Friday, August 11, 2023

Maria Valtorta - Notebooks - 7 September 1943

 


Maria Valtorta - Notebooks - 7 September 1943:

 

Between my heart torn open by the spear, and that of the most afflicted one who held me in her lap, there was no difference between life and death.

 

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Jesus says: "Blessed is the fruit of your womb". Divine and virginal motherhood makes Mary second only to God. But don’t stop and look solely at Mary's glory. Think what it cost her to achieve that glory. Foolish is he who looks at Christ in the light of the resurrection and doesn’t meditate on the dying Redeemer in the darkness of Good Friday. I would not have had resurrection if I had not suffered death, and I would not have accomplished Redemption if I had not been martyred. Foolish is he who thinks of Mary's glory and doesn’t meditate on how she reached glory. The fruit of her womb, I, the Christ Word of God, has torn her womb. And you don't misunderstand my words. I didn't torture him humanly. She was superior to human miseries, Eve's condemnation was not upon her, but she was not superior to Pain.

 

And the great, capital, sovereign, absolute Pain penetrated her, with the violence of a meteor falling from Heaven, at the very moment in which she experienced the ecstasy of the embrace with the creator Spirit. Bliss and pain tied Mary's heart in a single bond at the moment of her lofty "Fiat" and her most chaste marriage. Bliss and pain merged into one as she had become one with God. Called to a redemptive mission, pain surpassed bliss from the first moment. This came at the Assumption of her. Joined by the Spirit of wisdom, She had revealed to the spirit what future was reserved for her Creature, and there was no more joy, in the usual sense of the word, for Mary. With each passing hour, while I was forming myself drawing life from her blood of a virgin mother, and hidden in my depths I had unspeakable exchanges of love with my Mother, an incomparable love and pain rose like waves of a stormy sea in the heart of Mary and scourged her with their power.

 

My Mother's heart knew the bite of the swords of pain from the moment in which the Light, leaving the center of the Triune Fire, penetrated Her, initiating the Incarnation of God and the Redemption of man; and that bite grew, hour by hour, during the holy gestation: Divine Blood which was formed with a source of human blood, the Son's Heart which beat to the rhythm of the Mother's heart, Eternal Flesh which was formed with the immaculate flesh of the Virgin. The pain was greater when I was born to be Light to a world in darkness. The bliss of the mother who kisses her creature changed, in Mary, into the certainty of the Martyr who knows martyrdom is closest. Blessed is the fruit of your womb.

 

Yes. But I, to that breast which deserved all the joy intended for an Adam without fault, I had to give all the pain. It is for you. For you it is worth grieving Joseph. For you the puerperium among so much squalor. For you the prophecy of Simeon who turned the blade in her wound, reaffirming and sharpening the bite of the sword. For you the flight to a foreign land, for you the anxieties of a lifetime, for you the anxieties of knowing that I am an evangelizer and persecuted by enemy castes, for you the fear of capture, the torment of multiple tortures, the agony of my agony, the death of my death. I was collected on the bosom that had carried me with a pity which could not be more; but, in truth, I tell you that between my heart stopped in the vital motion and torn open by the spear, and that of the most afflicted one who held me in her lap, there was no difference of life and death.

 

Mary's heart and her breasts were killed as I, the Innocent, was killed. To the miracles connected with the Redemption, known and unknown, evident to all or revealed to the privileged, add this too: of the continuation of life in Mary by the work of the Eternal after her heart was broken by and for the human race like that of the Son her Jesus. You, who don’t know and don’t want to bear the pain, think what pain it must have been that of the Blessed, of the Immaculate, of the Saint, to carry within her a lacerated, dead, abandoned heart, and to see a lifeless, mangled, bloody, livid body, which was the body of the Son, the Flesh of her flesh, the Blood of her blood, the Life of her life, the love of her spirit?

 

You had Me because Mary accepted, thirty-three years before Me, to drink the chalice of bitterness. At the edge of the cup that I drank amid blood sweats, I found the taste of my Mother's lips, and the bitterness of her tears was fused with the gall of my sacrifice. And, believe it, making her suffer, she who didn't deserve the pain, was the most costly thing for Me. The abandonment of the Father, the pain of my Mother, the betrayal of the friend in which all the betrayals of the future were contained, these are the most atrocious things of my atrocious…”.

 


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Maria Valtorta – Quaderni - 7 settembre 1943:

 

Tra il mio cuore squarciato dalla lanciata, e quello della Afflittissima che mi teneva in grembo, non vi era differenza di vita e di morte.

 

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 Dice Gesù: “Benedetto il frutto del tuo seno”. La maternità divina e verginale rende Maria seconda soltanto a Dio. Ma non soffermatevi a guardare unicamente la gloria di Maria. Pensate cosa le costò conseguire quella gloria. Stolto colui che guarda il Cristo nella luce della risurrezione e non medita il Redentore morente nelle tenebre del Venerdì santo. Non avrei avuto risurrezione se non avessi patito la morte, e non avrei compiuto la Redenzione se non avessi avuto il martirio. Stolto colui che pensa la gloria di Maria e non medita a come Ella giunse alla gloria. Il frutto del suo seno, Io, il Cristo Verbo di Dio, ha straziato il suo seno. E non capite malamente le mie parole. Non l’ho straziato umanamente. Ella era superiore alle miserie umane, su Lei non era la condanna di Eva, ma non era superiore al Dolore.

 

 E il Dolore grande, maiuscolo, sovrano, assoluto, è penetrato in Lei, con la violenza di una meteora che precipita dal Cielo, nel momento stesso in cui Ella conobbe l’estasi dell’abbraccio con lo Spirito creatore. Beatitudine e dolore hanno stretto in un unico laccio il cuore di Maria nell’attimo del suo altissimo “Fiat” e del suo castissimo sposalizio. Beatitudine e dolore si fusero in una cosa sola come Ella era divenuta una cosa sola con Dio. Chiamata a una missione di redentrice, il dolore superò sin dal primo momento la beatitudine. Questa venne alla sua Assunzione. Congiunta allo Spirito di sapienza, Ella ebbe rivelato allo spirito quale futuro era riserbato alla sua Creatura, e non vi fu più gioia, nel senso abituale della parola, per Maria. Ad ogni ora che passava, mentre mi formavo attingendo vita al suo sangue di madre-vergine, e nascosto nel profondo avevo inenarrabili scambi di amore con la Madre mia, un amore e un dolore senza paragone si alzavano come onde di un mare in tempesta nel cuore di Maria e la flagellavano con la loro potenza.

 

Il cuore di mia Madre conobbe il morso delle spade del dolore dal momento in cui la Luce, lasciando il centro del Fuoco Uno e Trino, penetrò in Lei iniziando l’Incarnazione di Dio e la Redenzione dell’uomo; e quel morso crebbe, ora per ora, durante la santa gestazione: Sangue divino che si formava con una sorgente di sangue umano, Cuore del Figlio che pulsava al ritmo del cuore della Mamma, Carne eterna che si formava con la carne immacolata della Vergine. Più grande il dolore nel momento in cui nacqui per essere Luce ad un mondo in tenebre. La beatitudine della madre che bacia la sua creatura si cambiò, in Maria, nella certezza della Martire che sa più prossimo il martirio. Benedetto il frutto del tuo seno.

 

Sì. Ma Io, a quel seno che meritava tutta la gioia destinata a un Adamo senza colpa, ho dovuto dare tutto il dolore. E per voi. Per voi la pena di addolorare Giuseppe. Per voi il puerperio fra tanto squallore. Per voi la profezia di Simeone che le rigirò la lama nella ferita, ribadendo e acutizzando il morso della spada. Per voi la fuga in terra straniera, per voi le ansie di tutta una vita, per voi gli affanni di sapermi evangelizzante e perseguitato dalle caste nemiche, per voi lo spavento della cattura, il tormento della molteplice tortura, l’agonia della mia agonia, la morte della mia morte. Sono stato raccolto sul seno che m’aveva portato con una pietà quale più non poteva essere; ma, in verità, vi dico che tra il mio cuore fermo al moto vitale e squarciato dalla lanciata, e quello della Afflittissima che mi teneva in grembo, non vi era differenza di vita e di morte.

 

Il cuore di Maria ed il suo seno erano uccisi come ero ucciso Io, l’Innocente. Ai miracoli connessi alla Redenzione, noti ed ignoti, palesi a tutti o rivelati ai privilegiati, aggiungete anche questo: del continuare della vita in Maria per opera dell’Eterno dopo che il suo cuore fu spezzato dal e per il genere umano come quello del Figlio suo Gesù. Voi, che non sapete e non volete sopportare il dolore, lo pensate che dolore sarà stato quello della Benedetta, dell’Immacolata, della Santa, portare in sé un cuore lacerato, morto, abbandonato, e vedere sul suo seno raccolto un corpo senza vita, straziato, sanguinoso, livido, che è stato il corpo del Figlio, la Carne della sua carne, il Sangue del suo sangue, la Vita della sua vita, l’amore del suo spirito?

 

Voi mi avete avuto perché Maria ha accettato, trentatré anni prima di Me, di bere il calice dell’amarezza. Sull’orlo della coppa che ho bevuto fra sudori di sangue, ho trovato il sapore delle labbra di mia Madre, e l’amaro del suo pianto era fuso col fiele del mio sacrificio. E, credetelo, di farla soffrire, Lei che non meritava il dolore, è stata per Me la cosa più costosa. L’abbandono del Padre, il dolore di mia Madre, il tradimento dell’amico in cui erano tutti i tradimenti dei futuri, ecco le cose atrocissime del mio atroce…”.

 


 

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