Maria
Valtorta – Notebooks - 2-3 October 1943:
There
are pains that want tears, and I don’t prevent what is right.
I see all the justice of your
work, oh my Jesus, but I also feel
all the torment of this new pain. How painful are certain “fiats”, my love! I think
that on your Cross you saw, at least
you saw her, your Mother, and that
in my long agony I had her so little close to me, little for just causes and
little for unjust causes, given by her way of thinking. And I will be alone, in
the hands of strangers, at the hour of death. I think that You also assisted your foster Father,
and I didn’t. Therefore it occurs to me that in this I am not similar to the Master, but I have surpassed the Master
with a moral suffering that You did not have. And I look at your Mother who knew this pain of not
assisting her father and mother... I won't even say: and she knew the pain of
not having you close to her in the last hour, because I think that You will have been with Her to render her loving ministry to lull her last sleep as she rocked your first.
But I was not cradled by my mother at the time of her birth and I will be alone
in death. Stay close to me, Jesus.
I never asked you to make
yourself heard, because I think it's nice to leave you free to do as you like,
but now I'm telling you, now I'm begging you because I can't resist my pain so devoid of comfort. Help me, Jesus! Help me to know how to suffer and not to go crazy,
because in my poor head, so full of suffering and moral pain, You know better
than me what can happen. Take her for me in your dear hands, Jesus. You promised me to be my mother, father, as well as brother
and husband. The time to be one has come. Take me, because You see what I
suffer…
Jesus says: "All I
ask is to take them into my hands, this head of yours crowned with pain and that heart
of yours pierced by pain. I never fail to keep my promises. I am with you and I
don't even say to you: "Don't cry", but rather I say to you: "Cry in my arms". There are pains
that want tears, and I don’t prevent what is right. Never. Cry and listen. The tears will dry in the warmth of my words. It is
true that you have what I didn’t have: that is, the distance from your mother. But
think, my daughter, that you are not innocent and that she is not innocent. My Mother and I were, and yet we were
united and divided in death. I tell you I said that seeing me, high on the cross, was torment upon torment for my Mama. And we were the Innocents! Your suffering and the
suffering of your mother, are not without purpose,
Mary.
Do you think that your Jesus can do something useless? Can the
suspicion arise that He, who loves you so much and loves your mother because
she too is a daughter of my Redemption,
can give pain without a holy purpose? No, Mary. Didn't you ask me to have all
the mercies for your mother's soul? Now know that her
suffering on Earth, in this long illness, is to diminish her atonement there, know that your suffering has the
same purpose. I know this crushes
you. But if the olive were not crushed, could it produce the oil that
nourishes, heals and consecrates? I
said to Lazarus' sister: "Whoever
believes in Me will never die". Not everyone comes to have that faith in Me necessary to have prompt
resurrection in the glory of my Paradise.
I need there to be those who believe, not once but seven times who believe, for
those who believe lukewarmly, to
give the lukewarm a final glimmer of
faith, and so absolute as to make them appear in my presence clothed in
this extreme glow. For the workers of the last hour I am begging for heroisms of faith and generosity
that will pay for these workers who are deprived of celestial money.
And, I have already told you,
the first of these spiritual alms must be given to those of one's own blood. She
has never said “thank you” to you on
this Earth with his mortal mouth. But she thinks of your future joy, when it
will be the immortal soul of your mother who, reuniting with you, will
say to you: "Thank you, Mary, for
the true life you gave me". It will be as if your mother were born from you, and for eternity. She leaves your heart in my hands. I wish I could have
all your poor weak, sick, wounded, painful hearts,
to strengthen them, to heal them, to console them. If men would give me their hearts! There would no longer be sin on
Earth, there would no longer be vices that make your flesh and spirit sick,
there would no longer be mutual cruelties that hurt, there would no longer be
that spasmodic pain of those who cry
alone and misunderstood.
It would be the salvation of the world if you gave your
hearts to Me. Entrust me with your
affections, your interests, your hopes,
your pains, children whom I love as Myself, just as I have taught
you. See in Me not only the Lord, but above all the Friend, the Brother, the One who loves
you with a perfect love just as his nature as God is perfect. My little disciple who suffers and listens. She
thinks your teacher suffered more than you. Let's console each other, I am
everything to you, and I keep you close to my heart".
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Maria Valtorta – Quaderni - 2-3 ottobre
1943:
Ci sono dolori che vogliono lacrime, ed
Io non impedisco ciò che è giusto.
Vedo tutta la giustizia del tuo operare, o mio Gesù, ma sento anche tutto il tormento
di questo nuovo dolore. Come sono dolorosi certi “fiat”, amore mio! Penso che Tu
sulla tua Croce vedevi, almeno la
vedevi, la tua Mamma, e che io
invece nella mia lunga agonia l’ho avuta così poco vicina, poco per cause
giuste e poco per cause ingiuste, date dal suo modo di pensare. E sarò sola, in
mano a estranei, nell’ora della morte. Penso che Tu hai pure assistito il tuo Padre putativo, ed io no. Perciò mi vien fatto di pensare che in questo
non sono simile al Maestro, ma ho
superato il Maestro con una sofferenza morale che Tu non hai avuta. E guardo a
tua Madre che ha conosciuto questo
dolore di non assistere suo padre e sua madre… Non dico neppure: e ha
conosciuto quello di non averti vicino nell’ultima ora, perché penso che Tu sarai stato con Lei a renderle l’amoroso
ministero di cullare il suo ultimo sonno come Lei ha cullato il tuo primo. Ma io non sono stata cullata dalla
mamma nell’ora della nascita e sarò sola nella morte. Stammi vicino, Gesù.
Non te l’ho mai chiesto di farti sentire, perché penso
che è bello lasciarti libero di fare come più ti piace, ma ora te lo dico, ora
te ne supplico perché non resisto al mio dolore
così privo di conforti. Aiutami, Gesù!
Aiutami a saper soffrire e a non
impazzire, perché nella mia povera testa, tanto piena di sofferenza e di dolore
morale, Tu sai meglio di me quello che può accadere. Prendimela fra le tue care
mani, Gesù. Me lo hai promesso di
essermi madre, padre, oltre che fratello e sposo. L’ora di esserlo è giunta.
Prendimi, perché Tu vedi quello che soffro…
Dice Gesù:
"Non chiedo che di prenderli fra le mie mani, questa tua testa coronata di dolore e quel tuo cuore
trapassato dal dolore. Io non vengo mai meno alle mie promesse. Sono con te e
neppure ti dico: “Non piangere”, ma ti dico anzi: “Piangi fra le mie braccia”. Ci sono dolori che vogliono lacrime, ed
Io non impedisco ciò che è giusto. Mai. Piangi
e ascolta. Le lacrime si asciugheranno al calore delle mie parole. È vero
che tu hai quello che Io non ho avuto: ossia la lontananza di tua madre. Ma
pensa, figlia mia, che tu non sei innocente e che ella non è innocente. Io e mia Madre lo eravamo, eppure fummo
uniti e divisi nella morte. Te l’ho detto che il vedermi, alto sulla croce, era
strazio su strazio per la Mamma mia.
Ed eravamo gli Innocenti! Il
soffrire tuo e il soffrire della tua mamma non sono senza scopo, Maria.
Ti pare che il tuo Gesù possa fare cosa inutile? Ti può sorgere il sospetto che Egli,
che ti ama tanto e ama la madre tua perché anche essa è una figlia della mia Redenzione, possa dare dei dolori senza
uno scopo santo? No, Maria. Non mi hai chiesto di avere
tutte le misericordie per l’anima di tua madre? Ora sappi che il suo soffrire sulla Terra, in questa
lunga malattia, è per diminuire il suo espiare di là, sappi che il tuo
soffrire ha lo stesso scopo. Lo so che questo ti stritola. Ma se l’uliva non
venisse franta, potrebbe dare l’olio che nutre, che sana e che consacra? Ho
detto alla sorella di Lazzaro: “Chi
crede in Me non morrà in eterno”. Non tutti giungono ad avere quella fede in Me necessaria per avere
sollecita risurrezione nella gloria del mio Paradiso. Ho bisogno che ci siano quelli che credono, non una ma sette volte credono, per coloro che credono tiepidamente, per dare ai tiepidi un ultimo bagliore di fede, e tanto
assoluta da farli apparire al mio cospetto rivestiti di questo estremo bagliore. Per gli operai
dell’ultima ora vado mendicando eroismi
di fede e di generosità che paghino per questi operai che sono privi di
celeste moneta.
E, te l’ho già detto, la prima di queste spirituali
elemosine va fatta a quelli del proprio sangue. Non ti ha mai detto “grazie” su questa Terra con la sua
bocca mortale. Ma pensa alla tua gioia futura, quando sarà l’anima immortale di
tua madre che ricongiungendosi a te ti dirà: “Grazie, Maria, per la vera vita che mi hai data”. Sarà come se tua
madre nascesse da te, e per l’eternità. Lascia fra le mie mani il tuo cuore.
Vorrei poterli avere tutti i vostri poveri cuori
deboli, malati, feriti, dolorosi, per fortificarli, per guarirli, per
sanarli, per consolarli. Se gli
uomini mi dessero il loro cuore! Non
vi sarebbe più il peccato sulla Terra, non vi sarebbero più i vizi che vi fanno
ammalare carne e spirito, non vi sarebbero più le crudeltà reciproche che
feriscono, non vi sarebbe più quel dolore spasmodico di chi piange solo e
incompreso.
Sarebbe la salvezza
del mondo il dare i vostri cuori a
Me. Affidatemi i vostri affetti, i vostri interessi, le vostre speranze,
i vostri dolori, figli che amo come Me stesso, così come vi ho insegnato. Vedete in Me non solo il
Signore, ma soprattutto l’Amico, il
Fratello, Colui che vi ama di un amore perfetto come è perfetta la sua
natura di Dio. Mia piccola discepola
che soffri e ascolti. Pensa che il tuo maestro ha sofferto più di te. Consoliamoci
a vicenda, io ti sono tutto e ti tengo sul cuore”.
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