Thursday, November 9, 2023

Maria Valtorta: Notebooks - 14 November 1943

 


Maria Valtorta: Notebooks - 14 November 1943:

 

Jesus continues to speak to the priests.

 

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Jesus says: “When you have done your duty - I continue to speak to you priests - I authorize you to say what I taught my apostles sent on mission to Palestine to say. But remember not to get tired too soon. I repeated my doctrine for three years. I was God. After three years, one out of twelve betrayed me among those who had been saturated with Me. Countless others abandoned me in the hour of trial. Do you expect to be more attentive than Me? More powerful? More obeyed? Remember that if brothers must be forgiven seventy times seven, spiritual children - and all Catholics are children for you: everyone, without exception - must be forgiven seventy times seventy times.

 

Remember that for you the differences of humans regarding souls don’t exist. Indeed, there is a reversal of values. Man admires and reveres the honest, the good, the pure. You must not admire but love the one who is spiritually unhappy. The more filthy one is, the further one is from Me, and the more you must be a father and light for him. No repugnance, no tiredness, no abandonment, no fear is granted to you. You must submit to all miseries. You have to look for them to cure them. You must love them to bring them to Love. Repelled, return to the assault; mocked, increase your charity. Make use of human things to bring souls to the supernatural. And what do I have to teach you about the sweet wiles of love? Have you never had a father, a mother, brothers, with whom you used them to win an ever greater love?

 

Your faithful are children to you. Oh! A father studies so many things to make his son love him! The son is still an infant and the father, tired of work, also bends over the cradle and repeats the sweet words to then hear them said by the innocent little mouth. He is a little child, and the father bends over to teach the little one to take little steps, and shows him the flowers and the stars, educates the mind in the first sensations, in the first thoughts. Even if he were slow, an idiot, the father makes an effort to open his son's mind. Even if he were an indomitable capricious person, with a thousand wiles he tries to change his heart. And you? Why don't you have fatherly guts for your spiritual children? Are they atheists? It doesn’t matter. Are they lustful? It doesn’t matter. Are they bilges of vice? It doesn’t matter. Pray and dare.

 

Today, tomorrow, and the day after tomorrow, and always, always, without getting tired. Many times it is enough to know how to look at a soul with a look of true love to conquer it. Many times souls are not as evil as you think. They are disgusted, they are sick, they are ashamed. Disgusted with what the world, and the clergy among it, has had for them. Sick because Satan has overcome their weakness. Ashamed of being sick. They desire to be healed, but are ashamed to confess their illnesses. Give them what they didn't have: holy love. Go meet them. Persuade them to open up without shame. They are reluctant flowers. But if love warms them they open up. Oh! Holy dews and blessed rays that you priests attract to souls with your sacrifice! Repentances and redemptions that make them children of God. Sacraments and grace that you instill and that make you and them... saints. Be blessed for this work, oh faithful servants who tend my harvest and my vineyard.

 

And blessed even if you bend over the wild herbs grown outside my vineyard. It is not necessary to leave the homeland to be missionaries, or children. Europe, the world is all a mission land, because man has once again become idolatrous and heretical. In truth I tell you that it would be necessary to till the native land, for the sake of the country, before the others, because it is from a Christian homeland that the well-being of the homeland comes, and where are the Christian nations now? Look around. What do you see? Piles of ruins and piles of victims. Who made them? One? Two? Four individuals? No. They are the agents, the ministers of Evil who uses them as a despotic king. But they are what they are because the populations over which they rule have let them be as they are, having within them the capital exponent of their own feelings.

 

From a people devoid of God - and the people are now devoid of God because they have torn him from their soul by replacing it with meat, money and power - cobras germinate that kill for their triple hunger that Satan incites. It goes without saying: "They were the cause of the present evil." Say everyone, I mean everyone, including you priests: "It was us", and you will be sincere. Now the work in the uncultivated field is harder. But act. Return to being like my first apostles. Return to being heroes of the priesthood which is the only holy militia. Everyone do your duty until immolation. And if the crowds persist in getting lost, I will provide for them. You will equally receive a reward even if you come to Me with your arms, broken in tiring work, loaded with very few ears of corn. But I beg you, and I am God, don’t be guilty of not forgiving, the lack of charity is a denial of God”.

 


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Maria Valtorta: Quaderni - 14 novembre 1943:

 

Gesù continua a parlare ai sacerdoti.

 

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Dice Gesù: “Quando avete fatto il vostro dovere - continuo a parlare a voi sacerdoti - vi autorizzo a dire ciò che insegnai a dire ai miei apostoli mandati in missione per la Palestina. Però ricordatevi di non stancarvi troppo presto. Io ho ripetuto per tre anni la mia dottrina. Ero Dio. Dopo tre anni, su dodici uno mi tradì fra coloro che erano stati saturati di Me. Infiniti altri mi abbandonarono nell’ora della prova. Pretendete voi di essere più solleciti di Me? Più potenti? Più ubbiditi? Ricordate che se ai fratelli va perdonato settanta volte sette, ai figli spirituali - e tutti i cattolici sono per voi dei figli: tutti, senza eccezione - va perdonato settanta volte settanta volte.

 

Ricordatevi che per voi non esistono le differenze degli umani circa le anime. Vi è anzi un capovolgimento dei valori. L’uomo ammira e riverisce l’onesto, il buono, il puro. Voi dovete non ammirare ma amare colui che è un infelice spirituale. Più uno è sozzo, più uno è lontano da Me, e più voi dovete esser per lui padre e luce. Nessuna ripugnanza, nessuna stanchezza, nessun abbandono, nessuna paura vi è concessa. Dovete piegarvi su tutte le miserie. Le dovete cercare per curarle. Le dovete amare per portarle all’Amore. Respinti, tornate all’assalto; derisi, aumentate la vostra carità. Servitevi delle cose umane per portare le anime alle soprannaturali. E che vi devo Io insegnare le soavi astuzie dell’amore? Non avete mai avuto un padre, una madre, dei fratelli, coi quali le avete usate per cattivarvi un amore sempre più grande?

 

I vostri fedeli sono per voi dei figli. Oh! Un padre per farsi amare dal figlio quante cose studia! Il figlio è ancora un infante e il padre, stanco del lavoro, pure si china sulla cuna e ripete le dolci parole per udirle poi dire dalla bocchina innocente. È un pargolo, e il padre si curva per insegnare al piccino a fare i passetti, e gli mostra i fiori e le stelle, educa la mente alle prime sensazioni, ai primi pensieri. Anche fosse un tardo, un ebete, il padre si sforza ad aprire la mente del figlio. Anche fosse un capriccioso indomabile, con mille astuzie cerca mutargli il cuore. E voi? Perché non avete viscere di padre per i vostri figli spirituali? Sono atei? Non importa. Sono lussuriosi? Non importa. Sono delle sentine di vizi? Non importa. Pregate e osate.

 

Oggi, domani, e dopo domani ancora, e sempre, sempre, senza stancarvi. Molte volte basta saper guardare con sguardo di vero amore un’anima per conquistarla. Molte volte le anime non sono malvagie come credete. Sono disgustate, sono malate, sono vergognose. Disgustate di ciò che il mondo, e il clero fra esso, ha avuto per loro. Malate perché Satana ha sopraffatto la loro debolezza. Vergognose d’esser malate. Desiderano esser guarite, ma si vergognano di confessare le loro malattie. Date a esse ciò che non hanno avuto: amore santo. Andate loro incontro. Persuadetele ad aprirsi senza vergogna. Sono fiori restii. Ma se l’amore li scalda essi si aprono. Oh! Sante rugiade e benedetti raggi che voi sacerdoti col vostro sacrificio attirate sulle anime! Pentimenti e redenzioni che fanno di esse dei figli di Dio. Sacramenti e grazia che voi infondete e che fanno santi voi e loro. Siate benedetti per quest’opera, o servi fedeli che curate la mia messe e la mia vigna.

 

E benedetti anche se vi curvate sulle erbe selvagge nate fuori della mia vigna. Non occorre lasciare la patria per essere missionari, o figli. L’Europa, il mondo è tutta terra di missione, perché l’uomo è tornato idolatra ed eretico. In verità vi dico che occorrerebbe dissodare il terreno natìo, per carità di patria, prima dell’altrui, perché è da una patria cristiana che viene il benessere della Patria, e dove sono ora le nazioni cristiane? Guardatevi intorno. Che vedete? Cumuli di rovine e cumuli di vittime. Chi li ha fatti? Uno? Due? Quattro individui? No. Essi sono gli agenti, i ministri del Male che li usa da re dispotico. Ma essi sono quello che sono perché le popolazioni su cui imperano li hanno lasciati essere tali avendo in loro l’esponente maiuscolo dei loro stessi sentimenti.

 

Da un popolo privo di Dio - e i popoli ora sono privi di Dio perché se lo sono strappato dall’anima sostituendovi carne, denaro e potere - germinano i cobra che uccidono per la loro triplice fame che Satana aizza. Inutile dire: “Furono loro la causa del presente male”. Dite tutti, dico tutti, voi sacerdoti compresi: “Fummo noi”, e sarete sinceri. Ora più duro è il lavoro nel campo incolto. Ma agite. Tornate a essere come i primi miei apostoli. Tornate a essere eroi del sacerdozio che è l’unica milizia santa. Fate tutti il vostro dovere sino all’immolazione. Che se poi le folle si ostinano a perdersi, Io provvederò a loro. Voi ne avrete ugualmente premio anche se venite a Me con le braccia, spezzate nel faticoso lavoro, cariche di ben poche spighe. Ma ve ne prego, e sono Dio, non rendetevi colpevoli di non perdono, la mancanza di carità essa è negazione di Dio”.

 


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Wednesday, November 8, 2023

The Four Tears - Part 4 of 31

 


The Four Tears

Fantasy Tale

 

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Part 4 of 31

 


But not all the deer had been sent away. In fact, Prince Fawnier gave at the white deer Coryador a relevant mission... which consisted in following in secret, the Wizard Issurjot, all this to try to understand his dishonest plans and traps. Thus it was that the Prince magically gave the deer Coryador, the faculty to understand the language of the Wizard and his mother.

Therefore, one morning, the loyal deer Coryador, panting, reached his beloved master; and spoke to him, about all that he had seen and heard.

In practice, the white deer Coryador had followed the Wizard Issurjot and Queen Liorz, as they strolled in the huge Royal Park. After that, Coryador had crouched behind a huge tree, listening to Issurjot chattering to the Ruler. And so, Coryador learned everything, about the precious stones, which had been bestowed by the Sovereign Horjon… precisely for having gone away with the Princess Pintaqua. But the most shocking revelation was, that the deer Coryador had heard the Wizard suggest to the Queen… to use the Four Tears medallion, to force both Fawnier and Amista… to remain subjugated to their sinister desires.

When Prince Fawnier became aware of the revelations uttered by the white deer, he felt a sharp pain deep in his heart... and immediately he thought that it was all true then: ...his mother had been ensnared by that sneaky reptile of Issurjot, who had done his utmost in the past, to give the magical medallion to his mother. Medallion, which now became known, have the faculty to force the neighbor... to carry out acts and thoughts, in a coercive manner.

Not to mention Pintaqua… sold as a bargaining goods, with that bigheaded of the Sovereign Horjon. The feeling that followed was one of anger and frustration. But Fawnier certainly couldn't give in to despair; he had to go and report everything to his sister. And so he did.

 


After having led Amista out of the castle, precisely at the threshold of the wood, so as not to be heard by indiscreet ears; the Prince accompanied by Coryador, reported what the white deer, had seen and heard.

Amista, after what her brother told her, turned pale. And two big tears rolled down her cheeks… until they reached her crystal hands. In fact, her tears were the only ones… that her fragile hands could bear, without cracking.

Subsequently, recovering from that cheerless news, Amista declared “That damned medallion! This is how our mother, managed to make us do what she wanted. Do you know how many times I have made wrong choices, or that I didn’t think I would make... only to find myself dazed and incredulous... in having made them”-

The Prince immediately replied “You're right… the same event, happened to me too. Besides the rest, we must not forget that the magical medallion, was a gift from the Wizard, to our mother" and in finishing the sentence, Fawnier jumped with his deer body, until he broke a huge branch of a tree.

Amista staring at him asked “What do we do, now? We cannot stay here… otherwise our mother, will force us to do what she wishes…”-

Her brother hugged her with affection “Don't fear Amista… we’ll resolve this miserable story. You'll see that…” but before Prince Fawnier could finish the sentence, Igryn the hawk, arrived out of breath and visibly panting.

Fawnier quickly took him in his hands, and stroking it asked how it had gone. The hawk began to caw a strange language, understandable only to the Prince... Meanwhile Amista, after putting the rhino leather gloves on, with a lace handkerchief, wiped away some tears.

Meanwhile, Fawnier talking to the hawk Igryn, said nervously “Really? But how is it possible...? It's just unusual”.



"Unusual, what...?" Amista asked interestedly, as she put her handkerchief away in a pocket of her dress.

"Igryn, told me that he saw the owl Siril, emitting flames from her beak... Don't you find it curious?”-

"Sure... atypical and disturbing...” Amista promptly replied "But what did he tell you, about our sister? Did he manage to break the vial”-

"Of course yes...” Fawnier replied immediately, noting in his sister's expression a certain concern "Igryn was really clever" and as he finished those words, the Prince took the small parchment from Igryn's claws, and opened it.

Meanwhile, the hawk perched a little tiredly on the antlers of the Coryador deer.

Amista with a panting voice enunciated "Fawnier, hurry up... let me see...”- The Prince, after a brief glance at the parchment, gave it to his sister.

Amista unrolled it at a run, and saw a beautiful drawing of her sister Pintaqua. The drawing depicted a girl with chains, being dragged away… by a man.

"NO! What we thought, it's all true! Pintaqua was taken away, against her will!" Amista yelled exacerbated, as she scrutinized that drawing. And shortly after, she added “Fawnier… what do we do now? How can we help her”-

Of course… her brother didn't answer; the expression on his face was eloquent... pain, anger, sadness... all emotions mixed together.

Suddenly, Fawnier started running like lightning, towards the forest... to try to vent his disappointment and anger.

Amista said nothing to Fawnier. She knew it was a painful and somewhat delicate moment... she had to allow at Fawnier to give free rein to the numerous and conflicting emotions that gripped him in the depths of his soul. In fact, this was a way for Fawnier, to alleviate the anguish and pain, which had entered in his heart with impetus.

Long moments passed... meanwhile Amista followed by the deer Coryador and the falcon Igryn, was sitting at the foot of a huge and gnarled tree, near the castle; and she repeatedly observed that little parchment, with the drawing of Pintaqua. Every now and then, she could catch a deep sigh. Igryn often, trying to distract her, circled around her. Coryador suddenly turned his muzzle to the east, where many deer could be seen heading towards the wood.

“Fawnier's deer are back…” Amista mused to herself “It means that the Judge called by our mother, is coming to the castle… I have to advise Fawnier, as soon as possible, but how?”-

She didn’t have time to formulate the answer, that here reappear from the wood, the Prince Fawnier... that after greeting his deer friends went to his sister.

"Amista, the Judge is coming... so what do we do?" Fawnier finished, gravely.

"I have an idea. Unusual, perhaps... but it can help us" the Princess explained thoughtfully.

"And what would it be?”-

Amista stared at her brother, then calmly said "Ask for advice, to the Fairy Handmaids”.

"What are you saying? For years, no one talks to the two Fairy Handmaids; precisely because they no longer appear to anyone”. Some deer began to play with each other.



“I know… To our ancestors, they often and willingly appeared… giving and bestowing precious advice and prophecies. They are said to have disappeared after the Wizard Issurjot came to court. Legend or reality…? Who can say?” Amista said, scanning the horizon.

"Precisely... it doesn't seem like a brilliant idea, to me" the Prince was tense and nervous.

After a short pause, the Princess pressed “Listen Fawnier, what have we got to lose? Nothing… I'd say to try anyway. If not... we’ll find another solution”.

“Okay…” Fawnier said in a low voice “But as I head to the Mausoleum of the Fairy Handmaids… you think of some other solution. Agree?" the Prince approached Coryador, stroking him.

“You know, what do I do? I'm going to exchange two ideas with the Nanny Resell… see you later” and suddenly, Amista ran towards the castle.

 


The Prince quickly reached the place, where the huge and majestic Mausoleum of the Fairy Handmaids was located. The Mausoleum was inside the forest, precisely in a large clearing, surrounded by centuries-old trees. More than a mausoleum, it looked like a small fortress, filled with many commemorative sculptures; which bandaged and wrapped the very high walls of the Mausoleum. Among the various statues, one could see vestals with lighted torches, some tiny fairies with silver flowers, and other figures of ancestral characters with long beards. But the interesting thing was that the Mausoleum was surrounded by five gushing fountains, from which came a pleasant oily scent of roses, combined with fragrant magnolia flowers.

But Fawnier, couldn’t understand why, was unable to find the ancient door, which would allow him to enter in the Mausoleum.

Ultimately, the Prince remembered well having noticed in the past… a door bordered with chirping golden hummingbirds. But of that door... there was no trace of it.

At a certain point, all the marble figures that covered the Mausoleum began to move slowly... until they moved away from the majestic Mausoleum. And suddenly, the walls opened into a blooming flower. In short, the walls made like huge orange wedges … and opened up in a circle. In the center, you could see a very high column of steam and colored vapor, three meters in diameter.

The Prince heard an inner voice, which instructed him to go inside the column of colored steam. And as soon as Fawnier entered it... suddenly, a vortex took him and grabbed him... until it led him to a dream place... surrounded by multicolored and variegated fumes and vapors.

The Prince immediately comprehended that he had entered in a fairy dimension; where the monotonous and linear rules of our world… no longer existed. It was an enchanted environment… where fantasy, magic and madness… were the custom. Not surprisingly, Fawnier realized that he was literally flying, even though he remained unmoving. There was no floor, and his deer body... hovered in mid-air in the void, surrounded by multicolored vapors and fumes.

And slowly… among those multicolored vapors, Fawnier glimpsed two graceful figures: …the two Fairy Handmaids.

 


The Fairy Handmaids were two very different ladies. A lady was with silver hair and ivory white dress. The other, had midnight blue hair, and a dress of the same color.

The Blue Fairy Handmaid, after scrutinizing him with contempt, said "Here is the scion of the royal family, who demands answers... to nonsense questions. So… talk! Why did you come to disturb, the fragile notes of destiny”-

The Prince, with a little anxiety in his heart, replied "My sister and I, don't know what to do... we have recently discovered that...”-

"Don’t capitulate to the many words...” the White Fairy Handmaid interrupted him “...how can you believe that your question has not already been delivered... in the fateful cavern of time?”-

A little puzzled Fawnier began to say "I understand that you already know the question that bothers me. It’s not so?”-

The White Fairy Handmaiden, after a Pindaric flight in the direction of the Prince, declared "The choices of a young man remain unspoken... if the cup of your strength remains a lonely breeze".

"How…? I don't comprehend…” Fawnier whispered, looking at the lady with perplexity.

“We are simple Handmaids… who for decades have only spoken with the serene glimpses of time. You can excuse us if our sentences... are a bit rambling" and in finishing the sentence, the White Fairy Handmaid fluttered gracefully, inside some soporific vapors of a fairy silver color.

"Sure...” the Prince explained, estranged.

"Listen to me, young Prince...” the White Fairy Handmaid explained "You, along with your sister, and your animal friends... have to face the Sovereign Horjon. If you don't follow this hilarious itinerary, for you and your family... the fate will be full of pain and death!" exclaimed the White Fairy Handmaid, spinning around on herself, and finally dancing between one colored vapors and another.

"What…?! Going to free Pintaqua? Sorry, Fairy Handmaiden… but you forget that Horjon has thousands of warriors! How can… me, my sister and my animal friends… defeat him”-

Fawnier caught a glimpse of the two ladies giggling loudly. Then the Blue Fairy Handmaid, after doing two pirouettes, still flying... approached at the Prince's face, and asserted "Pathetic questions, they force us to answer... with disconnected sentences!" the lady's voice was cavernous and impertinent.

"Stop it, sister... otherwise you’ll confuse our guest's ideas" concluded the White Fairy Handmaid, with a seraphic air.

"Guest…? Sure... but not welcome!" replied the Blue Fairy Handmaid "Indeed, foolish warrior of nothingness... listen to what I tell you. If the way drops steeply, yours will be a bad judgment! Without the anchors of your will, your soul will sail with pain. Do you understand now?” the Blue Fairy Handmaid, threw herself backwards, making pirouettes with her whole body, always circling immersed in some colored vapors.

Fawnier still surrounded by opalescent fumes, stood motionless to observe the two ladies… which fluttered happily, in the multicolored vapors of that strange place. After that, he decided to say "Ehm… sorry for my ignorance... but I don't understand".

“What my sister wants to tell you is that the choice is entirely up to you. We can't force your heart. We only have the ability to advise you... the right itinerary to follow" exposed the White Fairy Handmaid, throwing herself towards a candy blue miasma.

“Well… my sister and I, we must attack the Sovereign Horjon. Without worrying about...” the Prince was abruptly interrupted by the Blue Fairy Handmaid. She hopping from side to side, in that phantasmagoric place, reported "The silence of the night light, is taking again our lost faces. Now, the hourglass of fate… is in your hands. Farewell, foolish infant, lying in the pillow of awakening. And please… don't come to torment us anymore!”-

Fawnier amazed, asked “How…? Should we break up”-

The White Fairy Handmaid replied "The shell of wisdom, has just bestowed its last gem. But before the fateful farewell, I want to give you one last glimmer of light. Know, o remote mountain warrior... that your mother's medallion, has no poisonous power on animals... not even she, is aware of all this. However, don’t worry… we’ll meet again, when the tower of hope… it will have borne copious fruit. Well... goodbye" and in finishing the sentence, the White Fairy Handmaid disappeared, along with the Blue Fairy Handmaiden.

“Thank you…” was the Prince's laconic last word. Then, the portentous magical vortex caught him back with force, until he returned in the vicinity, of the majestic Mausoleum.

 


Fawnier wasted no time, and went to his sister to tell her, what the two Fairy Handmaids had said to him. The Prince found his sister who used to talk to Nanny Resell, inside her room. Naturally, the Princess had told at the Nanny, all that the white deer had uttered to her.

Amista's room was really comfortable, with a four-poster bed, embellished with pink lace and colorful flowers. All around, you could see carved wooden chairs, lacy curtains, and mirrors with gilded edges, rounded tables with multiple bedroom objects on top and pearl caskets.

"How do you say? Attacking Horjon? And with which army?” the Princess asked excitedly, while she sat let herself be combed by the Nanny Resell.

"Do you think I understand something more than you?" Fawnier asked rhetorically, trying not to drop a coffee table. In fact, the Prince's large deer body didn’t fit very well in a room full of small tables and chamber artifacts.

Nanny Resell, while tidying Amista's hair with a silver comb, declared “Maybe I realize… you have to trust at the prophetic words, of the two Fairy Handmaids. The ancient legends, which my mother told me as a child, asserted that even your illustrious ancestors had doubts and uncertainties. But anyway... they have always followed and accepted the advice of the Fairy Handmaids. And it’s said that in our Kingdom... many victories have occurred, precisely because of the warnings given by the two Fairy Handmaids”.

“What you say is true, Resell. But you understand well, that make war on an army as imposing as that of the Sovereign... is not an easy task” concluded the Princess, getting up from her chair.

"Not easy?" said Fawnier nervously “It's practically, impossible! Anyway… the Fairy Handmaids have told me some good news”.

"And would that be?" the Nanny Resell asked curiously.

“The pendant of the Four Tears, cannot force animals to perform actions and behaviors, with coercion. Event... that not even our mother knows about its existence" assured the Prince.

 

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Le Quattro Lacrime

Racconto Fantasy

 

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Parte 4 di 27

 


Le Ancelle Fatate erano due dame molto differenti tra loro. Una dama, era con i capelli argentei e vesti bianche avorio. L’altra, aveva capelli blu notte, e un vestito dello stesso colore.

L’Ancella Fatata Blu, dopo averlo scrutato con disprezzo, affermò “Ecco il rampollo della famiglia reale, che pretende risposte… a domande senza senso. Allora… parla! Perché sei venuto a turbare, le fragili note del destino?”.

Il Principe, con un po’ di ansia nel cuore, rispose “Io e mia sorella, non sappiamo cosa fare… abbiamo da poco scoperto che…”.

“Non capitolare giovane Principe, alle molte parole…” lo interruppe l’Ancella Fatata Bianca “…come puoi credere, che la tua domanda, non sia già stata consegnata… nel fatidico antro del tempo?”.

Fawnier un po’ spaesato, riprese a dire “Mi sembra di capire, che sapete già la domanda che mi assilla. Non è così?”.

L’Ancella Fatata Bianca, dopo un volo pindarico in direzione del Principe, dichiarò “Le scelte di un giovane, rimangono inespresse… se la coppa della tua forza, rimane una brezza solitaria”.

“Come…? Non capisco…” bisbigliò Fawnier, scrutando la dama con perplessità.

“Siamo semplici Ancelle… che da decine di anni, non parlano che con i barlumi sereni del tempo. Puoi scusarci se le nostre frasi… sono un po’ disarticolate. Vero?” e nel finire la frase, l’Ancella Fatata Bianca, svolazzò leggiadra, all’interno di soporiferi vapori, color argento fatato.

“Certo…” espose il Principe, estraniato.

“Ascoltami bene, giovane Principe…” espose l’Ancella Fatata Bianca “Tu, insieme a tua sorella, e ai tuoi amici animali… dovete affrontare il Sovrano Horjon. Se non segui questo ilare itinerario, per te e la tua famiglia… la sorte sarà colma di dolore e morte!” esclamò l’Ancella Fatata Bianca, roteando su se stessa, ed infine danzando tra un fumo colorato e l’altro.

“Cosa…?! Andare a liberare Pintaqua? Scusate, Ancella Fatata… ma dimenticate che Horjon ha migliaia di guerrieri! Come possiamo… io, mia sorella e i miei amici animali… sconfiggerlo?”.

Fawnier intravide le due dame, ridacchiare fortemente. Dopodiché l’Ancella Fatata Blu, dopo aver fatto due piroette, sempre volando… si avvicinò al viso del Principe, e asserì “Domande patetiche, ci obbligano a rispondere… mediante frasi sconnesse!” la voce della dama, era cavernosa e impertinente.

“Finiscila, sorella… altrimenti confonderai le idee del nostro ospite” concluse l’Ancella Fatata Bianca, con aria serafica.

Ospite? Certo… ma non gradito!” replicò l’Ancella Fatata Blu “Invero, stolto guerriero del nulla… ascolta ciò che ti dico. Se la via scende a picco, il tuo sarà un mal giudizio! Senza le ancore del tuo volere, il tuo animo salperà con dolore. Comprendi, ora?” l’Ancella Fatata Blu, si gettò all’indietro, compiendo delle piroette con tutto il corpo, sempre volteggiando immersa nel fumo colorato.

Fawnier, sempre circondato da opalescenti vapori fumogeni, restava immobile a osservare le due dame. Le quali svolazzavano felici, nel fumo multicolore di quello strano luogo. Dopodiché, si decise a dire “Ehm… scusate la mia ignoranza… ma non capisco”.

“Quello che mia sorella vuole dirti, è che la scelta dipende solo da te. Noi… non possiamo forzare il tuo cuore. Abbiamo solo la capacità di consigliarti… l’itinerario giusto da seguire” espose l’Ancella Fatata Bianca, lanciandosi verso un miasma azzurro confetto.

“Insomma… io e mia sorella, dobbiamo attaccare il Sovrano Horjon. Senza preoccuparci de…” il Principe fu bruscamente interrotto, dall’Ancella Fatata Blu. La quale saltellando da una parte all’altra, in quel fantasmagorico luogo, riferì “Il silenzio della luce notturna, si sta riprendendo i nostri volti smarriti. Adesso, la clessidra del fato… è nelle tue mani. Addio stolto infante, che giace nel guanciale del risveglio. E mi raccomando… non venire più a tormentarci!”.

Fawnier stupito, chiese “Come…? Ci dobbiamo lasciare?”.

L’Ancella Fatata Bianca, rispose “La conchiglia della saggezza, ha appena elargito la sua ultima gemma. Ma prima del fatidico addio… ho desiderio di porgerti un ultimo bagliore di luce. Sappi, o guerriero dell’acro monte… che il medaglione di tua madre, non ha alcun potere venefico sugli animali… nemmeno lei, è a conoscenza di tutto ciò. Comunque, non ti preoccupare… ci rincontreremo, quando la torre della speranza… avrà dato frutti copiosi. Bene… addio” e nel finire la frase, l’Ancella Fatata Bianca scomparve, insieme all’Ancella Fatata Blu.

“Grazie…” fu la laconica ultima parola del Principe. Dopodiché, il portentoso vortice magico, lo riacciuffò con forza. Fino a farlo tornare, nelle vicinanze del maestoso Mausoleo.

 


Fawnier non perse tempo, e andò dalla sorella a riferirle ciò che le due Ancelle Fatate, gli avevano proferito. Il Principe, trovò la sorella che soleva parlare con la Balia Resell, all’interno della sua stanza. Naturalmente, la Principessa aveva raccontato alla Balia, tutto ciò che il cervo bianco le aveva proferito.

La camera di Amista era davvero confortevole, con un letto a baldacchino, arricchito da pizzi rosa e fiorellini colorati. Tutt’intorno, si potevano notare delle sedie di legno lavorato, tende merlettate, specchiere dai bordi dorati, tavolini rotondeggianti con sopra molteplici oggetti da camera, e cofanetti perlati.

“Come dici? Attaccare Horjon? E con quale armata?” chiese agitata la Principessa, mentre seduta si lasciava pettinare dalla balia Resell.

“Credi che io… ci capisca qualcosa più di te?” chiese retoricamente Fawnier, cercando di non far cadere un tavolino. Difatti, il grosso corpo da cervo del Principe, mal si adattava in una stanza colma di tavolini e manufatti da camera.

La Balia Resell, mentre riordinava i capelli di Amista con un pettine argentato, dichiarò “Forse ho capito… vi dovete fidare, delle parole profetiche delle due Ancelle Fatate. Le antiche leggende, che mia madre mi raccontava sin da bambina… asserivano che anche i vostri illustri avi e antenati, avevano dubbi e incertezze. Ma comunque… hanno sempre seguito ed accolto, i consigli delle Ancelle Fatate. E si dice, che nel nostro regno… molte vittorie sono sopraggiunte, proprio per gli ammonimenti elargiti dalle due Ancelle Fatate”.

“Quello che affermi è vero, Resell. Ma capisci bene, che fare guerra ad un esercito imponente come quello del Sovrano… non è un’impresa facile” concluse la Principessa, alzandosi dalla sedia.

“Non facile?” disse Fawnier, nervoso “È praticamente, impossibile! Comunque… le Ancelle Fatate, mi hanno riferito una bella notizia”.

“E sarebbe?” chiese incuriosita, la Balia Resell.

“Il ciondolo delle Quattro Lacrime, non può obbligare gli animali a compiere azioni e comportamenti, con coercizione. Evento… che nemmeno nostra madre, ne conosce l’esistenza” assicurò il Principe.

“Se le Ancelle Fatate ti hanno suggerito tutto questo… significa che questa conoscenza, ci servirà in futuro. Non credi, Fawnier?” replicò Amista, dopo una veloce riflessione.

“Lo spero proprio…” concluse Fawnier, fissando la sorella.

La Balia Resell, mentre poneva il pettine argentato all’interno di un portagioie, espose “Sentite… adesso dovete prendere subito una decisione. Il Giudice sta arrivando. Non potete rimanere nei pressi del castello. Sapete bene che il Giudice vi punirà; ed altresì verrete soggiogati, dal medaglione magico della Regina. Per non parlare di Issurjot!”.

Amista senza indugio, si affrettò a dire “Hai ragione, Resell… non appena il Giudice incontrerà nostra madre e il mago Issurjot, comincerà il nostro processo. Non abbiamo scelta… ce ne dobbiamo andare via subito”.

“Insomma, dobbiamo fidarci delle due Ancelle Fatate… non è così? E va bene… Non sono molto convinto di questa scelta. Tuttavia, hai ragione Amista… dobbiamo allontanarci da qui” annuì il Principe “Ma prima proviamo a chiedere a Mauram, se vuole venire via con noi… Cosa ne pensi?”.

Amista acconsentì; e così comunicarono questo loro progetto, alla sorella Mauram. La quale però, decise di non seguirli; perché gli pareva troppo bizzarro e incredibile, quello che gli avevano riferito.

Infatti, la Principessa Mauram, obiettò infervorata “Andare da Horjon a riprendere Pintaqua, che è stata rapita? Avete parlato con le Ancelle Fatate? Ma state scherzando? Vi rendete conto, di quello che state per fare? E poi… vi siete scordati che nostra madre, non vuole per nulla al mondo, che ce ne usciamo dal nostro regno, senza il suo permesso? Siete due folli!”. E con distacco e disappunto, la Principessa Mauram se ne andò via, dirigendosi velocemente verso un lungo corridoio.

A quel punto, visto che Mauram era di parere contrario, Amista e il fratello decisero di comune accordo, di partire verso il regno del Sovrano Horjon. Il tutto, seguendo le indicazioni delle due Ancelle Fatate… e non solo, ma anche con il chiaro intento, di liberare la sorella Pintaqua.

La balia Resell, preparò velocemente delle bisacce e alcune sacche da viaggio, con dentro vivande, alcuni unguenti per la pulizia personale, diversi denari rinchiusi in un sacchetto di seta, salviette e qualche veste di ricambio. E mentre appoggiava i molteplici sacchi, sulla groppa di alcuni grossi cervi, Resell rivolgendosi a Fawnier, tradendo un po’ di ansia, disse “Mi raccomando… fate attenzione! Ci sono molti pericoli che dovrete affrontare…” concluse Resell, con tono lacrimoso.

“Non temere” espose con calma Amista, mentre osservava Fawnier che serrava una bisaccia, piena di fiaschette colme di acqua “La speranza di liberare nostra sorella da quel tiranno, ci da la forza necessaria, per il lungo cammino. Ma adesso Resell… torna al castello; prima che mia madre, scopra che ci hai aiutato a fuggire”.

“D’accordo” rispose la balia; e dopo aver dato un ultimo abbraccio alla Principessa, s’incamminò verso il castello.

Fawnier ebbe la brillante idea, di far salire la sorella sul suo migliore amico: il bellissimo ed enorme cervo bianco Coryador.

Il Principe seguì il consiglio delle Ancelle Fatate, nel portare al suo seguito, numerosi altri cervi; per non parlare, vista la loro fedeltà al Principe, di Igryn e dei molteplici falchi che lo avrebbero seguito, fino in capo al mondo. E così… ebbe inizio il loro tortuoso e impervio itinerario, verso la regione del Sovrano Horjon.

 


Poco tempo dopo, all’interno del castello, sembrava tutto tranquillo… ma improvvisamente qualcuno bussò al sontuoso portone, del Salone Imperiale. La Regina Liorz, fiancheggiata dal mago Issurjot, concitatamente chiese “Chi è? Cosa volete?” a rispondere fu la balia Resell, che non appena fu entrata, con voce agitata dichiarò “Mia Regina…! È avvenuta una cosa incredibile!”.

“Avanti parla, cosa è successo?”.

La balia esplicò con nervosismo “Si tratta del Re Conrab… dopo che ha bevuto del liquore… è improvvisamente svenuto. E non c’è modo, per farlo tornare desto…”.

La Regnante per un attimo, trasalì dal terrore… “Non è che forse, qualcuno lo aveva avvelenato?” fu la domanda che le si parò dinanzi. Ma senza aggiungere altro, accompagnata dal mago Issurjot, affrettandosi Liorz si diresse con la balia… nel salone dove il Re Conrab era disteso a terra. Al fianco del Re, si poteva intravedere un’ampolla, che faceva fuoriuscire stille di liquore.



“Prenderò io, questa boccetta…” sussurrò prontamente Issurjot, afferrando l’ampolla dal pavimento intarsiato di marmo bianco “La devo esaminare con la mia magia… Sicuramente troveremo la risposta, riguardo questo increscioso atto” e così facendo, Issurjot si diresse altezzoso, verso un lungo androne.

La Regnante non perse tempo, e fece giungere dei paggi che portarono il Re Conrab nel suo giaciglio; dopodiché… fece arrivare il Dotto di corte.

Dopo alcuni attimi, che sembrarono per la Regina Liorz… interminabili; il Dotto con piglio grave, affermò “Mia Regina… non so proprio cosa dirvi. Non conosco la malattia, che ha reso così debilitato il monarca. Mi dispiace”.

Non si possono qui raccontare, gli improperi che la Regnante strillò al povero Dotto; il quale con un inchino forzato… uscì dalla camera del Re.

La balia Resell nel frattempo, cercava di rincuorare la Regina, portandogli dei sali benefici… che Liorz con espressione inflessibile, rifiutò di prendere. In seguito, la Regnante sconsolata, si sedette vicino al letto del marito, e lo contemplò con espressione compassionata.

Poco dopo, nella camera del Re Conrab, entrò con aria trionfante, il mago Issurjot; il quale tutto entusiasta e con l’ampolla in mano, dichiarò “È tutto chiaro, mia diletta Regina. Il Re è stato intossicato, con una rara essenza di grokjar!” la barba da nera, divenne viola.

A quelle parole, la Regina Liorz si alzò in piedi, mentre la sua coda prese a tamburellare freneticamente sul pavimento “Cosa avete detto?” domandò Liorz, con voce stupefatta “Questo non è possibile! Sapete bene, che nel nostro regno, questa essenza è stata bandita decenni fa!” esclamò Liorz agitata.

Il mago con il suo solito modo teatrale, incominciò a gesticolare con ampie bracciate, replicando “Credete che non lo sappia? Ma riflettete un attimo, mia diletta Regina… La grokjar non è forse una delle essenze, che si trovano in abbondanza… nel regno del Sovrano Horjon?” il viso del mago, parve allungarsi.

La Regina Liorz per un attimo non disse nulla; anche la sua coda… cadde in una sorta di estasi silenziosa. Poi con uno sguardo perplesso, chiese “Cosa volete insinuare, Issurjot? Volete farmi credere, che il Sovrano Horjon, ha escogitato tutto questo? E si può sapere, per quale motivo?”.

“Per conquistare tutta Arkovia, mia diletta Regina…” suggerì Issurjot, con voce maliziosa “Ma non è tutto… credo fermamente che i vostri due figli ribelli, lo abbiano assecondato…” e nel dire questo, il mago fissò il volto violaceo, del Re.

A quelle parole, la Regnante fece uscire velocemente Resell dalla stanza. Dopodiché, rimasta sola con il mago, domandò preoccupata “Ma siete forse impazzito? Cosa c’entrano i miei figli…?”.

“Riflettete, mia diletta Regina…” sibilò il mago, mentre con gesta sinuose, assecondava la spiegazione vocale “Inizialmente, troviamo un libro del Sovrano, nella camera dei vostri figli… che per loro stessa ammissione, dicono di aver letto. Poi improvvisamente, vostro marito e Re di Arkovia, entra in uno stato di profonda e arcana apatia. E come avete visto… sembra proprio che sia stato drogato da un’essenza, che si trova prevalentemente nel regno del Sovrano Horjon. E tutto questo… vi sembra non abbia alcuna analogia?” dalla barba, sembravano scaturire piccoli e furiosi lampi bianchi.

La Regina Liorz non ebbe tempo di rispondere, che entrò nella stanza il Dotto, con delle garze appoggiate su un vassoio argentato, imbevute di uno strano elisir. Il Dotto proferì subito “Vostra maestà, credo che questa rara essenza, farà sicuramente bene al Re”.

La Regnante, fece con il capo un accenno di consenso; subito dopo, il Dotto mise alcune garze sulla fronte del Re.

“Non servirà a granché quel fluido…” sbottò Issurjot con voce arrogante, fissando di sbieco il Dotto “Cercherò di trovare io, un rimedio a questa incombenza!” poi rivolgendosi alla Regina Liorz, con voce inespressiva, enunciò “Mia diletta Regina, riprenderemo più avanti il discorso interrotto. Ora, se volete scusarmi…” e così dicendo, dopo aver fatto un mezzo inchino alla Regnante; il mago uscì dalla stanza.

La cosa strana, era che dopo il suo allontanamento… nella camera si sentì meno freddo. Questa almeno, era l’inafferrabile percezione… dei presenti.

 


In quel frangente, il Paggio di corte con affanno, stava andando a chiamare la Principessa Mauram. “Principessa Mauram! Venite presto! Vostro padre… oh… mai l’avrei pensato…” farfugliò il Paggio, mentre si avvicinava alla Principessa.

“L’hanno già saputo?” chiese prontamente Mauram “Io, stavo proprio venendo a riferirlo a mia madre. Comunque sì, è tutto vero… Se ne sono andati” concluse asciutta Mauram, scrutando con inquietudine il Paggio.

Il Paggio di corte rimase un po’ interdetto, ma poi riprese a dire “Come…? Andati…? Di chi state parlando?”.

“Bè, parlo di Fawnier e di Amista” rispose Mauram, fissando il Paggio con apprensione “Hanno deciso di andare dal Sovrano Horjon… sono convinti che Pintaqua sia stata rapita. Avete compreso, l’assurdità?”.

Il Paggio di corte per poco non svenne, e con voce tremula, esclamò “Ma non mi dite! E adesso chi lo dirà alla Regina?”.

“Allora… non era questo, che mi volevate dire?” ribatté seccata la Principessa “Insomma… cos’altro è successo?”.

Il giovane Paggio, disse tutto quanto a Mauram. E il viso della Principessa, da roseo… divenne di un bianco spento. Poi di scatto, Mauram corse via, in direzione della stanza del padre.



Il Paggio non fece nemmeno in tempo a seguire la Principessa Mauram, che proprio in quel frangente, sopraggiunse un alquanto irritato Giudice; scortato da due monocromatici scudieri “È inaudito! Non ho mai visto nulla di simile, in tutta la mia vita! AH! Devo parlare subito con la Regina… Non crederà mai, a quello che ho da dirgli! Allora… dove si trova?” la voce agitata del Giudice, rimbombava per tutto il lungo corridoio del castello; mentre alcuni guardiani lo osservavano con curiosità.

“Buon giorno, eminenza. Io sono il Paggio di corte” disse il malcapitato, mentre si avvicinava titubante verso il Giudice “Voi siete il Giudice, che ha mandato a chiamare la Regina Liorz?”.

“Sì, sono proprio io” rispose in tono indispettito il Giudice, scrutando con altezzosa superiorità, il giovane Paggio “Ho urgenza di parlare con la Regina Liorz, riguardo al mio ritardo. Pensate… che la mia carrozza, è stata ripetutamente colpita da enormi cervi… ed altri strani animali. Ed i cavalli della carrozza… fuggiti via! Una cosa mai vista!” concluse il Giudice concitato, mentre agguantava un fazzoletto dal taschino, cominciando ad asciugarsi il sudore.

Al Paggio gli veniva da ridere, immaginando la scena… ma con enorme sforzo, si trattenne. Poi con noncuranza, dichiarò “Ma davvero? Alquanto bizzarro, come evento. Ma ditemi, signor Giudice… dove sono i vostri bagagli? I vostri due scudieri, non portano alcunché”.

I due scudieri si scrutarono con occhi guardinghi; e il Paggio per non ridere, faceva una fatica immane.

Il Giudice alla fine, dopo aver lanciato un’occhiata torva al Paggio, rispose “Ah! Non mi ci fate pensare! Avete presente quelle protuberanze informi, che hanno i cervi? Ecco… come dire… hanno svuotato i miei bagagli, che erano precedentemente caduti a terra… Dopodiché, hanno disperso in giro, tutto ciò che contenevano. Credetemi, un vero disastro!” ultimò il Giudice esasperato, mentre riponeva il fazzoletto nel taschino.

Il Paggio non resistette oltre, e tenendosi una mano sulla bocca per non ridere, accompagnò il Giudice ed i suoi scudieri, nella Sala degli Ospiti.

 


Mauram, si avviava velocemente tra i vari androni dell’enorme castello, quando ad un tratto… sentì una fosca voce “Dove andate così di fretta, Principessa Mauram?” la figura slanciata del mago Issurjot, sembrava soverchiare la fanciulla.

Lord Issurjot… Non mi dite, che non sapete cosa è avvenuto a mio padre” rispose la Principessa, con sospiro ansante.

E mentre la lunga barba, diventava di un color arancione acceso, il Mago espose “Certo che sì. Stavo per l’appunto andando a rovistare tra i miei magici intrugli, un medicamento che lo possa guarire”.

“Allora, sapete anche… che Fawnier e Amista, se ne sono andati via” il viso di Mauram, si fece mesto.

“Ma davvero? E per la precisione… dove sono diretti?” lo sguardo di Issurjot, era penetrante e furbo.

“Da Horjon a riprendere Pintaqua. Credono che il Sovrano l’abbia rapita. Capite l’assurdità?”.

“Meglio di quello che pensate, Principessa Mauram. Ora vi devo lasciare… mi sta venendo in mente qualche idea, per risolvere quest’ulteriore incombenza” e con fare veloce, Issurjot si diresse verso un ampio androne.

“D’accordo, ora vado da mio padre. Ci vediamo più tardi” finì di dire Mauram, mentre scrutava con apparente calma, il Mago allontanarsi.

 

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Monday, November 6, 2023

APHORISM n. 112

 


APHORISM  n. 112 - Darkness can talk. Light also knows how to listen.

 

AFORISMA n. 112 – Le tenebre sanno parlare. La luce sa anche ascoltare.

 

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