Redeemer of the world and Son
of the Eternal. Around my Cross,
as already around my cradle, there were hosts of adoring angels, because cradle and cross were the alpha and omega of my mission as Redeemer.
But even around the little crucifixes who silently sacrifice themselves by the law of
perfect love, there are hosts of
angelic spirits, because they see Me
in you who die for Me. So let me do
it. Do it all the way. Soon I will be your father, mother, as well as brother
and husband. You will no longer have Me but in a little while. Come, the blow
is hard, but be warned and be generous. Let me do it. I don't do anything that
doesn't have a love theme. Be like a
lamb recently born in my hands as a good shepherd. If your Shepherd makes you eat this bitter herb, this too, it’s because he
wants to give you a more beautiful place in his Heart. And don't be afraid. I will help you. I
always help you, you see. I need your pain.
Of absolute, complete, deep pain. You don't know what value it will have in my
hands. When you find out, you will say that I valued your suffering a thousand
percent and you will thank me for it. However, I thank you from now on with
trust and love. In the chorus of voices that rise from the Earth to Heaven
there are no voices that give thanks.
It’s a silent note, and that is very bad. It’s a great demerit for the lineage
of Adam who, loved and benefited in a supreme way by the Triune God, cannot thank. But if this is forgiven to the
illiterates of Love, those whom Love
itself instructs are not allowed not to do it.
When a little child makes a
mistake or a poor ignoramus makes it, we pity him. Not so when an adult and a
cultured man makes the same mistake. You’re educated by the Master and you must not miss the
teaching of the Master. I raised you with my love as you raise a child with milk. Be faithful to Love in all, all, all things”.
August 12, evening Jesus says: “My soul, listen to the parable
of the pearl. A grain of sand moved by the waves of the sea is swallowed up
by the shellfish's valves. A crude and despicable pebble, a tiny fragment of
rock, a splinter of pumice, all things that don’t deserve a man's gaze. That
grain of sand swallowed up in this way certainly regrets, in the first half,
the boundless prairies of the sea where it rolled free under the push of the
currents and where it saw so many beautiful things, created by my Father. But after sometime around the
gray and rough speck a white film forms,
more and more beautiful, firmer,
more regular. And the pebble no longer regrets the wild freedom of before, but blesses the moment in which it was
precipitated, by a will superior to
its intention, among the shells of that mollusk. If the speck could speak he
would say: “Blessed be that moment
when I lost my freedom! Blessed be the strength that freedom has taken from me
and made me, poor and ugly, a precious daisy!”.
The soul is a pebble of its rough nature. It bears the mark of divine
creation, but has become so badly wrought by rolling downwards that it has
become increasingly rough and increasingly grey. Grace, like a celestial
current, pushes her through the boundless spaces of the universe, towards
the Heart of God which is open to
receive his creatures. He is with an open
Heart, your God, desiring you,
poor creatures. But often you resist the currents of grace and the invitation
of God who wishes to enclose you in his Heart. You think you are happier,
freer, more masters of yourself by staying outside. No, my poor children. Happiness, freedom, mastery are inside the Heart of God. Outside there is the trap of the flesh, the trap of
the world, the trap of Satan. You think you are free, but you are bound as
slaves to the oar. You think you are happy, but worries alone are already
unhappiness. And then there is everything else. You think you are masters, but
you are servants of all, servants of
yourselves in the lower part, and you don’t get joy even if you work to give
yourself joy. I give joy because I give Peace, because I give continence, because I give resignation, patience, every virtue...
---------------------------------
Maria Valtorta
Maria Valtorta – Quaderno - 12 agosto 1943:
Gesù racconta a Maria Valtorta la parabola della perla.
Dice Gesù: “Quando
la natura umana sa tanto ricordarsi la sua origine da saper vivere nel
soprannaturale, diviene più alta di quella angelica
ed è agli angeli ragione di ammirazione. Quando avviene questo? Quando una
creatura vive inabissata nella mia Volontà, interamente abbandonata a Me, non vivendo, non amando, non agendo che per Me e con Me. Allora eleva la sua carne a
un grado non concesso agli angeli, i quali non conoscono le ansie della carne e
non hanno il merito di domarle. Quando poi la creatura crocifigge se stessa per amore
del Maestro crocifisso, allora diviene ragione di ammirazione alle schiere
angeliche, le quali non possono soffrire per amor mio e crocifiggere se stesse
come Gesù, Redentore del mondo e Figlio
dell’Eterno. Intorno alla mia Croce,
come già intorno alla mia cuna, erano schiere di angeli adoranti, perché cuna e croce erano l’alfa e l’omega della mia missione di Redentore.
Ma anche intorno ai piccoli crocifissi che si immolano silenziosamente per legge di
perfetto amore, sono le schiere degli
spiriti angelici, perché vedono Me
in voi che per Me morite. Lasciami dunque fare. Fare fino in fondo. Fra poco Io
ti sarò padre, madre, oltreché fratello e sposo. Non avrai più che Me fra poco.
Vieni, il colpo è duro, ma siine avvertita e sii generosa. Lasciami fare. Non
faccio nulla che non abbia sigla d’amore.
Sii come un agnello da poco nato fra le mie mani di pastore buono. Se il tuo
Pastore ti fa mangiare quest’erba amara, anche questa, è perché ti vuol dare un
posto più bello nel suo Cuore. E non aver paura. Io ti aiuterò. Ti aiuto
sempre, lo vedi. Ho bisogno del tuo dolore.
Del dolore assoluto, completo, profondo. Tu non sai che valore avrà nelle mie Mani. Quando lo saprai, dirai che
ho valorizzato al mille per cento il tuo soffrire e me ne ringrazierai. Ringràziamene però sin da ora con fiducia e con amore. Nel coro delle
voci che salgono dalla Terra al Cielo mancano le voci che ringraziano. È una nota muta, e ciò è molto male. È un grande
demerito per la stirpe di Adamo che, amata
e beneficata in suprema maniera
dal Dio Uno e Trino, non sa ringraziare. Ma se ciò sarà perdonato agli
analfabeti dell’Amore, a coloro che l’Amore stesso istruisce non viene concesso
di non farlo.
Quando un piccolo bimbo commette un errore o lo
commette un povero ignorante, lo si compatisce. Non così quando lo stesso
errore lo fa un adulto e un colto. Tu sei educata dal Maestro e non devi mancare all’insegnamento del Maestro. Ti ho
cresciuta col mio amore come si
cresce un pargolo col latte. Sii fedele all’Amore in tutte, tutte, tutte le
cose”.
12 agosto, sera Dice Gesù: “Anima mia, ascolta la parabola
della perla. Un granello di arena mosso dalle onde del mare viene
inghiottito dalle valve del mollusco. Un sassolino greggio e spregevole, un
frammento minuscolo di roccia, una scheggia di pomice, tutte cose che non
meritano lo sguardo di un uomo. Quel granello di rena inghiottito così
rimpiange certo, nel primo tempo, le sconfinate praterie del mare dove rotolava
libero sotto la spinta delle correnti e dove vedeva tante cose belle, create
dal Padre mio. Ma dopo qualche tempo
intorno al grigio e ruvido granellino si fa una pellicola bianca, sempre più bella, più soda, più regolare. E il
sassolino non rimpiange più la libertà selvaggia di prima, ma benedice il
momento in cui fu precipitato, da un volere superiore alla sua intenzione, fra
le valve di quel mollusco. Se il granellino potesse parlare direbbe: “Sia
benedetto quel momento in cui ho perduto la libertà! Sia benedetta la forza che
la libertà mi ha levato e di me, povero e brutto, ha fatto una preziosa margherita!”.
L’anima è un sassolino di sua natura grezzo.
Porta il segno della creazione divina, ma si è così mal ridotto, rotolandosi in
basso, che è divenuto sempre più scabro e sempre più grigio. La grazia, come una corrente celeste, lo
sospinge per gli sconfinati spazi dell’universo, verso il Cuore di Dio che sta aperto per ricevere le sue creature. Sta col Cuore aperto, il vostro Dio, desiderando voi, povere creature.
Ma sovente voi resistete alle correnti della grazia e all’invito di Dio che desidera chiudervi nel suo
Cuore. Credete d’esser più felici, più liberi, più padroni di voi stessi
rimanendo fuori. No, poveri figli miei. Felicità, libertà, padronanza sono
dentro al Cuore di Dio. Fuori c’è
l’insidia della carne, l’insidia del mondo, l’insidia di Satana. Credete essere
liberi, ma siete legati come schiavi al remo. Credete di esser felici, ma le
sollecitudini, esse sole, sono già infelicità. E poi c’è tutto il resto.
Credete d’esser padroni, ma siete servi
di tutti, servi di voi stessi nella parte inferiore, e non ve ne viene gioia
anche se lavorate per darvi gioia. Io do
la gioia perché do la Pace,
perché do la continenza, perché do
la rassegnazione, la pazienza, ogni virtù...
#MariaValtorta #mariavaltorta
#Gospel #Vangelo #Jesus
#Gesù #Cristiani #Christians
No comments:
Post a Comment