Maria
Valtorta – Notebooks - 16 December 1943:
Obedience
to God's command, whatever that command may be, is the mark of the servant of
God.
Jesus says: “The true servant of God, faced with any
pressure from human forces that would like to divert him from the ways of the Lord, responds: “Can I perhaps say or
do anything, other than what the Lord
has commanded me?”. Obedience to God's
command, whatever this command may
be, is the sign of the servant of God.
Divine needs are infinite and all
justified by a purpose of love. I will order this one to remain silent, this one to speak, this one to
isolate himself, this other to become the leader of souls. To that one I will give supernatural sight, and to that other
supernatural voice. Well: let My servants do according to My will, and they will be equal to Me in merit.
I
don't force, so that you can't deny Me to
obey. No, not even those who are soft in My hand, like flax ready to be spun, are forced by Me to obey. But the more they are “Mine” the more easy and dear is obedience for them, so that even at the
cost of their danger - since the world hates those who belong to God - and their suffering - since
the world makes blossom his hatred into suffering for My “saints” – they
remain faithful to My command.
Mouths cleansed by love and hearts,
made mirrors of God by charity, which is their life, they only
act and repeat what I suggest to them.
Blessed
followers of My Son, they copy their Master whose obedience
was infinite because it was divine,
and because He didn’t use His nature
to choose easy obedience, but savored them all and made them His, even those that are repugnant to
man, an inferior creature to God,
and that the Son God also embraced
to be an example to you. But I who don’t lie and don’t change,
swear to you that My blessing is upon these, since in their hearts
there is no idol, but only one altar is erected: Mine, from which it thunders - but for them it’s the voice of the Father which doesn’t terrify, but like
the voice of a celestial organ
enraptures the spirit with holy joy
- My Will, as sacred to them as Myself. I am with these servants of Mine. And My presence is like the victory shout of which the Book speaks, since it puts to flight all the enemies of the
spirit, and makes it a sure conqueror
of Heaven.
After having glimpsed the Face of God, benign and smiling,
through the veils of distance and of Will,
they will know "the Star born
of Jacob", My holy Son, the Righteous
One in whose pierced Hand I
placed the King's scepter , the
sacred rod that on the Day of Judgment
will mark the blessed and the cursed, and which for My servants will be as sweet
as a caress. Follow the eternal Ruler
from now on. He leads you in a sure way to the possession of
the Kingdom of God, only with obedience, of which the Man of whom the Book speaks is an example, you don’t want to do either good or evil on your own, but only what the Lord tells you”.
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Maria Valtorta – Quaderni - 16 dicembre
1943:
L’obbedienza al comando di Dio, quale
che sia questo comando, è il segno del servo di Dio.
Dice Gesù: “Il
vero servo di Dio, davanti a
qualsiasi pressione di forze umane che lo vorrebbero dirottare dalle vie del Signore, risponde: “Posso forse dire o
fare altro, di quello che il Signore
mi ha comandato?”. L’obbedienza al comando di Dio, quale
che sia questo comando, è il segno
del servo di Dio. Le esigenze divine sono infinite e tutte giustificate da un
fine d’amore. A questo imporrò di
tacere, a quello di parlare, a costui di isolarsi, a quest’altro di farsi capo
di anime. A quello darò vista soprannaturale e a quell’altro voce soprannaturale. Ebbene: facciano i
Miei servi secondo il Mio
volere e mi saranno uguali nel merito.
Io non forzo in maniera che voi non
possiate negarmi di ubbidire. No, neppure coloro che sono in Mia mano morbidi, come fiocco di lino
pronto a esser filato, sono da Me forzati
a ubbidire. Ma quanto più essi sono “Miei”
e tanto più per essi facile e cara è
l’ubbidienza, di modo che anche a
costo del loro pericolo - poiché il
mondo odia coloro che son di Dio - e il loro soffrire - poiché il mondo fa
fiorire il suo odio in sofferenza
per i Miei “santi” - essi restano fedeli
al Mio comando. Bocche mondate dall’amore
e cuori fatti specchi di Dio dalla carità,
che è la loro vita, essi non operano
e non ripetono che ciò che Io loro suggerisco.
Seguaci benedetti del Figlio Mio, essi copiano il loro Maestro la cui ubbidienza
fu infinita perché divina e perché non usò della Sua natura per scegliere le facili
ubbidienze, ma le assaporò tutte e le fece Sue,
anche quelle che ripugnano all’uomo, creatura inferiore a Dio, e che pure il Figlio
Dio abbracciò per esservi esempio.
Ma Io che non mento e non muto, vi
giuro che su costoro è la Mia benedizione, poiché nel loro cuore non vi è idolo alcuno, ma si
erige un solo altare: il Mio, dal quale tuona - ma per loro è voce di Padre che non terrorizza, ma
come voce d’organo celeste rapisce
lo spirito a gaudio santo - la Mia Volontà, sacra per loro come Me stesso. Io sono con questi miei
servi. E la Mia presenza è come lo squillo di vittoria di cui parla il Libro, poiché mette in fuga tutti i
nemici dello spirito, e fa di esso un sicuro
conquistatore del Cielo.
Dopo avere durante la vita intravisto il Volto di Dio, benigno e sorridente,
attraverso i veli delle lontananze e della Volontà,
conosceranno “la Stella nata da Giacobbe”, il Figlio Mio santo, il Giusto nella cui Mano trafitta
ho messo lo scettro di Re, la verga
sacra che nel Giorno del Giudizio
segnerà i benedetti e i maledetti e
che per i Miei servi sarà dolce come
una carezza. Seguite fin da ora il Dominatore eterno. Egli vi conduce per via
sicura al possesso del Regno di Dio
sol che con l’ubbidienza, di cui vi
è esempio l’Uomo di cui parla il Libro,
non vogliate fare di vostra testa né il bene né il male, ma unicamente ciò che vi dice il Signore”.
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