Friday, December 29, 2023

Maria Valtorta - 21 November 1943

 


Maria Valtorta - 21 November 1943:

 

You men, who regain your health after a fatal illness, think only, when you think about it, of thanking me for your recovered physical health.

 

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Jesus says: "You men, who regain your health after a deathly illness, only think, when you think about it, of thanking Me for your recovered physical health. Never reflect that I gave you that test to make you reflect that an end awaits you beyond which there is a beginning, just as the sun setting in the evening marks, after all, the beginning of the cycle through which a new dawn will come. But your dawn in the afterlife is not the beginning of a day of a few hours. It is the beginning of an eternal day. The illness wants you to reflect on this, and to this end you should turn your recovered health. To ensure that what doesn’t die is given a day of peace. If you knew how to reflect on this, how many prey hell would lose! But usually you make bad use of the health that I grant you, and of the years that I add to your existence for this purpose. In illness you become impatient, you become discouraged, you often stop praying saying: "It’s useless for me to do it. God has done it anyway. To send it to me, and why do I ask him to take it away from me?”.

 

Once healed, you don’t have a thought for the One who made you healthy. With your inconsistency and your disrespectful ingratitude, you blame God for sending you illnesses, but you don't give Him credit for taking them away from you. If you think that He gives evil, why don't you think that He must be able to give good? In fact, it's the opposite, children. Evil, whatever it may be, originates from you in 99 parts and good has a single source: God. God who inspires and enlightens those who treat you, God who lengthens your days to give the medicines time to act and increases the resistances to give the body the possibility to react, God who with instant will can make you rise healed, against all hope and beyond all other help, for his inscrutable reason.

 


But before rejoicing for the joy of being healed, you should rejoice for the possibility that God gives you to repair the mistakes that preceded the illness and work to deserve the life that doesn’t die. I work to free your soul from perdition, and with My love I erase your sins, always hoping in you. You... what are you doing? Give love for the love you receive and become “alive”. Being "alive" doesn’t mean being of this world, it means being in the Lord. It means possessing Grace and having the right to Heaven. He who breathes, eats and sleeps with a dead soul is not alive: he is an already putrefying body ready to fall, like a rotting fig on a branch, into the pit whose bottom is hell.

 

Alive is he who, even if dying in the flesh, possesses "Life", and indeed as vitality ceases here, "true Life" approaches and grows in him. Alive is he who, as he expires, already arpeggiating the eternal praises that he will sing to the Lord and, while darkness descends on his pupils, he sees more and more clearly, with the eyes of the spirit, the face of the Father. Alive is he who, healed from human illness, feels he is the redemption of his Lord and dedicates every movement of him to Him. Alive is he who knows the Truth and above all human joys and human riches wants this Joy and this Wealth: the Truth. And all his days he dedicates himself to possessing it, because the knowledge of it has put in him the holy thirst to conquer it".

 


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Maria Valtorta - 21 novembre 1943:

 

Voi uomini, che riconquistate la salute dopo malattia di morte, non pensate, quando ci pensate, che a ringraziarmi per la ricuperata sanità fisica.

 

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Dice Gesù: "Voi uomini, che riconquistate la salute dopo malattia di morte, non pensate, quando ci pensate, che a ringraziarmi per la ricuperata sanità fisica. Non riflettete mai che quella prova Io ve l’ho data per farvi riflettere che una fine vi attende oltre la quale vi è un inizio, così come il sole calando a sera segna, in fondo, che ha inizio il ciclo per cui verrà una nuova aurora. Ma la vostra aurora nell’aldilà non è inizio a giorno di poche ore. È inizio a un giorno eterno. Su questo vuole farvi riflettere la malattia e a questo fine dovreste rivolgere la ricuperata salute. A provvedere a dare a ciò che non muore un giorno di pace. Se sapeste riflettere a questo, quante prede perderebbe l’inferno! Ma di solito fate mal uso della salute che vi concedo, e degli anni che aggiungo alla vostra esistenza per questo scopo. Nella malattia vi impazientite, vi sconfortate, cessate molte volte di pregare dicendo: “È inutile che lo faccia. Tanto è stato Dio a mandarmela, e a che pro gli chiedo di togliermela?”.

 

Guariti, non avete un pensiero per Colui che vi ha reso la sanità. Con la vostra incongruenza e con la vostra ingratitudine irrispettosa, fate a Dio colpa di mandarvi le malattie, ma non gli fate merito di levarvele. Se pensate che Egli dà il male, perché non pensate che deve potere dare il bene? È anzi il contrario, figli. Il male, quale che sia, ha per 99 parti origine da voi stessi e il bene ha un’unica fonte: Dio. Dio che ispira e illumina chi vi cura, Dio che vi allunga le giornate per dare tempo ai medicamenti di agire e aumenta le resistenze per dare al corpo la possibilità di reagire, Dio che con volontà istantanea vi può far sorgere risanati, contro ogni speranza e fuori da ogni altro aiuto, per un suo imperscrutabile motivo.

 


Ma prima di giubilare per la gioia d’esser guariti, dovreste giubilare per la possibilità che Dio vi concede di riparare agli errori antecedenti alla malattia e lavorare per meritare la vita che non muore. Io opero per liberare l’anima vostra dalla perdizione, e col Mio amore cancello i vostri peccati sempre sperando in voi. Voi... che fate voi? Rendete amore per l’amore che ricevete e divenite “vivi”. Esser “vivi” non vuol dire esser di questo mondo, vuol dire essere nel Signore. Vuol dire possedere la Grazia e avere diritto al Cielo. Vivo non è chi respira, mangia e dorme con l’anima morta: costui è spoglia già putrefacente prossima a cadere, come fico infracidito sul ramo, nella fossa il cui fondo è l’inferno.

 

Vivo è chi, anche se agonizzante nella carne, possiede la “Vita”, e anzi a misura che cessa di qua la vitalità si approssima e cresce in lui la “Vita vera”. Vivo è colui che, mentre spira, già arpeggia le lodi che canterà eterne al Signore e, mentre le tenebre scendono sulle sue pupille, vede sempre più nitido, con gli occhi dello spirito, il volto del Padre. Vivo è colui che, risanato da malattia umana, si sente riscatto del suo Signore e a Lui dedica ogni suo moto. Vivo è chi conosce la Verità e sopra tutte le gioie umane e le umane ricchezze vuole questa Gioia e questa Ricchezza: la Verità. E per tutti i suoi giorni si dedica a possederla, perché la conoscenza di essa ha messo in lui la sete santa di conquistarla".

 

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