Maria
Valtorta - Notebooks - 15 September 1943:
Mary
was Redeemer as I was Redeemer.
Jesus says: “It’s a
widespread opinion among many Christians, and Catholic Christians, that my
Mother never suffered as mortals generally suffer. They believe that the Pain
was upon Her but that, given her immaculate nature; She could bear it
easily because Grace dulled it. In
short, they believe that she received the blow of pain, but that it could not
penetrate her, because she was defended,
as by an unbreakable armor, by her immaculate nature and her grace. But that's a grave mistake. Mary
was the "Immaculate",
exempt from the inheritance of Adam's
guilt and the fruits of this guilt, and in this sense; in fact, she should
have been preserved from suffering because the Creator had created the race of man exempt from pain and death,
which is the supreme pain of man.
But Mary was the Coredemptrix. And the mission of redemption is always a mission of infinite pain. How else could a
redeemer redeem the sins of others?
How can a victim pay for her brothers? Mary
was Redeemer as I was Redeemer.
So it was right that Pain was her
companion. Did it spared me the Pain? No. And yet if Mary was, by a miracle of
God, exempt from man's guilt, she was born of two flesh that became one
flesh through human marriage, I, God,
and therefore pure from any and all guilt or shadow of guilt, having become a
Man through the marriage of Innocence
with Grace and therefore infinitely superior to Her, I have also been sacrificed
to Pain, to Pain that has never been and never will be greater, because it
was pain of flesh and blood, of mind, of heart of soul, of spirit.
Divine Justice, which never lies and
never contradicts itself, was faithful to its ancient promises, and to the
Without Guilt, as the first parents were without guilt, didn’t apply the two
principal condemnations of the flesh, especially of Eve: pain of death and the
pain of childbirth.
My
birth
was a very sweet ecstasy. In the
silence of the night, which isolated the solitary and most humble abode from the world, Mary
had immersed herself in her fervent contemplations
of God. Mary's prayer was always rapture in God. And coming out of the rapture she knew the Son. Indeed, it was the first cry of
the Son-God that snatched the Mother from the spiritual contemplation of God to bring her gaze to contemplate the
greatest miracle in the universe: an
incarnate God for the redemption of man.
Maria's
death
was another kidnapping. Her prayer wrapped
her in the bandages of her love,
depriving her of all human sensitivity,
and Love came to meet her for the
second time to embrace the Bride
desired since before Time was. And if the first encounter was a bending of Love over the Virgin to cover the All
Chaste with its divine shadow and make her fertile with a divine Flesh, the second encounter was the total embrace of the Inviolate with the Love
that attracted her to Himself up to the highest Heaven. The last contemplation of Mary on Earth ended in Heaven,
where the Lovers of God, where the
Anxious of the Son was able to fix
herself forever, adoring, on the Father, on the Son, on the Holy Spirit,
her perennial desires and her eternal lovers.
But before that hour, poor Mother, she had to immerse herself
in Pain. And what were her pains
throughout her life, whose peak is in the days of my death, I have already told
you. And how, being destined to co-redeemer,
She felt all the harshness, and why she felt it, I have told you more than
once. She always thinks that She is
a Teacher of Pain just as I am a Master of Life, she always
thinks that Pain is true, absolute,
only when God is no longer close to
a spirit to support him in trials. You think that Mary was alone in the
terrible hour to know the horror of solitude
and to expiate your desperations as
creatures. It is Hope, as well as Faith and Charity. The three theological
virtues are personified in her, because no one in the world loved like her,
no one believed and above all no one hoped.
She was an abyss of hope. And
therefore I placed her as your star
to show you the way to Heaven. If you always believe in Her, you will
never know the horror of despair and
you will not kill yourself with despair. Mary,
Hope of God who was waiting for you to accomplish the Redemption of man, be man's
hope.
Don’t lose, mortals, the sight of the Morning Star whose rays are made by the seven
swords of her fixed in her most sweet and pure Heart, fixed for your love.
Live in Her. And in the Saint who is the Mother of God and who prays
tirelessly for you before Our Throne,
die. Mary, who fell asleep on the Heart of God, now lives in Heaven with the glorified flesh. The soul
that falls asleep on Mary's Heart
will have glorified flesh in Heaven
when the time is fulfilled, because She
is your Salvation".
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Maria Valtorta – Quaderni - 15 settembre
1943:
Maria era redentrice come Io ero
Redentore.
Dice Gesù: “È opinione diffusa in molti
cristiani, e cristiani cattolici, che mia Madre
non abbia mai sofferto come
generalmente soffrono i mortali. Credono che il Dolore sia stato su Lei
ma che, data la sua natura immacolata, Ella lo abbia potuto sopportare
agevolmente perché la Grazia lo
attutiva. Insomma credono che Ella
ricevesse l’urto del Dolore, ma che esso non potesse penetrare in Lei perché Ella era difesa, come da una
infrangibile corazza, dalla sua natura immacolata e dalla Grazia. Ma è un grave errore. Maria era la “Immacolata”, esente dalla eredità della
colpa di Adamo e dei frutti di tale
colpa, e in tale senso, infatti, avrebbe dovuto essere preservata dal soffrire
perché il Creatore aveva creato la
razza dell’uomo esente dal dolore e dalla morte, che è il supremo dolore
dell’uomo. Ma Maria era la Corredentrice. E la missione di
redentore è sempre missione di infinito
dolore. Altrimenti come potrebbe un redentore riscattare i peccati degli altri?
Come può una vittima pagare per i fratelli? Maria era redentrice come Io ero Redentore. Giusto quindi
che il Dolore fosse il suo compagno. Mi ha forse risparmiato il
Dolore? No. Eppure se Maria era, per
un miracolo di Dio, esente dalla
colpa dell’uomo, Lei nata da due carni divenute una carne sola per umano
coniugio, Io, Dio, e perciò puro da
ogni e qualsiasi colpa o ombra di colpa, divenuto Uomo per gli sponsali della Innocenza con la Grazia e perciò
infinitamente superiore a Lei, sono
pure stato sacrificato al Dolore, al
Dolore che più grande non è mai
stato e mai sarà, perché fu dolore di carne e sangue, di mente, di cuore,
d’anima, di spirito. La Giustizia divina, che non mentisce e non
contraddice mai Se stessa, fu fedele
alle sue antiche promesse, e alla Senza
Colpa, come erano senza colpa i genitori primi, non applicò le due
principali condanne della carne, di Eva in specie: il dolore della morte e il
dolore del parto.
La mia nascita fu un’estasi dolcissima. Nel silenzio della notte, che isolava dal mondo la
dimora solitaria e umilissima, Maria
s’era immersa nelle sue fervide contemplazioni
di Dio. La preghiera di Maria era sempre rapimento in Dio. E uscendo dal rapimento conobbe il Figlio. Fu anzi il primo pianto del Figlio-Dio quello che strappò la Madre dalla contemplazione spirituale di Dio per portare il suo sguardo a
contemplare il Miracolo più grande dell’Universo: un Dio incarnato per la redenzione
dell’uomo.
La morte di
Maria fu un altro rapimento. L’orazione l’avvolse nelle sue bende
d’amore, precludendole ogni sensibilità umana, e l’Amore le venne incontro per la seconda volta per stringere a Sé la Sposa desiderata da
prima che il Tempo fosse. E se il primo incontro fu un piegarsi dell’Amore sulla Vergine per coprire
della sua divina ombra la Tutta Casta
e renderla feconda di una Carne divina,
il secondo incontro fu l’abbraccio
totale dell’Inviolata con l’Amore
che l’attrasse a Sé sin
nell’altissimo Cielo. La
contemplazione ultima di Maria sulla
Terra ebbe termine in Cielo, dove l’Innamorata di Dio, dove l’Ansiosa del Figlio
poté per sempre affissarsi, adorando, sul Padre,
sul Figlio, sullo Spirito Santo, suoi perenni desideri e
suoi eterni amatori.
Ma prima di quell’ora, povera Mamma, ha dovuto intridere Se stessa nel Dolore. E quali siano stati i suoi dolori di tutta una vita, il cui
vertice è nei giorni della mia Morte, già te ne ho parlato. E come, essendo
destinata a corredentrice, Ella ne
sentì tutta l’asprezza, e perché la sentì, più di una volta te l’ho detto. Pensa sempre che Ella è Maestra di Dolore
come Io sono Maestro di Vita, pensa
sempre che il Dolore è vero, assoluto, solo quando Dio non è più presso ad uno spirito per sorreggerlo nella prova.
Pensa che Maria fu sola nell’ora
tremenda per conoscere l’orrore della solitudine e per espiare le vostre disperazioni di creature. Essa è la Speranza, oltre che la Fede e la Carità. Le tre virtù teologali hanno in Lei la personificazione, perché nessuno al mondo amò come Lei, nessuno
credette e soprattutto nessuno sperò.
Fu un abisso di speranza. E perciò
ho messo Lei stella vostra per
indicarvi la via del Cielo. Se in
Lei crederete sempre, non conoscerete mai l’orrore della disperazione e non
ucciderete voi stessi con la disperazione. Maria,
Speranza di Dio che attendeva Lei per compiere la Redenzione dell’uomo, sia dell’uomo la speranza.
Non perdete, o mortali, la vista della Stella del Mattino i cui raggi sono fatti dalle sette spade infisse nel suo Cuore dolcissimo e purissimo, infisse per vostro amore. Vivete in Lei. E nella Santa che è Madre di Dio e che per voi prega, senza stancarsi, davanti al Nostro Trono, morite. Maria, che si addormì sul Cuore di Dio, vive ora in Cielo con la carne glorificata. L’anima che si addormenta sul Cuore di Maria avrà in Cielo la carne glorificata quando il tempo sarà compiuto, perché Ella è Salvezza vostra".
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