Thursday, December 21, 2023

Maria Valtorta – Notebooks - 26 June 1944

 


Maria Valtorta – Notebooks - 26 June 1944:

 

Maria Valtorta – HOME PAGE

 

The guardian angel of every creature adores the God who inhabits it, if he is in the grace of the Lord. To console me for a very painful return to sensitivity, the good Lord grants me the smile of my angel. I must have suffered a lot and cried just as much. I understand it from how I find myself broken and with eyes that were burned by tears dried between my eyelashes. I remember dozing off after having consumed my daily hour of mortal sadness and crying that only God sees. Then I don't know anything anymore. But the sore trunk, the heart and lungs that seem torn and pierced by blades, the eyes that are more clouded than ever, tell me without error that when I was no longer in control of myself, I cried without restraint and without regard for the my infinite adhesions that shake in unbridled sobs and hurt so much afterwards.

 

I asked Marta: “Did I cry?”. She told me that I cried and that I laughed. Maybe she laughed. I cried, I certainly cried a lot. Now, while I was abandoned without the strength to move and I was praying looking at my angel who is kneeling at the foot of the bed, on the right - and he seems to be praying with me and I was wondering why he is like this, and is dressed like this - I hear my invisible Master tell me: "The guardian angel of every creature adores the God who inhabits it, if he is in the Lord's grace. You are living temples in which God dwells. Guilt drives out the divine Host, but otherwise every human spirit is the tabernacle, closed in the temple of your body consecrated by the Sacraments, in which is the Father, the Son and the Holy Spirit, for the indissoluble union of the three Persons. When the creature is no longer in a state of grace, his angel, crying , venerates the work of its Creator.

 

He can no longer worship anything else. But since it is the work of his God, he venerates it just as you venerate a place, once inhabited by Me and then profaned by my enemies, but always worthy of veneration not because it contains Me, but because it has contained Me. To understand, he remembers the sacred Cenacle. This is why every angel is with the utmost respect towards his guardian. Happy is that angel who can say, to a creature: "I adore you, my Lord, closed in this creature of yours" and does not need to fly to Heaven to meet the gaze of God! The robe of yours, tell you the character of his mission to you. Give you hope. Of the three virtues, it’s the one that needs to be instilled in you the most, because your cross shreds and destroys it at every hour. And therefore it’s necessary for Me to descend from Heaven at every hour to nourish you. Faith is sure, strong like your guardian's wings. Love is alive like the mantle that adorns its shoulders.

 


But the robe is wide and shining and says to you: “Hope!”. Do you see that you are never alone? You saw it in hours of great security in your spiritual condition and of great joy. You see it now when events lead you to completely doubt your mission, and when the sadness of spiritual loneliness collapses you. You see it because it is there. Always. He is the angel of your Gethsemane. Love him as a glorious brother who loves you.”

 

My note. The angel is kneeling on the right side of the bed, at the end. She stands with his head bowed with utmost respect and with his arms clasped on his breast. In the same pose he had at the beginning of January, I believe, when I saw Heaven and the Father, the Son, the Holy Spirit, while Mary and John were next to me. The angel is the same. It's mine! How beautiful it is! The face of condensed light, with perfect lines, despite being so curved, smiles at me. His incorporeal robe seems like a clear emerald, made into a dress of light.

 

Behind him is a short cloak of light, very bright red, like a ruby pierced by a ray of sunlight. The wings are two white splendors gathered along the sides. And how adoring he is! All I can say about the “Angele Dei!” to greet him and the "Hail Marys" because I remember that in January he taught me to greet Mary, present, with that prayer of hers in his composed and venerating attitude. Maybe I should say “Gloria”. But I think it would make me understand. Mary is his Queen and by praising Mary one also praises God of whom she is Daughter, Mother and Spouse. I therefore believe that I am doing something pleasing to God and my Guardian by praying like this. But always be present to me, because I am truly at the "sadness of death" that Jesus cried about in Gethsemane...

 


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Maria Valtorta – Quaderni - 26 giugno 1944:

 

Maria Valtorta – HOME PAGE

 

L’angelo custode di ogni creatura adora nella stessa il Dio che l’abita, se è in grazia del Signore. A conforto di un ritorno penosissimo alla sensibilità, il buon Dio mi concede il sorriso del mio angelo. Devo aver sofferto moltissimo e pianto altrettanto. Lo comprendo dal come mi trovo spezzata e con gli occhi che erano bruciati dalle lacrime seccate fra le ciglia. Ricordo di essermi assopita dopo aver consumato la mia quotidiana ora di tristezza mortale e di pianto che solo Dio vede. Poi non so più nulla. Ma il tronco tutto indolenzito, il cuore e i polmoni che mi paiono lacerati e trapassati da lame, gli occhi che sono più annebbiati che mai, mi dicono senza errore che quando non ero più padrona di me, ho pianto senza ritegno e senza riguardo per le mie infinite aderenze che si scuotono nei singhiozzi sfrenati e dopo dolgono tanto.

 

Ho chiesto a Marta: “Ma io ho pianto?”. Mi ha detto che ho pianto e che ho riso. Sarà che abbia riso. Pianto, ho pianto certo e molto. Ora, mentre ero abbandonata senza forza di muovermi e pregavo guardando il mio angelo che è in ginocchio ai piedi del letto, a destra – e pare pregare con me e mi chiedevo perché sta così ed è così vestito – sento il mio invisibile Maestro dirmi: "L’angelo custode di ogni creatura adora nella stessa il Dio che l’abita, se è in grazia del Signore. Voi siete templi vivi in cui Dio abita. La colpa scaccia il divino Ospite, ma altrimenti ogni spirito d’uomo è il tabernacolo, chiuso nel tempio del vostro corpo consacrato dai sacramenti, nel quale è il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, per l’unione indissolubile delle tre Persone. Quando la creatura non è più in stato di grazia, il suo angelo, piangendo, venera l’opera del suo Creatore.

 


Non può più venerare altro. Ma poiché è opera del suo Dio, la venera così come voi venerate un luogo, un tempo abitato da Me e poi profanato da nemici miei, ma sempre degno di venerazione non perché mi contenga ma perché Mi ha contenuto. Ricorda, per capire, il sacro Cenacolo. Ecco perché ogni angelo sta con sommo rispetto presso il suo custodito. Felice quell’angelo che può dire, presso una creatura: “Ti adoro, mio Signore, chiuso in questa tua creatura” e non ha bisogno di volare al Cielo per incontrare lo sguardo di Dio! La veste del tuo, ti dica il carattere della sua missione presso te. Infonderti speranza. È, delle tre virtù, quella che più ti va infusa, perché la tua croce te la sminuzza e distrugge a ogni ora. E perciò occorre che dal Cielo a ogni ora discenda a nutrirti. La fede è sicura, forte come le ali del tuo custode. Vivo è l’amore come il manto che ne orna le spalle.

 

Ma ampia e splendente è la veste e ti dice: “Spera!”. Vedi che non sei mai sola? Lo vedevi in ore di grande sicurezza nella tua condizione spirituale e di grande gioia. Lo vedi ora in cui gli eventi ti portano a dubitare completamente della tua missione, e in cui la tristezza della solitudine spirituale ti accascia. Lo vedi perché c’è. Sempre. È l’angelo del tuo Getsemani. Amalo come un glorioso fratello che ti ama”.

 

Nota mia. L’angelo è in ginocchio al lato destro del letto, in fondo. Sta a capo chino con sommo rispetto e con le braccia congiunte sul seno. Nella stessa posa che aveva ai primi di gennaio, credo, quando vidi il Paradiso e il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo, mentre presso me erano Maria e Giovanni. L’angelo è uguale. È il mio! Com’è bello! Il volto di luce condensata, dalle linee perfette, pur stando così curvo, mi sorride. La sua incorporea veste pare uno smeraldo chiaro, fatto abito di luce.

 

Alle spalle un breve manto di un rosso chiaro, vivissimo, come di rubino trapassato da un raggio di sole. Le ali sono due bianchi splendori raccolti lungo i lati. E com’è adorante! Non faccio che dire degli “Angele Dei!” per salutarlo e delle “Ave Maria” perché mi ricordo che in gennaio mi insegnava a salutare Maria, presente, con quella preghiera in quella sua composta e venerante attitudine. Forse dovrei dire dei “Gloria”. Ma penso che me lo farebbe capire. Maria è la sua Regina e lodando Maria si loda anche Dio di cui è Figlia, Madre e Sposa. Credo perciò di fare cosa gradita a Dio e al mio Custode pregando così. Ma stammi sempre presente, perché veramente sono alla “tristezza di morte” di cui piangeva Gesù nel Getsemani…

 

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