Friday, April 19, 2024

Maria Valtorta - The parable of the Army of the ants

 


Maria Valtorta - The parable of the Army of the ants.

Gospel. 91.2-3

 

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“Look at this tribe of ants all flocking to one place. Let's follow them. And we will discover the reason for their not useless rush towards a point. Here it is. This little sister of theirs has discovered, with her tiny organs invisible to us, a great treasure under this large wild radicchio leaf. It is a piece of bread marrow, perhaps dropped by a farmer who came here to take care of her olive trees, by some traveler who stopped in this shade eating his food, or by a child playing on the flowering grass. How could she alone drag this treasure a thousand times bigger than her into the lair? And, behold, he called a sister and said to her: "Look. And run, quickly, and tell the sisters that here is food for the whole tribe, and for many days. Run before I discover this treasure a bird and call his companions and devour him”.

 

And the little ant ran, longing for the roughness of the ground, up, down the gravels and stems to the anthill and said: "Come. One of us is calling you. She has found something for all of us. But she can't bring him here alone. Come”. And all of them, even those who, already tired from so much work done all day, were resting in the tunnels of the den, ran; even those who were piling supplies in the storage cells. One, ten, one hundred, one thousand... Look... They grab with their claws, they lift like a cart with their body, and they drag with their paws pointing to the ground. This one falls... the other one, there, almost becomes crippled because the tip of the bread nails it in a bounce between its end and a stone; this one, so small, a young girl from the tribe, stops exhausted... but still, having caught her breath, she sets off again. Oh! How united they are! Look: now the piece of bread is completely embraced by them and it goes, it goes, slowly, but it goes. Let's follow him... Just a little more, little sisters, just a little more and then your effort will be rewarded. They can't take it anymore.

 


But they don't give up. They rest and then leave again... Here they reach the anthill. And now? Now to work cutting the large crumb into crumbs. Look at my work! Who cuts and who transports... That's it. Now everything is safe and, happy, they disappear into that crack, down the tunnels. They are ants. Nothing but ants. Yet they are strong because they are united. Meditate on this” Explanation. Here it is: brothers. I want you to call yourselves like this and see yourself like this. You are like one family. When does a family prosper and the world admire it? When it is united and in agreement. If one child becomes the enemy of the other, if one brother harms the other, can the prosperity of that family ever last?

 

No. In vain the father of the family tries hard to work, to smooth out difficulties, to impose himself on the world. His efforts remain unsuccessful, because the goods crumble, the difficulties increase, the world laughs at this state of perpetual quarrel which breaks hearts and substances, which united were powerful against the world, into a pile of small, small contrary interests, which the enemies of the family take advantage of to further accelerate its ruin. May it never be so with you. Be united. Love each other. Love each other to help each other. Love each other to teach how to love. Observe. Even what surrounds us teaches us this great strength”.

 


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Maria Valtorta - La parabola dell'Esercito delle formiche.

Ev. cap. 91.2-3

 

Maria Valtorta – HOME PAGE

 

“Guardate questa tribù di formiche che accorre tutta verso un luogo. Seguiamola. E scopriremo la ragione del loro non inutile accorrere verso un punto. Ecco qua. Questa loro piccola sorella ha scoperto, con i suoi organi minuscoli e a noi invisibili, un grande tesoro sotto questa larga foglia di radicchio selvatico. É un pezzo di midolla di pane, forse caduta a un contadino qui venuto a curare i suoi ulivi, a qualche viandante che ha sostato in quest'ombra mangiando il suo cibo, o a un bambino festoso sull'erba fiorita. Come poteva da sola trascinare nella tana questo tesoro mille volte più grosso di lei? Ed, ecco, ha chiamato una sorella e le ha detto: "Guarda. E corri, presto, a dire alle sorelle che qui c'è cibo per tutta la tribù e per molti giorni. Corri prima che scopra questo tesoro un uccello e chiami i suoi compagni e lo divorino".

 

E la formichina è corsa, anelante per asperità di terreno, su, giù per ghiaie e steli sino al formicaio e ha detto: "Venite. Una di noi vi chiama. Ha trovato per tutte. Ma da sola non può portarlo qui. Venite". E tutte, anche quelle che, già stanche di tanto lavoro fatto per tutto il giorno, riposavano per le gallerie della tana, sono corse; anche quelle che stavano ammucchiando le provviste nelle celle di ammasso. Una, dieci, cento, mille… Guardate… Afferrano con le branche, sollevano facendo del loro corpo carretto, strascicano puntando le zampine al suolo. Questa cade… l'altra, là, quasi si storpia perché la punta del pane la inchioda in un rimbalzo fra la sua estremità e un sasso; questa ancora, così piccina, una giovinetta della tribù, si ferma spossata… ma pure, ecco, ripreso fiato, riparte. Oh! Come sono unite! Guardate: ora il pezzo di pane è tutto abbracciato da esse e va, va, lentamente, ma va. Seguiamolo… Ancora un poco, piccole sorelle, ancora un poco e poi la vostra fatica sarà premiata. Non ne possono più.

 


 Ma non cedono. Riposano e poi ripartono… Ecco raggiunto il formicaio. E ora? Ora al lavoro per recidere in briciole la grossa mollica. Guardate che lavoro! Chi taglia e chi trasporta… Ecco finito. Ora tutto è in salvo e, felici, esse scompaiono dentro quella crepa, giù per le gallerie. Sono formiche. Null'altro che formiche. Eppure sono forti perché unite. Meditate su questo” Spiegazione. Ecco: fratelli. Voglio che tali vi chiamiate e tali vi vediate. Voi siete come una famiglia sola. Quando è che una famiglia prospera e il mondo l'ammira? Quando è unita e concorde. Se un figlio diviene nemico dell'altro, se un fratello nuoce all'altro, può mai la prosperità di quella famiglia durare?

 

No. Invano il padre di famiglia si sforza a lavorare, a spianare le difficoltà, ad imporsi al mondo. I suoi sforzi restano senza riuscita, perché i beni si sgretolano, le difficoltà aumentano, il mondo deride per questo stato di lite perpetua che spezzetta cuore e sostanze, che unite erano potenti contro il mondo, in un mucchietto di piccoli, piccoli interessi contrari, di cui si approfittano i nemici della famiglia per sempre più accelerarne la rovina. Così non sia mai di voi. Siate uniti. Amatevi. Amatevi per aiutarvi. Amatevi per insegnare ad amare. Osservate. Anche ciò che ci circonda, ci insegna questa grande forza”.

 

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