Maria Valtorta – Notebooks - May 2/3,
1944:
The naked passion of Maria Valtorta
(third part) May 2, 1944.
The Seraphic had calmed me down a little. The letter from P. Migliorini arrives, who, wanting to
demand the impossible from a being, rejects this being in full storm. I realize
that theories are the screen that
rises and hides reality, and the
union and assonance between two spirits.
He who by the goodness
of God, who gave him an organism devoid of nervous energy, impulses, etc.
etc., and who therefore easily settled into the niche of "this is how it is... and this is how it must be"; cannot possibly understand someone who
has quite different springs to his
instrument, and vibrates even at light touches. It vibrates until it breaks at
rough touches. What is enough for Tizio... is useless for Caius. Rather, it’s the cause
of greater pain, danger, excitement,
rebellion for Caius. One must not anchor oneself, Father, to the theory as
to a buoy.
We must unmoor ourselves… and
put ourselves in the same sea in which the vessel of a soul,
caught in the whirlpool of a rigor that breaks it, finds itself tossed and
dismasted. And understand what the
painful disillusionment that happens to its trusting love is for that soul,
which felt so certain of God's condescension to a petition that no one can find
illicit. Believing
by pure act of faith, is enough to
save oneself. And I hope I can continue to believe.
But, believing
by conviction of love... is a magnet that attracts to the summit of
Heaven. And how can we preserve this, when our
love is literally crumbled, tirelessly crumbled, as we reunite it...
because it’s our life and we know we will die without it, by an inexorability
that also unites the most absolute abandonment to the non-grace granted?
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Maria Valtorta – Quaderni - 2/3 maggio 1944:
La nuda passione di Maria Valtorta (terza parte) 2 maggio 1944.
Il Serafico mi aveva un poco calmata.
Arriva la lettera di P. Migliorini, il quale, per volere pretendere
l’impossibile da un essere, respinge questo essere in piena bufera. Mi avvedo
che le teorie sono lo schermo che si eleva e nasconde la realtà, e l’unione e l’assonanza fra
due spiriti.
Chi per bontà
di Dio, che gli ha dato un organismo
privo di energia nervosa, di impulsi, ecc. ecc., e che perciò si è accomodato
facilmente nella nicchia del “così è… e
così deve essere”; non può
assolutamente capire chi ha ben altre molle al suo strumento, e vibra anche
a tocchi leggeri. Vibra sino a
spezzarsi a tocchi rudi. Ciò che basta per Tizio… non serve per Caio. Anzi è
cagione di maggior dolore, pericolo,
eccitazione, ribellione per Caio. Non
bisogna ancorarsi, Padre, alla teoria
come ad una boa.
Bisogna disancorarsi e mettersi
nello stesso mare in cui la navicella
di un’anima, presa nel gorgo di un rigore che la spezza, si trova sbattuta e disalberata. E capire cosa è
per quell’anima il doloroso disinganno che succede al suo fidente amore, che si sentiva così certo della condiscendenza di Dio ad una petizione che nessuno può trovare
illecita. Credere per puro atto di fede
è sufficiente per salvarsi. E spero
di poter continuare a credere.
Ma, credere per convinzione d’amore… è
calamita che attira al vertice del Cielo.
E come conservare ciò, quando il nostro
amore viene letteralmente sbriciolato, indefessamente sbriciolato, mano a
mano che lo riuniamo… perché è la nostra vita e sappiamo di morire senza di
esso, da una inesorabilità che alla non-grazia concessa… unisce anche
l’abbandono più assoluto?
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