Friday, March 3, 2023

Maria Valtorta - Notebooks - 23 June 1943

 


Maria Valtorta - Notebooks - 23 June 1943:

Mary is the ciborium of the Heart of God

 

Maria Valtorta – HOME PAGE

 


Jesus says: "In the other Eucharistic meeting I showed you what the Eucharist is. Today I will show you another Eucharistic truth. If the Eucharist is the heart of God, Mary is the ciborium of that Heart. Look at my Mother, eternal living ciborium into which the Bread that comes from Heaven descended. Whoever wants to find me, but to find with the fullness of gifts, must seek my Majesty and Power, my Divinity in the sweetness, in the purity, in the charity of Mary. It is She who of her heart makes the ciborium for the heart of her and your God. The Body of the Lord became a body in Mary's womb, and it is my Mother who with a smile offers it to you as if she were offering you her beloved Child placed in the cradle of her most pure, maternal heart. It is Mary's joy, in Heaven, to give you her Creature and to give you her Lord.

 

With the Son he gives you his heart without blemish, that heart which has loved and suffered to an infinite extent. It is widely believed that my Mother suffered nothing but morally. No. The Mother of mortals has known all kinds of pain. Not because she deserved it. She was immaculate and Adam's painful heritage was not in her. But because, being Coredemptrix and Mother of all mankind, she had to consume the sacrifice to the end and in all forms. Therefore she suffered, as a woman, the inevitable sufferings of the woman who conceives a creature, she suffered the weariness of the flesh weighed down by my weight, she suffered in giving me birth, she suffered in her hasty flight, she suffered lack of food, she suffered heat, frost, thirst, hunger, poverty, fatigue. Why shouldn't she have suffered if I, the Son of God, submit to humanity's own sufferings?

 

Being holy does not mean being exempt from the miseries of matter. To be redeeming, then, means to be particularly subject to the miseries of the flesh which has painful sensitivities. Holiness and redemption are manifested and reached in all ways, even with toothaches, for example. It is enough that the creature makes of carnal miseries a weapon of merit and not of sin. Mary and I, of the miseries of human nature have made so many burdens of redemption for you. Even now my Mother suffers when she sees you so deaf to grace, rebels against Me. Your Holiness, I repeat, she does not mean the exclusion of pain, but rather she means the imposition of pain. So thank Mary, who gives you to me with a mother's smile, for all the pain that being my Mother has brought her. Never think about saying thanks to Mary in whose womb I became flesh! That Flesh which I now give to you to nourish you for eternal life. Enough: contemplate and adore Me radiant in the Eucharist, in the living throne which is the breast of Mary, my most pure Mother and yours".

 

Now I explain. Sunday, actually not. On Friday the 18th I thought I saw Jesus at the side of the bed, I mentioned it to him. But he did nothing. Sunday the 20th, before she came, while she was there and after her coming for Communion, I seemed to see Jesus, no longer at the side of the bed, but at the end of it, Him giving me the particle. But he had no pyx in his hand: he had his Heart and he gave me his Heart as a particle by taking it off his chest. He was of infinite majesty and sweetness. She then explained to me the meaning of the vision. You must have found it in the notebook dated 20 June. This morning I see Our Lady. She seems seated, smiling with love, and sadness though. She has a dark cloak that descends from her head, open on her dress, which is also dark, it seems brown. At her waist she has a dark belt. They look like three tones of brown. On her head, under her mantle, she must have a white veil because I can see a slight thread of it.

 

On the middle of the chest there is a very large and beautiful Host. And - what constitutes the miraculous of the vision - it seems that through the Species (which here appear like a beautiful quartz: they are bread, but they appear to be brilliant crystal) a beautiful child appears. The Child-God made Flesh. The Madonna, who has her arms open to keep her mantle open, looks at me and then lowers her face and her adoring gaze on her Host which sparkles in her chest. In her chest, not over her chest. It is as if, through mystical X-rays, I could see into Maria's chest, or rather it is as if X-rays made what is inside Maria appears outside. As if Questa were of a body without opacity. I cannot explain. In short, I see this and Jesus explains it to me. The Virgin does not speak. She just smiles. But her smile is as eloquent as a thousand words and more. How I wish I could paint to make him a copy and show him. And above all I would like to show you the different luminosities. There are three of them: one, of a calm sweetness, made up of Mary's body, is the external and protective envelope of the second, radiant and lively luminosity made up of the great Host...

 


Maria Valtorta – Quaderni - 23 giugno 1943:

Maria è il ciborio del Cuore di Dio

 

Dice Gesù: "Nell’altro incontro eucaristico ti ho fatto vedere cosa è l’Eucarestia. Oggi ti mostrerò un’altra verità eucaristica. Se l’Eucarestia è il cuore di Dio, Maria è il ciborio di quel Cuore. Guarda mia Madre, eterno ciborio vivo in cui scese il Pane che viene dal Cielo. Chi mi vuole trovare, ma trovare con la pienezza delle doti, deve cercare la mia Maestà e Potenza, la mia Divinità nella dolcezza, nella purezza, nella carità di Maria. È Lei che del suo cuore fa il ciborio per il cuore del suo e vostro Dio. Il Corpo del Signore si è fatto corpo nel seno di Maria, ed è mia Madre che con un sorriso ve lo porge come se vi offrisse il suo amatissimo Pargolo deposto nella cuna del suo purissimo, materno cuore. È gioia di Maria, nel Cielo, darvi la sua Creatura e darvi il suo Signore.

                                                                                                                                         

Con il Figlio vi dà il suo cuore senza macchia, quel cuore che ha amato e sofferto in misura infinita. È opinione diffusa che mia Madre non abbia sofferto altro che moralmente. No. La Madre dei mortali ha conosciuto ogni genere di dolore. Non perché lo avesse meritato. Era immacolata e l’eredità dolorifica di Adamo non era in Lei. Ma perché, essendo Corredentrice e Madre di tutto l’umano genere, doveva consumare il sacrificio fino al fondo e in tutte le forme. Perciò soffrì, come donna, le inevitabili sofferenze della donna che concepisce una creatura, soffrì stanchezze della carne appesantita del mio peso, soffrì nel darmi alla luce, soffrì nell’affrettata fuga, soffrì mancanza di cibo, soffrì caldo, gelo, sete, fame, povertà, fatica. Perché non avrebbe dovuto soffrire se Io, il Figlio di Dio, soggiacqui alle sofferenze proprie dell’umanità?

 

Essere santi non vuole dire essere esenti dalle miserie della materia. Essere redentori, poi, vuol dire essere particolarmente soggetti alle miserie della carne che ha sensibilità dolorifiche. La santità e la redenzione si manifestano e si raggiungono con tutti i modi, anche con dei mali di denti, per esempio. Basta che delle miserie carnali la creatura se ne faccia un’arma di merito e non di peccato. Io e Maria, delle miserie della natura umana abbiamo fatto tanti pesi di redenzione per voi. Anche ora soffre mia Madre quando vi vede così sordi alla grazia, ribelli a Me. Santità, lo ripeto, non vuole dire esclusione del dolore, ma anzi vuol dire imposizione del dolore. Ringrazia dunque Maria, che mi ti dà con un sorriso di madre, per tutto il dolore che l’esser mia Madre le ha portato. Non ci pensate mai a dire grazie a Maria nel cui seno divenni carne! Quella Carne che ora do a voi per nutrirvi alla vita eterna. Basta: contempla e adora Me raggiante nell’Eucarestia, nel trono vivo che è il petto di Maria, la purissima Madre mia e vostra”.

 

Ora spiego io. Domenica, anzi no. Venerdì 18 mi pareva di vedere Gesù a fianco del letto, gliene ho accennato. Ma non faceva nulla. Domenica 20, prima che venisse lei, mentre c’era lei e dopo la sua venuta per la Comunione, mi pareva di vedere Gesù, non più a fianco del letto, ma in fondo allo stesso, che mi dava Lui la particola. Ma non aveva pisside in mano: aveva il suo Cuore e mi dava come particola il suo Cuore levandoselo dal petto. Era di una maestà e di una dolcezza infinita. Mi spiegò poi il significato della visione. L’avrà trovato nel quaderno in data 20 giugno. Stamane vedo la Madonna. Pare seduta, sorridente con amore, e mestizia però. Ha il manto scuro che le scende dal capo, aperto sulla veste pure scura, sembra marrone. Alla vita ha una cintura scura. Sembrano tre toni di marrone. In testa, sotto al manto, deve avere un velo bianco perché ne intravedo un lieve filino.

 

Sul mezzo del petto raggia un’Ostia grandissima e bellissima. E - quello che costituisce il mirabile della visione - pare che attraverso le Specie (che qui paiono come un quarzo bellissimo: sono pane, ma paiono cristallo brillante) appaia un bellissimo bimbo. Il Bimbo-Dio fatto Carne. La Madonna, che ha le braccia aperte per tenere aperto il manto, guarda me e poi china il volto e lo sguardo adoranti sull’Ostia che sfavilla nel suo petto. Nel suo petto, non sopra al petto. È come se, per dei mistici raggi X, io potessi vedere nel petto di Maria, o meglio è come se dei raggi X facessero apparire al di fuori quello che è dentro a Maria. Quasi Questa fosse di un corpo senza opacità. Non so spiegare. Insomma io vedo questo e Gesù me lo spiega. La Vergine non parla. Sorride solo. Ma il suo sorriso è eloquente come mille parole e più ancora. Come mi piacerebbe saper dipingere per fargliene copia e fargliela vedere. E soprattutto le vorrei fare vedere le diverse luminosità. Sono tre: una, di una pacata soavità, costituita dal corpo di Maria, è l’involucro esterno e protettore della seconda, raggiante e viva luminosità costituita dalla grande Ostia...

 

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