Maria
Valtorta - Notebooks - 7 September 1943:
Between
my heart torn open by the spear, and that of the most afflicted one who held me
in her lap, there was no difference between life and death.
Jesus says: "Blessed
is the fruit of your womb". Divine and virginal motherhood makes Mary second only to God. But don’t stop and look solely at Mary's glory. Think what it cost her to
achieve that glory. Foolish is he who looks at Christ in the light of the resurrection and doesn’t meditate on the
dying Redeemer in the darkness of Good Friday. I would not have had
resurrection if I had not suffered death, and I would not have accomplished Redemption if I had not been martyred. Foolish is he who thinks of Mary's glory and doesn’t meditate on
how she reached glory. The fruit of
her womb, I, the Christ Word of God,
has torn her womb. And you don't misunderstand my words. I didn't torture him
humanly. She was superior to human
miseries, Eve's condemnation was not upon her, but she was not superior to
Pain.
And the great, capital,
sovereign, absolute Pain penetrated
her, with the violence of a meteor falling from Heaven, at the very moment in
which she experienced the ecstasy of the embrace with the creator Spirit. Bliss and pain tied Mary's heart in a single bond at the moment of her lofty "Fiat" and her most chaste
marriage. Bliss and pain merged into one as she had become one with God. Called to a redemptive mission, pain surpassed bliss from the first moment.
This came at the Assumption of her.
Joined by the Spirit of wisdom, She
had revealed to the spirit what future was reserved for her Creature, and there
was no more joy, in the usual sense of the word, for Mary. With each passing hour, while I was forming myself drawing
life from her blood of a virgin mother, and hidden in my depths I had
unspeakable exchanges of love with my Mother, an incomparable love and pain rose like waves of a
stormy sea in the heart of Mary and
scourged her with their power.
My Mother's heart knew the bite of the swords of pain from the moment
in which the Light, leaving the
center of the Triune Fire,
penetrated Her, initiating the Incarnation of God and the Redemption of man; and that bite grew,
hour by hour, during the holy gestation:
Divine Blood which was formed with a
source of human blood, the Son's Heart
which beat to the rhythm of the Mother's
heart, Eternal Flesh which was
formed with the immaculate flesh of the Virgin.
The pain was greater when I was born to be Light
to a world in darkness. The bliss of the mother who kisses her creature
changed, in Mary, into the certainty
of the Martyr who knows martyrdom is
closest. Blessed is the fruit of
your womb.
Yes. But I, to that breast
which deserved all the joy intended for an Adam without fault, I had to give
all the pain. It is for you. For you it is worth grieving Joseph. For you the puerperium
among so much squalor. For you the prophecy of Simeon who turned the blade in her wound, reaffirming and
sharpening the bite of the sword. For you the flight to a foreign land, for you
the anxieties of a lifetime, for you the anxieties of knowing that I am an evangelizer and persecuted by enemy castes, for you the fear of capture, the
torment of multiple tortures, the agony of my agony, the death of my death. I
was collected on the bosom that had carried me with a pity which could not be
more; but, in truth, I tell you that between my heart stopped in the vital motion and torn open by the spear, and
that of the most afflicted one who
held me in her lap, there was no difference of life and death.
Mary's
heart
and her breasts were killed as I, the Innocent,
was killed. To the miracles connected with the Redemption, known and unknown, evident to all or revealed to the
privileged, add this too: of the continuation of life in Mary by the work of the Eternal
after her heart was broken by and
for the human race like that of the Son
her Jesus. You, who don’t know and don’t want to bear the pain, think what
pain it must have been that of the Blessed,
of the Immaculate, of the Saint,
to carry within her a lacerated, dead, abandoned
heart, and to see a lifeless, mangled, bloody, livid body, which was the
body of the Son, the Flesh of her flesh, the Blood of her blood, the Life of her life,
the love of her spirit?
You had Me because Mary accepted, thirty-three years before Me,
to drink the chalice of bitterness.
At the edge of the cup that I drank amid blood sweats, I found the taste of my Mother's lips, and the bitterness of her tears was fused with the gall of my sacrifice. And, believe it, making
her suffer, she who didn't deserve the pain, was the most costly thing for Me. The abandonment of the Father, the pain of my Mother, the betrayal of the friend in
which all the betrayals of the future were contained, these are the most
atrocious things of my atrocious…”.
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Maria Valtorta – Quaderni - 7 settembre
1943:
Tra il mio cuore squarciato dalla
lanciata, e quello della Afflittissima che mi teneva in grembo, non vi era
differenza di vita e di morte.
Dice Gesù: “Benedetto il frutto del tuo
seno”. La maternità divina e verginale
rende Maria seconda soltanto a Dio. Ma non soffermatevi a
guardare unicamente la gloria di Maria. Pensate cosa le costò conseguire quella gloria.
Stolto colui che guarda il Cristo
nella luce della risurrezione e non medita il Redentore morente nelle tenebre del Venerdì santo. Non avrei avuto risurrezione se non avessi patito la
morte, e non avrei compiuto la Redenzione
se non avessi avuto il martirio.
Stolto colui che pensa la gloria di Maria e non medita a come Ella giunse alla
gloria. Il frutto del suo seno, Io, il Cristo
Verbo di Dio, ha straziato il suo seno. E non capite malamente le mie
parole. Non l’ho straziato umanamente. Ella era superiore alle miserie umane,
su Lei non era la condanna di Eva, ma non era superiore al Dolore.
E il Dolore grande, maiuscolo, sovrano,
assoluto, è penetrato in Lei, con la
violenza di una meteora che precipita dal Cielo, nel momento stesso in cui Ella
conobbe l’estasi dell’abbraccio con lo Spirito
creatore. Beatitudine e dolore hanno stretto in un unico laccio il cuore di
Maria nell’attimo del suo altissimo
“Fiat” e del suo castissimo
sposalizio. Beatitudine e dolore si fusero in una cosa sola come Ella era divenuta una cosa sola con Dio.
Chiamata a una missione di redentrice,
il dolore superò sin dal primo momento la beatitudine. Questa venne alla sua Assunzione. Congiunta allo Spirito di sapienza, Ella ebbe rivelato
allo spirito quale futuro era riserbato alla sua Creatura, e non vi fu più
gioia, nel senso abituale della parola, per Maria. Ad ogni ora che passava,
mentre mi formavo attingendo vita al suo sangue di madre-vergine, e nascosto
nel profondo avevo inenarrabili scambi di amore
con la Madre mia, un amore e un
dolore senza paragone si alzavano come onde di un mare in tempesta nel cuore di
Maria e la flagellavano con la loro potenza.
Il cuore di mia
Madre conobbe il morso delle spade
del dolore dal momento in cui la Luce,
lasciando il centro del Fuoco Uno e
Trino, penetrò in Lei iniziando l’Incarnazione di Dio e la Redenzione
dell’uomo; e quel morso crebbe, ora per ora, durante la santa gestazione: Sangue divino che si formava con una
sorgente di sangue umano, Cuore del
Figlio che pulsava al ritmo del cuore
della Mamma, Carne eterna che si
formava con la carne immacolata della Vergine.
Più grande il dolore nel momento in cui nacqui per essere Luce ad un mondo in tenebre. La beatitudine della madre che bacia
la sua creatura si cambiò, in Maria,
nella certezza della Martire che sa
più prossimo il martirio. Benedetto
il frutto del tuo seno.
Sì. Ma Io, a quel seno che meritava tutta la gioia
destinata a un Adamo senza colpa, ho dovuto dare tutto il dolore. E per voi.
Per voi la pena di addolorare Giuseppe.
Per voi il puerperio fra tanto squallore. Per voi la profezia di Simeone che le
rigirò la lama nella ferita, ribadendo e acutizzando il morso della spada. Per
voi la fuga in terra straniera, per voi le ansie di tutta una vita, per voi gli
affanni di sapermi evangelizzante e perseguitato
dalle caste nemiche, per voi lo spavento della cattura, il tormento della
molteplice tortura, l’agonia della mia agonia, la morte della mia morte. Sono
stato raccolto sul seno che m’aveva portato con una pietà quale più non poteva
essere; ma, in verità, vi dico che tra il mio cuore fermo al moto vitale e
squarciato dalla lanciata, e quello della Afflittissima
che mi teneva in grembo, non vi era differenza di vita e di morte.
Il cuore di
Maria ed il suo seno erano uccisi come ero ucciso Io, l’Innocente. Ai
miracoli connessi alla Redenzione,
noti ed ignoti, palesi a tutti o rivelati ai privilegiati, aggiungete anche
questo: del continuare della vita in Maria
per opera dell’Eterno dopo che il
suo cuore fu spezzato dal e per il genere umano come quello del Figlio suo Gesù. Voi, che non sapete e
non volete sopportare il dolore, lo
pensate che dolore sarà stato quello della Benedetta,
dell’Immacolata, della Santa,
portare in sé un cuore lacerato, morto, abbandonato, e vedere sul suo seno
raccolto un corpo senza vita, straziato, sanguinoso, livido, che è stato il
corpo del Figlio, la Carne della sua
carne, il Sangue del suo sangue,
la Vita della sua vita, l’amore del
suo spirito?
Voi mi avete avuto perché Maria ha accettato, trentatré anni prima di Me, di bere il calice dell’amarezza. Sull’orlo della coppa
che ho bevuto fra sudori di sangue, ho trovato il sapore delle labbra di mia Madre, e l’amaro del suo pianto era
fuso col fiele del mio sacrificio. E, credetelo, di farla soffrire, Lei che non
meritava il dolore, è stata per Me la
cosa più costosa. L’abbandono del Padre,
il dolore di mia Madre, il
tradimento dell’amico in cui erano tutti i tradimenti dei futuri, ecco le cose
atrocissime del mio atroce…”.
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