Maria
Valtorta - Notebooks - 23 June 1943:
Mary
is the ciborium of the Heart of God
Jesus says: "In the other
Eucharistic meeting I showed you what the Eucharist is. Today I will show you
another Eucharistic truth. If the Eucharist is the heart of God, Mary is the
ciborium of that Heart. Look at my Mother, eternal living ciborium into which
the Bread that comes from Heaven descended. Whoever wants to find me, but to
find with the fullness of gifts, must seek my Majesty and Power, my Divinity in
the sweetness, in the purity, in the charity of Mary. It is She who of her
heart makes the ciborium for the heart of her and your God. The Body of the
Lord became a body in Mary's womb, and it is my Mother who with a smile offers
it to you as if she were offering you her beloved Child placed in the cradle of
her most pure, maternal heart. It is Mary's joy, in Heaven, to give you her
Creature and to give you her Lord.
With the Son he gives you his
heart without blemish, that heart which has loved and suffered to an infinite
extent. It is widely believed that my Mother suffered nothing but morally. No.
The Mother of mortals has known all kinds of pain. Not because she deserved it.
She was immaculate and Adam's painful heritage was not in her. But because,
being Coredemptrix and Mother of all mankind, she had to consume the sacrifice
to the end and in all forms. Therefore she suffered, as a woman, the inevitable
sufferings of the woman who conceives a creature, she suffered the weariness of
the flesh weighed down by my weight, she suffered in giving me birth, she
suffered in her hasty flight, she suffered lack of food, she suffered heat,
frost, thirst, hunger, poverty, fatigue. Why shouldn't she have suffered if I,
the Son of God, submit to humanity's own sufferings?
Being holy does not mean being
exempt from the miseries of matter. To be redeeming, then, means to be
particularly subject to the miseries of the flesh which has painful
sensitivities. Holiness and redemption are manifested and reached in all ways,
even with toothaches, for example. It is enough that the creature makes of
carnal miseries a weapon of merit and not of sin. Mary and I, of the miseries
of human nature have made so many burdens of redemption for you. Even now my
Mother suffers when she sees you so deaf to grace, rebels against Me. Your
Holiness, I repeat, she does not mean the exclusion of pain, but rather she
means the imposition of pain. So thank Mary, who gives you to me with a
mother's smile, for all the pain that being my Mother has brought her. Never
think about saying thanks to Mary in whose womb I became flesh! That Flesh which
I now give to you to nourish you for eternal life. Enough: contemplate and
adore Me radiant in the Eucharist, in the living throne which is the breast of
Mary, my most pure Mother and yours".
Now I explain. Sunday, actually
not. On Friday the 18th I thought I saw Jesus at the side of the bed, I
mentioned it to him. But he did nothing. Sunday the 20th, before she came,
while she was there and after her coming for Communion, I seemed to see Jesus,
no longer at the side of the bed, but at the end of it, Him giving me the
particle. But he had no pyx in his
hand: he had his Heart and he gave me his Heart as a particle by taking it off
his chest. He was of infinite majesty and sweetness. She then explained to me
the meaning of the vision. You must have found it in the notebook dated 20
June. This morning I see Our Lady. She seems seated, smiling with love, and
sadness though. She has a dark cloak that descends from her head, open on her
dress, which is also dark, it seems brown. At her waist she has a dark belt.
They look like three tones of brown. On her head, under her mantle, she must
have a white veil because I can see a slight thread of it.
On the middle of the chest
there is a very large and beautiful Host. And - what constitutes the miraculous
of the vision - it seems that through the Species (which here appear like a
beautiful quartz: they are bread, but they appear to be brilliant crystal) a
beautiful child appears. The Child-God made Flesh. The Madonna, who has her
arms open to keep her mantle open, looks at me and then lowers her face and her
adoring gaze on her Host which sparkles in her chest. In her chest, not over
her chest. It is as if, through mystical X-rays, I could see into Maria's
chest, or rather it is as if X-rays made what is inside Maria appears outside.
As if Questa were of a body without opacity. I cannot explain. In short, I see
this and Jesus explains it to me. The Virgin does not speak. She just smiles.
But her smile is as eloquent as a thousand words and more. How I wish I could
paint to make him a copy and show him. And above all I would like to show you
the different luminosities. There are three of them: one, of a calm sweetness,
made up of Mary's body, is the external and protective envelope of the second,
radiant and lively luminosity made up of the great Host...
Maria Valtorta – Quaderni - 23 giugno 1943:
Maria è il ciborio del Cuore di Dio
Dice Gesù: "Nell’altro incontro eucaristico ti ho
fatto vedere cosa è l’Eucarestia. Oggi ti mostrerò un’altra verità eucaristica.
Se l’Eucarestia è il cuore di Dio, Maria è il ciborio di quel Cuore. Guarda mia
Madre, eterno ciborio vivo in cui scese il Pane che viene dal Cielo. Chi mi
vuole trovare, ma trovare con la pienezza delle doti, deve cercare la mia
Maestà e Potenza, la mia Divinità nella dolcezza, nella purezza, nella carità
di Maria. È Lei che del suo cuore fa il ciborio per il cuore del suo e vostro
Dio. Il Corpo del Signore si è fatto corpo nel seno di Maria, ed è mia Madre
che con un sorriso ve lo porge come se vi offrisse il suo amatissimo Pargolo
deposto nella cuna del suo purissimo, materno cuore. È gioia di Maria, nel
Cielo, darvi la sua Creatura e darvi il suo Signore.
Con il Figlio vi dà il suo cuore senza macchia, quel
cuore che ha amato e sofferto in misura infinita. È opinione diffusa che mia
Madre non abbia sofferto altro che moralmente. No. La Madre dei mortali ha
conosciuto ogni genere di dolore. Non perché lo avesse meritato. Era immacolata
e l’eredità dolorifica di Adamo non era in Lei. Ma perché, essendo
Corredentrice e Madre di tutto l’umano genere, doveva consumare il sacrificio
fino al fondo e in tutte le forme. Perciò soffrì, come donna, le inevitabili
sofferenze della donna che concepisce una creatura, soffrì stanchezze della
carne appesantita del mio peso, soffrì nel darmi alla luce, soffrì
nell’affrettata fuga, soffrì mancanza di cibo, soffrì caldo, gelo, sete, fame,
povertà, fatica. Perché non avrebbe dovuto soffrire se Io, il Figlio di Dio,
soggiacqui alle sofferenze proprie dell’umanità?
Essere santi non vuole dire essere esenti dalle miserie
della materia. Essere redentori, poi, vuol dire essere particolarmente soggetti
alle miserie della carne che ha sensibilità dolorifiche. La santità e la
redenzione si manifestano e si raggiungono con tutti i modi, anche con dei mali
di denti, per esempio. Basta che delle miserie carnali la creatura se ne faccia
un’arma di merito e non di peccato. Io e Maria, delle miserie della natura
umana abbiamo fatto tanti pesi di redenzione per voi. Anche ora soffre mia
Madre quando vi vede così sordi alla grazia, ribelli a Me. Santità, lo ripeto,
non vuole dire esclusione del dolore, ma anzi vuol dire imposizione del dolore.
Ringrazia dunque Maria, che mi ti dà con un sorriso di madre, per tutto il
dolore che l’esser mia Madre le ha portato. Non ci pensate mai a dire grazie a
Maria nel cui seno divenni carne! Quella Carne che ora do a voi per nutrirvi
alla vita eterna. Basta: contempla e adora Me raggiante nell’Eucarestia, nel
trono vivo che è il petto di Maria, la purissima Madre mia e vostra”.
Ora spiego io. Domenica, anzi no. Venerdì 18 mi pareva
di vedere Gesù a fianco del letto, gliene ho accennato. Ma non faceva nulla.
Domenica 20, prima che venisse lei, mentre c’era lei e dopo la sua venuta per
la Comunione, mi pareva di vedere Gesù, non più a fianco del letto, ma in fondo
allo stesso, che mi dava Lui la particola. Ma non aveva pisside in mano: aveva
il suo Cuore e mi dava come particola il suo Cuore levandoselo dal petto. Era
di una maestà e di una dolcezza infinita. Mi spiegò poi il significato della
visione. L’avrà trovato nel quaderno in data 20 giugno. Stamane vedo la
Madonna. Pare seduta, sorridente con amore, e mestizia però. Ha il manto scuro
che le scende dal capo, aperto sulla veste pure scura, sembra marrone. Alla
vita ha una cintura scura. Sembrano tre toni di marrone. In testa, sotto al
manto, deve avere un velo bianco perché ne intravedo un lieve filino.
Sul mezzo del petto raggia un’Ostia grandissima e
bellissima. E - quello che costituisce il mirabile della visione - pare che
attraverso le Specie (che qui paiono come un quarzo bellissimo: sono pane, ma
paiono cristallo brillante) appaia un bellissimo bimbo. Il Bimbo-Dio fatto
Carne. La Madonna, che ha le braccia aperte per tenere aperto il manto, guarda
me e poi china il volto e lo sguardo adoranti sull’Ostia che sfavilla nel suo
petto. Nel suo petto, non sopra al petto. È come se, per dei mistici raggi X,
io potessi vedere nel petto di Maria, o meglio è come se dei raggi X facessero
apparire al di fuori quello che è dentro a Maria. Quasi Questa fosse di un
corpo senza opacità. Non so spiegare. Insomma io vedo questo e Gesù me lo
spiega. La Vergine non parla. Sorride solo. Ma il suo sorriso è eloquente come
mille parole e più ancora. Come mi piacerebbe saper dipingere per fargliene
copia e fargliela vedere. E soprattutto le vorrei fare vedere le diverse
luminosità. Sono tre: una, di una pacata soavità, costituita dal corpo di
Maria, è l’involucro esterno e protettore della seconda, raggiante e viva
luminosità costituita dalla grande Ostia...
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