Friday, September 22, 2023

Maria Valtorta – Notebooks - 2-3 October 1943

 


Maria Valtorta – Notebooks - 2-3 October 1943:

 

There are pains that want tears, and I don’t prevent what is right.

 

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I see all the justice of your work, oh my Jesus, but I also feel all the torment of this new pain. How painful are certain “fiats”, my love! I think that on your Cross you saw, at least you saw her, your Mother, and that in my long agony I had her so little close to me, little for just causes and little for unjust causes, given by her way of thinking. And I will be alone, in the hands of strangers, at the hour of death. I think that You also assisted your foster Father, and I didn’t. Therefore it occurs to me that in this I am not similar to the Master, but I have surpassed the Master with a moral suffering that You did not have. And I look at your Mother who knew this pain of not assisting her father and mother... I won't even say: and she knew the pain of not having you close to her in the last hour, because I think that You will have been with Her to render her loving ministry to lull her last sleep as she rocked your first. But I was not cradled by my mother at the time of her birth and I will be alone in death. Stay close to me, Jesus.

 

I never asked you to make yourself heard, because I think it's nice to leave you free to do as you like, but now I'm telling you, now I'm begging you because I can't resist my pain so devoid of comfort. Help me, Jesus! Help me to know how to suffer and not to go crazy, because in my poor head, so full of suffering and moral pain, You know better than me what can happen. Take her for me in your dear hands, Jesus. You promised me to be my mother, father, as well as brother and husband. The time to be one has come. Take me, because You see what I suffer…

 

Jesus says: "All I ask is to take them into my hands, this head of yours crowned with pain and that heart of yours pierced by pain. I never fail to keep my promises. I am with you and I don't even say to you: "Don't cry", but rather I say to you: "Cry in my arms". There are pains that want tears, and I don’t prevent what is right. Never. Cry and listen. The tears will dry in the warmth of my words. It is true that you have what I didn’t have: that is, the distance from your mother. But think, my daughter, that you are not innocent and that she is not innocent. My Mother and I were, and yet we were united and divided in death. I tell you I said that seeing me, high on the cross, was torment upon torment for my Mama. And we were the Innocents! Your suffering and the suffering of your mother, are not without purpose, Mary.

 

Do you think that your Jesus can do something useless? Can the suspicion arise that He, who loves you so much and loves your mother because she too is a daughter of my Redemption, can give pain without a holy purpose? No, Mary. Didn't you ask me to have all the mercies for your mother's soul? Now know that her suffering on Earth, in this long illness, is to diminish her atonement there, know that your suffering has the same purpose. I know this crushes you. But if the olive were not crushed, could it produce the oil that nourishes, heals and consecrates? I said to Lazarus' sister: "Whoever believes in Me will never die". Not everyone comes to have that faith in Me necessary to have prompt resurrection in the glory of my Paradise. I need there to be those who believe, not once but seven times who believe, for those who believe lukewarmly, to give the lukewarm a final glimmer of faith, and so absolute as to make them appear in my presence clothed in this extreme glow. For the workers of the last hour I am begging for heroisms of faith and generosity that will pay for these workers who are deprived of celestial money.

 

And, I have already told you, the first of these spiritual alms must be given to those of one's own blood. She has never said “thank you” to you on this Earth with his mortal mouth. But she thinks of your future joy, when it will be the immortal soul of your mother who, reuniting with you, will say to you: "Thank you, Mary, for the true life you gave me". It will be as if your mother were born from you, and for eternity. She leaves your heart in my hands. I wish I could have all your poor weak, sick, wounded, painful hearts, to strengthen them, to heal them, to console them. If men would give me their hearts! There would no longer be sin on Earth, there would no longer be vices that make your flesh and spirit sick, there would no longer be mutual cruelties that hurt, there would no longer be that spasmodic pain of those who cry alone and misunderstood.

 

It would be the salvation of the world if you gave your hearts to Me. Entrust me with your affections, your interests, your hopes, your pains, children whom I love as Myself, just as I have taught you. See in Me not only the Lord, but above all the Friend, the Brother, the One who loves you with a perfect love just as his nature as God is perfect. My little disciple who suffers and listens. She thinks your teacher suffered more than you. Let's console each other, I am everything to you, and I keep you close to my heart".

 


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Maria Valtorta – Quaderni - 2-3 ottobre 1943:

 

Ci sono dolori che vogliono lacrime, ed Io non impedisco ciò che è giusto.

 

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Vedo tutta la giustizia del tuo operare, o mio Gesù, ma sento anche tutto il tormento di questo nuovo dolore. Come sono dolorosi certi “fiat”, amore mio! Penso che Tu sulla tua Croce vedevi, almeno la vedevi, la tua Mamma, e che io invece nella mia lunga agonia l’ho avuta così poco vicina, poco per cause giuste e poco per cause ingiuste, date dal suo modo di pensare. E sarò sola, in mano a estranei, nell’ora della morte. Penso che Tu hai pure assistito il tuo Padre putativo, ed io no. Perciò mi vien fatto di pensare che in questo non sono simile al Maestro, ma ho superato il Maestro con una sofferenza morale che Tu non hai avuta. E guardo a tua Madre che ha conosciuto questo dolore di non assistere suo padre e sua madre… Non dico neppure: e ha conosciuto quello di non averti vicino nell’ultima ora, perché penso che Tu sarai stato con Lei a renderle l’amoroso ministero di cullare il suo ultimo sonno come Lei ha cullato il tuo primo. Ma io non sono stata cullata dalla mamma nell’ora della nascita e sarò sola nella morte. Stammi vicino, Gesù.

 

Non te l’ho mai chiesto di farti sentire, perché penso che è bello lasciarti libero di fare come più ti piace, ma ora te lo dico, ora te ne supplico perché non resisto al mio dolore così privo di conforti. Aiutami, Gesù! Aiutami a saper soffrire e a non impazzire, perché nella mia povera testa, tanto piena di sofferenza e di dolore morale, Tu sai meglio di me quello che può accadere. Prendimela fra le tue care mani, Gesù. Me lo hai promesso di essermi madre, padre, oltre che fratello e sposo. L’ora di esserlo è giunta. Prendimi, perché Tu vedi quello che soffro…

 

Dice Gesù: "Non chiedo che di prenderli fra le mie mani, questa tua testa coronata di dolore e quel tuo cuore trapassato dal dolore. Io non vengo mai meno alle mie promesse. Sono con te e neppure ti dico: “Non piangere”, ma ti dico anzi: “Piangi fra le mie braccia”. Ci sono dolori che vogliono lacrime, ed Io non impedisco ciò che è giusto. Mai. Piangi e ascolta. Le lacrime si asciugheranno al calore delle mie parole. È vero che tu hai quello che Io non ho avuto: ossia la lontananza di tua madre. Ma pensa, figlia mia, che tu non sei innocente e che ella non è innocente. Io e mia Madre lo eravamo, eppure fummo uniti e divisi nella morte. Te l’ho detto che il vedermi, alto sulla croce, era strazio su strazio per la Mamma mia. Ed eravamo gli Innocenti! Il soffrire tuo e il soffrire della tua mamma non sono senza scopo, Maria.

 

Ti pare che il tuo Gesù possa fare cosa inutile? Ti può sorgere il sospetto che Egli, che ti ama tanto e ama la madre tua perché anche essa è una figlia della mia Redenzione, possa dare dei dolori senza uno scopo santo? No, Maria. Non mi hai chiesto di avere tutte le misericordie per l’anima di tua madre? Ora sappi che il suo soffrire sulla Terra, in questa lunga malattia, è per diminuire il suo espiare di là, sappi che il tuo soffrire ha lo stesso scopo. Lo so che questo ti stritola. Ma se l’uliva non venisse franta, potrebbe dare l’olio che nutre, che sana e che consacra? Ho detto alla sorella di Lazzaro: “Chi crede in Me non morrà in eterno”. Non tutti giungono ad avere quella fede in Me necessaria per avere sollecita risurrezione nella gloria del mio Paradiso. Ho bisogno che ci siano quelli che credono, non una ma sette volte credono, per coloro che credono tiepidamente, per dare ai tiepidi un ultimo bagliore di fede, e tanto assoluta da farli apparire al mio cospetto rivestiti di questo estremo bagliore. Per gli operai dell’ultima ora vado mendicando eroismi di fede e di generosità che paghino per questi operai che sono privi di celeste moneta.

 

E, te l’ho già detto, la prima di queste spirituali elemosine va fatta a quelli del proprio sangue. Non ti ha mai detto “grazie” su questa Terra con la sua bocca mortale. Ma pensa alla tua gioia futura, quando sarà l’anima immortale di tua madre che ricongiungendosi a te ti dirà: “Grazie, Maria, per la vera vita che mi hai data”. Sarà come se tua madre nascesse da te, e per l’eternità. Lascia fra le mie mani il tuo cuore. Vorrei poterli avere tutti i vostri poveri cuori deboli, malati, feriti, dolorosi, per fortificarli, per guarirli, per sanarli, per consolarli. Se gli uomini mi dessero il loro cuore! Non vi sarebbe più il peccato sulla Terra, non vi sarebbero più i vizi che vi fanno ammalare carne e spirito, non vi sarebbero più le crudeltà reciproche che feriscono, non vi sarebbe più quel dolore spasmodico di chi piange solo e incompreso.

 

Sarebbe la salvezza del mondo il dare i vostri cuori a Me. Affidatemi i vostri affetti, i vostri interessi, le vostre speranze, i vostri dolori, figli che amo come Me stesso, così come vi ho insegnato. Vedete in Me non solo il Signore, ma soprattutto l’Amico, il Fratello, Colui che vi ama di un amore perfetto come è perfetta la sua natura di Dio. Mia piccola discepola che soffri e ascolti. Pensa che il tuo maestro ha sofferto più di te. Consoliamoci a vicenda, io ti sono tutto e ti tengo sul cuore”.

 


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