Friday, May 24, 2024

Maria Valtorta – Notebooks - 26 December 1943

 


Maria Valtorta – Notebooks - 26 December 1943:

 

Most Holy Mary: Over all the children who cry because they no longer have a mother, I am close.

 

Maria Valtorta – HOME PAGE

 

Mary says: “Many, already enraptured in the heights of mysticism, were allowed to see my Holy Infant Son, to also hold Him to their hearts. But few were allowed to see me while I rendered to His Humanity the sweetest care that a mother gives to her newborn baby. It’s placing my faithful, in the deepest intimacy of our Family and of my life. It’s to make the love to give to my Jesus ever easier and more perfect, of whom you can admire the humility, the delicacy, the weakness of a new-born and receive from His wandering mouth one of the most profound lessons of sacrifice and charity given by Him. During His earthly life. Maria, if you think about it, I walked the path of visions backwards.

 

In an entirely supernatural manner and therefore dissimilar to what a human would follow, who usually begins from the humblest to ascend to the most exalted, because his lack of energy doesn’t allow him to fly to great and sudden heights. I, however, since I know that your senses need the grandiose to be fascinated, I followed another path. Mine. I have attracted and won your spiritual attention, with visions of glorious beauty; then, when I saw you taken and in love with me, I instructed and prepared you for the most intimate knowledge of your Mother and for the most profound lessons of my life and that of my Creature, the basic lessons of humility, the antidote to poison of Lucifer who, from Adam onwards, harms you so much and deviates you from the path of God.

 

I appeared to you, through the goodness of my Son, bearer of the living Eucharist, then Mother of the Savior, then exalted in Heaven. And after these silent visions of light and joy, which like celestial nets surrounded you and brought you to me, I taught you. If your soul had rebelled against the sweet net due to spiritual heaviness, I would have left you. But you wrapped yourself in them, making those visions your joy, your desire, your spur to always improve. And then, after the Queen, I showed you the Mother. To console you, without your mother anymore. To raise you, to my humility. To kidnap you in my joy. I always come when the time is right. I have always loved you. But I asked Jesus for you when I read God's mind that soon you would no longer have a mother.

 


He prepared the meeting and the union, may He be blessed! And I came. Didn't I, on Calvary, spiritually and collectively take on my mission as a mother? As in John I took you, orphans of Christ, you, of the nascent Church left without its Parent, so I take you when you remain orphans of the One who was your father and mother. At the union with Love and in contact with the heart of the Son, who was nourished by my heart, my heart took on the limitlessness of the heart of God, and I love you all, oh orphans of the Earth, and only if you want I give you my arm for support, my shoulder for support, my breast for rest, my heart to love you. And if everyone is not given, not by my will but due to their lack, to feel my embrace with the sense of a flesh now made almost spirit by the love that refines you, on all the children who cry because they no longer have a mother, I'm near.

 

Tell it to those who cry. Tell them to believe in me not only as a deified Queen, but as a true Woman to whom maternal tenderness is not unknown. Tell them to call me in their tears with the most beloved of names, the one I had from the Son, from His childhood to His ascension to Heaven and beyond: "Mom!". I will be the “mom”. Can you see how beautiful my baby is?! Do you understand why now every figuration, no longer has light and value for you?

 

You see my naked and sublime Maternity as it was, delicate as a rose born in a snowy winter landscape, pure as an April dawn, holy as an angelic cry, humble as it had to be to be that of the Victor of Pride eternal. You cannot consider those words foreign to you. I might even teach you. But I don't want to do it. You wouldn't understand them anyway, and they would only serve the scientific curiosities of curious desecrators of the mystery. Keep its harmony in your heart like the luminous sound of a stream of pearls. And you continue to be worshipful. I am with you".

 

Jesus says: “Remember that you will not be great by contemplations and revelations, but by your sacrifice. God grants you the first not through your merit, but through His infinite goodness. The second is the flower of your spirit, and it’s the one that has merit in My eyes. Increase it without human considerations, to the limit of your physical and spiritual strength. The more you rise, the higher I will kidnap you. And don't be afraid. And don't worry if the inside shows through. Even seeing someone kidnapped in God is sanctification for the brothers. Don't put anything of your own. Never pollute this pool of mystical life, with human elements. And let Me do it, I won't tell you more about this either. Blessed in my mother”.

 


------------------------------

 

Maria Valtorta – Quaderni - 26 dicembre 1943:

 

Maria Santissima: Su tutti i figli che piangono perché non hanno più madre, io sono presso.

 

Maria Valtorta – HOME PAGE

 

Dice Maria: “A molti, già rapiti nelle altezze della mistica, fu concesso di vedere il mio Santo Figlio infante, di stringerlo anche al cuore. Ma a pochi fu concesso vedermi mentre rendevo alla Sua Umanità le più dolci cure che una madre dona al suo neonato. È mettere il mio fedele, nell’intimità più profonda della nostra Famiglia e della mia vita. È rendervi sempre più facile e perfetto l’amore da dare al mio Gesù, del quale potete ammirare l’umiltà, la delicatezza, la debolezza di neogenito e ricevere dalla sua bocchina vagente una delle più profonde lezioni di sacrificio e di carità da Lui date durante la sua vita terrena. Maria, se rifletti, ho percorso a ritroso il cammino delle visioni.

 

In maniera tutta soprannaturale e perciò dissimile da quella che avrebbe seguito un umano, il quale di solito comincia dal più umile per salire al più eccelso, perché la sua poca lena non gli permette il volo a grandi e subite altezze. Io invece, poiché so che ai vostri sensi, per essere affascinati, occorre il grandioso, ho seguito altra via. La mia. Ho attirato e conquiso la tua attenzione spirituale, con visioni di gloriosa bellezza; poi, quando ti ho vista presa e innamorata di me, ti ho istruita e preparata alle più intime conoscenze della Madre tua e alle più profonde lezioni della mia vita e di quella della mia Creatura, alle lezioni-base dell’umiltà, antidoto al veleno di Lucifero che da Adamo in poi, tanto vi nuoce e vi devia dalla via di Dio.

 

Ti sono apparsa, per bontà del Figlio mio, portatrice della viva Eucarestia, indi Madre del Salvatore, poscia esaltata in Cielo. E dopo queste silenziose visioni di luce e gioia, che simili a celesti reti ti hanno circuita e portata a me, ti ho ammaestrata. Se la tua anima si fosse ribellata alla dolce rete per pesantezza spirituale, ti avrei lasciata. Ma tu vi ti sei avvolta, facendo di quelle visioni la tua gioia, il tuo desiderio, il tuo sprone al sempre meglio. E allora, dopo la Regina, ti ho mostrato la Mamma. Per consolare te, senza più mamma. Per innalzare te alla mia umiltà. Per rapire te nella mia gioia. Vengo sempre quando è il momento. Ti amavo da sempre. Ma ti ho chiesta a Gesù quando lessi nel pensiero di Dio, che presto non avresti avuto più mamma.

 


Egli ha preparato l’incontro e l’unione, che ne sia benedetto! Ed io sono venuta. Non ho, sul Calvario, preso spiritualmente e collettivamente la mia missione di madre? Come ho preso in Giovanni voi, orfani di Cristo, voi, della Chiesa nascente rimasta senza il suo Genitore, così prendo voi quando rimanete orfani di chi vi era padre e madre. All’unione con l’Amore e al contatto col cuore del Figlio, che del mio cuore si nutriva, il cuor mio ha preso l’illimitatezza del cuore di Dio, e vi amo tutti, o orfani della Terra, e sol che voi vogliate vi do il mio braccio per sostegno, la mia spalla per appoggio, il mio seno per riposo, il mio cuore per amarvi. E se a tutti non è dato, non per mia volontà ma per manchevolezza loro, di sentire il mio abbraccio col senso di una carne ormai resa quasi spirito dall’amore che vi affina, su tutti i figli che piangono perché non hanno più madre, io sono presso.

 

Dillo a coloro che piangono. Di’ loro che credano in me non solo come deificata Regina, ma come vera Donna alla quale non è ignota la materna tenerezza. Di’ che mi chiamino presso il loro pianto col più amato dei nomi, quello che ebbi dal Figlio, dalla sua puerizia alla sua ascensione al Cielo e oltre: “Mamma!”. Io sarò la “mamma”. Il mio Bambino lo vedi come è bello?! Comprendi perché ormai ogni figurazione non ha più per te, luce e valore?

 

Tu vedi la nuda e sublime mia Maternità così come fu, delicata come una rosa nata in un paesaggio nevoso d’inverno, pura come un’alba d’aprile, santa come un grido angelico, umile come doveva per esser quella del Vincitore della Superbia eterna. Non puoi ritenere quelle parole a te straniere. Potrei anche insegnartele. Ma non voglio farlo. Non le capiresti ugualmente, e non servirebbero che alle curiosità scientifiche dei curiosi profanatori del mistero. Serbatene l’armonia nel cuore come il suono luminoso di un rivo di perle. E continua ad essere adoratrice. Io sono con te”.

 

Dice Gesù: “Ricordati che non sarai grande per le contemplazioni e le rivelazioni, ma per il tuo sacrificio. Le prime te le concede Iddio non per tuo merito ma per sua infinita bontà. Il secondo è fiore del tuo spirito, ed è quello che ha merito agli occhi Miei. Aumentalo senza considerazioni umane, sino al limite delle tue forze fisiche e spirituali. Più ti alzerai e più ti rapirò in alto. E non temere. E non ti affliggere se l’interno traspare. Anche vedere un rapito in Dio, è santificazione per i fratelli. Tu di tuo non mettervi nulla. Non inquinare mai questa polla di vita mistica, con elementi umani. E lasciami fare, anche in questo non ti dico di più. Bèati in mia madre”.

 

#MariaValtorta #mariavaltorta

#Gospel #Vangelo #Jesus

#Gesù #Cristiani #Christians

#HolyMary #MariaSantissima

Medjugorje


Thursday, May 23, 2024

The Four Tears - Part 14

 


The Four Tears

Fantasy Tale

Part 14 of 31

 

The Four Tears - HOME 


"I'm not afraid, to do what the fate has reserved for me!" Fawnier said quickly, boldly.

The Enchantress smiled faintly, and then rising from the Jade Throne, she clapped her hands; and immediately from the center of the room... a small green and gold base was formed as if by magic, just over a meter high; where you could see the prints of two hands.

"And this, what would it be?" asked Fawnier surprised, while with curiosity… he approached at the fairy base.



"What you see...” Elrjana replied calmly “...is the Magic Portal, which opens the fairy chest, where the Sungreen magic armor is located. But as I have already explained to you… only a great warrior can wear the very powerful Sungreen armor”.

Fawnier with a resolute air, moved even closer to the base of the Magic Portal; and without hesitation, he put his hands where the two fingerprints were.

In the high arched vaults of the enchanted castle, the many flying fishes began to speed quickly… in the opposite direction. At the same time, the tree frogs began to croak inharmoniously as they hopping on the outer walls of the castle.

Suddenly, a greenish light began to run off from the Magical Portal, and became more and more intense... until it became a very powerful beam of light, which entirely enveloped the disharmonious body of the Prince.

Suddenly, the Prince felt a very strong burning in his hands... to such an extent that he was forced to withdraw them.

Nuvjel ran to his aid; and saw Fawnier's hands, red.



"But what trick is this?" Fawnier blurted out, with a reproachful tone "Fire came out of that portal, not armor!" the Prince's gaze turned to Elrjana, was severe.

"My young Prince... not always boldness and impulsiveness, are synonymous with inner strength" explained Elrjana, heartening him "The decision made by the Magic Portal, was right and balanced" subsequently the Enchantress, turning towards the two ladies, asked "So my sweet young ladies... are you afraid to test your courage?”-

Amista, for a moment stared at Nuvjel, and then commented in a low voice "But... the only person who could have been a warrior… is my brother. How can we ladies, carry out the deeds of a valiant fighter?” even Coryador and Igryn seemed to agree, while some tree frogs stared at them with curiosity, beyond the transparent wall.



"Do you really believe, that the strength of the heart... should rest in a man's chest?" replied the Enchantress, firmly.

Amista was surprised by those words; and turning towards the Nymph, she enunciated "Nuvjel... my sister's fate is in your hands...” Amista concluded with enthusiasm.

"Actually, I've never fought...” Nuvjel stated, trying to appear calm “...but if this is to be my destiny... so be it!" and even if a little uncertain, Nuvjel put her hands on the footprints of the Magic Portal.

Fawnier's face darkened.

After a few moments, the jade-colored light returned to shine and inflame; but also the Nymph... had to withdraw her hands, from too much heat. The shrill croaking of tree frogs seemed to increase.

Fawnier quickly, dragged Nuvjel away from the Magic Portal, and then with a furious expression, replied in disgust "I knew... it's all a deception to torment us! Maybe we’ll have to go and fight, just as we are!”-

Amista in a restless tone, replied “Elrjana, why have you given us false declarations? Maybe… to take revenge for our intrusion into your Kingdom”-

Elrjana didn’t answer, but with a gesture of her hand, she gestured to the Princess... to try too. At that gesture, both the white deer Coryador and the falcon Igryn, stared at each other in perplexity. And the numerous falcons and deer, who scrutinized the scene from beyond the transparent walls of the castle, exchanged expressionless glances as well.

Amista promptly stated “How…? But are you kidding? You know well, that my hands are made of crystal… They could never resist at the warmth of that strange light” and saying these words, she approached at her brother… as if to seek protection.

 


The Prince now more and more nervous, but at the same time, trying to protect his sister, didn’t disdain to say “Amista, don't even think about it. If the Enchantress is a gentlewoman of her word, she’ll let us pass. We’ll do it even without the magic armor...”-

"No, Fawnier... the decision is up to your sister" the expression of the Enchantress was serious "So, Princess Amista. What’s your sentence? But before answer, I warn you. Without the Sungreen magical armor... the Sovereign Horjon, will annihilate you".

Hundreds of flying fish left the high arched vaults of the castle… and fluttered gracefully around the Princess. Which she, thoughtful, hesitantly took off her rhino leather gloves; handing them over to her brother. Then, with inquisitive eyes, she stared at her hands… as if looking for an answer.

“Amista, No! Don't fall into her trap!" his brother exploded "Think about it... you’ll be left without hands!”-

Amista, after a moment of meditation, turned to Fawnier, saying “I know. But what do I need my hands for... if I can't use them? You don't know what it means to spend your entire existence, without being able to do what you want. Do you know how many times I would have liked to caress a child, shake a friend's hand, and lend help to those who gently... asked me to? …And all this without any fear of breaking my hands in a thousand of fragments of crystal. I have lived my entire existence, with the fear of not being worth anything. I have always felt like a burden for everyone... And now, the opportunity presents itself to me, to show that I can do something for others. If my hands break… at least I’ll be left with the thought, that I did something for Pintaqua”.

"Amista...” Fawnier murmured, pushing away with his hands some flying fish; which fluttered gracefully around her sister "Assuming that you can take the Magic Armor... I remind you, you aren’t inclined to combat. You have always been a girl, modest and delicate. Think carefully…” in saying this, Fawnier handed the rhino leather gloves, to his sister.



Amista scrutinized her crystal hands again; then in a faint voice… she explained “What you say, it's true. But I repeat... if you knew in my heart, how many times I have wished to live my life, with safety and vitality... without being treated like a disabled person. And now, perhaps... the possibility presents itself to me, to let all the energies that I have reluctantly placed in it, gush out from my heart. No dear brother. I have to do it… for me… for you… and for our sister…” and after these last words, Amista walked with a determined step towards the Magic Portal; and even if with vacillating hands... she placed them on the two footprints.

The tree frogs sharpened their disharmonious croaking, while the flying fish embraced closer to the Princess, flying around her, frenziedly.

 


As soon as Amista had put her hands to the Magical Portal, a greenish light came out again and invaded her whole person.

The terrified Prince Fawnier ran towards Amista to stop her; but he was surrounded by a multitude of flying fish, which suddenly swooped towards him. Even the flying fish that revolved around the Princess joined their fellows to try to restrain the Prince. In so doing, the multiple flying fish created a sort of living wall; preventing Fawnier from reaching his sister.

Igryn and Coryador didn’t delay any longer... and tried to free Fawnier, from the attack of the flying fish.

The many deer and hawks, which had remained motionless to observe the scene... immediately started for the entrance of the fairy castle... with the intention of rescuing the Prince. But they were all forced to stop, as hundreds of mother-of-pearl tree frogs began to jump on them, preventing them from accessing the castle.

In all that confusion, Nuvjel didn’t know what to do, seen and considered... that the singing of her, on the animals had no effect.

Suddenly, a muffled scream… came out of Amista's mouth; who was now bathed in the most powerful green light, which sparkled with a strange jade fire.

"Enough!" shouted Fawnier, shocked “Elrjana, close the Magic Portal! Have pity on my sister!" the Prince was held back from acting, due to the many flying fish, which prevented him from doing any action.

Meanwhile, the few tree frogs left on the outer walls of the castle, croaked and jumped with agitation.

 


The echo of Amista's voice had not yet completely disappeared... that suddenly numerous silver-green moths emerged from the magic portal. The multiple moths began to flutter quickly around Amista; they looked just like… maddened moths.

In short, the silver-green moths settled delicately on the sculptural body of the Princess. Finally, when Amista was submerged by hundreds of fairy moths... all together in unison, they began to transform into a shining and beautiful... magical armor; the famous and powerful Sungreen armor.

Seeing all these portents, both Fawnier and his animal friends, refrained from fighting again, against the flying fish and tree frogs; and with renewed astonishment… they set about staring at that wonderful scene. And in that moment of apparent calm, all the flying fish returned to flutter in a circle, on the wide vaults of the castle. At the same time, the tree frogs stopped attacking the deer and hawks outside the castle; and still hopping... they returned with trepidation, towards the outer walls of the Fairy Castle.

Fawnier and the Nymph gasped, as they observed Amista's wonderful transformation. Even the deer and hawks outside the castle, were stunned to see the Princess, covered in the beautiful and mighty… enchanted Sungreen armor.

The Sungreen armor was made of fairy silver with emerald veins; and was also equipped with a strange helmet, which was formed by tiny arches of fairy metal. The arches like petals of a flower encircled the face of the Princess, letting glimpse her sweet gaze, and at the same time… vigorous. In addition to her gaze, you could glimpse the sweet and soft lips of the Princess.

But the first to be amazed by that sudden transformation, was of course Amista; which perceiving herself covered from head to toe, by the mighty and admirable Sungreen armor... she scrutinized herself in amazement. Indeed, her astonishment increased when Amista discovered that her crystal hands were completely covered with a silver patina and glaze, always with green veins. But the really sensational thing is that Amista could make any gesture, without feeling the heaviness of the armor.



"It's just as you think, Amista... try it, and you'll see for yourself" argued with amiability, Elrjana; as if she knew the Princess's hidden thoughts. After that, Elrjana made a gesture with her head, and instantly a white bat appeared, carrying a beautiful rose... made up of emerald petals.

Fawnier and the Nymph looked at the bat with the rose in amazement, without understanding what was happening.

Suddenly, the white bat dropped the rose, formed by emerald petals from above... right over Amista; which she grabbed it with a quick wave of her hand.

"No!" Fawnier yelled, worried “What are you doing? Do you know that…”-

"Don't worry” her sister promptly said. And without another word, she handed the rose to Fawnier with a smile. Naturally the Prince, after giving the precious flower to the Nymph, took his sister's hands... trying to see if there were any cracks. And after making sure that the fairy armor had protected Amista's crystal hands... he smiled.



Finally, the Enchantress said "So Amista... are you satisfied? The portal, has decided that it’s you, who have the purity and strength necessary… to carry out the terrible battle, against the Sovereign Horjon”.

"I, however... I don't think I'm up to this arduous task" replied Amista in a low voice; while she still incredulous examined her hands covered by the fairy armor "Perhaps, the magic portal has erred... only now I realize that I have done wrong, to want to take the Sungreen armor. I acted on impulse, without thinking about it calmly”.

The brother approached the Princess, and with a confident expression, declared "Amista... the Sungreen armor cannot be wrong. I don't know how... or why. But if has chosen you... it’s a sign that you are worthy of it. Also, I think it’s for this reason that the Fairy Handmaids have suggested to take you with me. They knew exactly, what would happen”.

“Thank you, Fawnier…” Amista sighed, observing her brother with affection “But as you well know… I've never fought. How will I face the mighty legions of Horjon”-

At that point, the Enchantress interrupted the two brothers' speech "You, have never fought? Are you really sure? And what about all the inner battles, you have faced with yourself? All the times you have had to suppress your desires to live your life, like everyone else? And the countless times that you have faced and defeated anger and resentment, for not being able to do what others were allowed...? And what about all the moments you held back tears… when you felt like a river in flood? And of the many times, that you have endured the gossips, that behind your back, made fun of your disability? And you… don’t call all this fighting? In truth, of all the people I have known... you are the one who knows how to fight best" concluded the Enchantress, with a firm voice.

At those words, Amista smiled faintly, and she knelt at the feet of the Enchantress; and then she added in a low voice “I see that you read in my heart… your thoughtful words, infuse me with the confidence and strength, which I didn’t think I possessed. I am grateful to you for all of this. Thanks…”-



The Enchantress with one hand raised the Princess, then with an amiable voice she confided "Amista... now the time has come, for you to know the sword of light, which will support you in the bloody battle against Horjon" she continued with an affectionate voice "The sword is called Sunlivre. And you can make it spring out of the Fairy Bracelet, placed on your right wrist, by the power of thought...” then, regardless of the Princess's surprised expression, she continued "Come on... now try to make it spring out”.

Amista at those words seemed a bit perplexed; and curiously, she stared at the Fairy Bracelet on her right wrist “A sword? Enchantress Elrjana, you forget that my hands, even if covered with this magical armor... are made of crystal. Are you sure that this armor... will allow me to hold it in my hand”- Some flying fish with blue-green crystal wings returned to circle in harmony… around the Princess.

“Don't you remember the words I said to you, a little while ago? You weren’t afraid to take a rose made of splendid emeralds; and now you tremble with dismay... for a simple sword?” Elrjana concluded, showing off a slight smile.

"A flower cannot make a heart tremble, but a sword... it's a whole other thing" the Princess hesitantly replied.

"You don't have to think that" Elrjana replied, in a clear voice "Now that you have the Sungreen magic armor, you don't need to worry anymore, because of the fragility of your crystal hands" Elrjana's encouraging smile, had a certain positive effect in Princess’ heart. And anyway, to those words... Amista couldn’t resist asking "Do you mean... that the Fairy Armor will allow me to live like any other person? That I can touch not only the flowers, but anything else… without fear of breaking or cracking my hands”-



"Of course" the Enchantress Elrjana promptly replied, while staring at the incredulous face of the Princess "Even when you want to remove the Magic Armor... it will always remain a fairy veil on your hands; that will allow you to perform any gesture. But now, do as I told you… think intensely about the magic sword Sunlivre. Come on, don’t be afraid”.

Amista, felt gratified by those words... reflecting to herself "I must trust the Enchantress... until now, she has always told the truth...” and so, the Princess began to think intensely about the Sunlivre sword; while the flying fish darted faster and faster around her person.

The flight of the fairy fish with blue-green crystal wings, was sublime... it seemed to be inside a magical vortex. And finally… as if by magic… from the Fairy Bracelet on her right wrist, started to come out the beautiful and shining, Sunlivre fairy sword. The enchanted sword was magically attached to the Fairy Bracelet. In essence, the Princess could move the sword, without having to hold it in her hands; also because the Sunlivre sword, despite being clearly visible to everyone... was impalpable. Indeed, while appearing similar to the color of the armor, the sword was composed only of magical light. That's right... the sword emanated a mighty and brilliant white light, with a wonderful golden nuance; which entirely sheathed, the magical sword.

 

AMAZON:

 

---------------------------------

 


Le Quattro Lacrime

Racconto Fantasy

Parte 14 di 27

 

The Four Tears - HOME 

 

Le orecchie da coniglio del Re Conrab nel vedere Vampjria, si misero ad oscillare; e come per istinto… si abbassarono. Alla fine, il Re visibilmente scosso, espose concitato “Ma… Mauram…? Sei proprio tu?”. Il cuore del Re sussultò di orrore, nello scrutare gli occhi gialli, le dita divenute artigli, e le lugubri cicatrici nere che rigavano il volto e le braccia, della figlia. Per non parlare degli scorpioni stregati, che passeggiavano convulsamente sulle braccia della Principessa.



Infine Vampjria, arrestandosi sopra un tavolo intarsiato, con atteggiamento aggressivo, rispose “No. Mauram non esiste più… Io sono Vampjria!” scandendo le ultime parole, con tono beffardo. I pungiglioni degli scorpioni stregati, parvero irrigidirsi.

Allo sgomento del Re Conrab, rispose Liorz, proferendo con voce rassicurante “Conrab… non temere… dopo che i nostri nemici saranno stati sconfitti. Mauram tornerà come prima…” la Regnante, non ebbe il coraggio di guardare negli occhi, il marito.

“Cosa le avete fatto? Questa volta sono stati superati tutti i limiti! E in quanto a te, Issurjot… ti farò espellere dal mio regno, per sempre!” urlò infuriato Conrab, avvicinandosi al mago, puntandogli un dito accusatore.

E mentre la barba, da rossa diveniva lentamente arancione, Issurjot con voce serafica, ma allo stesso tempo… velata di una freddezza pungente, rispose “Come…?! Osate sfidarmi? Proprio voi, che non avete fatto altro, che seguire ciecamente gli ordini della Regina? Ma per favore… Non mi fate ridere…” la barba arancione del mago, per un attimo… sembrava divenire viola.

Liorz, non riuscì a trattenersi oltre “Adesso basta, Issurjot! Non vi permetto di trattare in questo modo, mio marito! E visto che ci siamo… vi ordino di far tornare mia figlia come prima! Ora!” la Regnante si alzò dal trono e si diresse con collera, verso il mago.

A quelle parole espresse con tanta veemenza, Issurjot non rispose. Ma fece di nascosto un cenno a Vampjria, la quale con velocità e determinazione… piombò volando… sul Re Conrab. Dopodiché, con le sue dita artigliate… cominciò a risucchiargli l’energia vitale. Nel far questo, una specie di bolla magica, che aveva la funzione di non far avvicinare nessuno… ricopriva le due figure. In quel preciso istante, si potevano altresì notare alcuni scorpioni… camminare nervosamente, sul viso del Re. I loro tetri pungiglioni, pur se bramosi di preda… non infierirono sul povero sventurato.

Liorz nel ravvisare quella terribile scena, non perse tempo, e cercò di fermare Vampjria; ma dovette bloccarsi… poiché la bolla magica, non permetteva a nessuno di oltrepassarla. Allora Liorz, iniziò ad urlare al mago “Fermatela! Issurjot, fatela smettere!”.



Siril si mise a fare un fischio arcigno di contentezza, sbatacchiando le orrende ali da pipistrello.

Intanto, il Re Conrab era come soggiogato, sotto il morso mentale della perfida Vampjria; la quale senza allentare la presa, continuava a privargli l’energia vitale, mediante le sue lunghe e tortuose mani artigliate. Nel compiere questo terribile gesto, si poteva osservare una fioca luce giallastra, che fuoriusciva dalla testa del Re… per poi venire risucchiata, dalla fronte di Vampjria. In quel frangente, gli scorpioni stregati parvero aumentare a dismisura… coprendo la corporatura del Re.

“Vampjria…” sibilò Issurjot, con viscida pacatezza “Adesso, puoi lasciarlo andare”. A quell’ordine, Vampjria ubbidì; e nel preciso momento in cui lasciò la presa… il Re cadde a terra svenuto; ed immediatamente la magica bolla protettiva… scomparve. Contemporaneamente… gli scorpioni stregati tornarono magicamente all’interno delle tenebrose cicatrici, che erano sulle braccia di Vampjria.



Liorz andò subito a soccorrere il marito, e con affanno misto a rabbia, gridò “Che cosa ti ha fatto? Conrab rispondi! Cosa ti ha fatto, quel mostro?”.

Il mago lisciandosi la barba, con voce untuosa… puntualizzò “Oh… niente… almeno per ora… È semplicemente stato privato momentaneamente, della sua energia vitale. Ma questa è solo una piccola dimostrazione, di quello che avverrà anche a voi, mia diletta Regina… se non seguirete le mie direttive. Mi avete compreso?” finì il mago sprezzante, mentre la sua barba divenne bianca.

Liorz sempre ricurva accanto al marito, voltò repentinamente il viso verso il mago; poi con rabbia, riprese a dire “Perché avete fatto tutto questo? Che cosa ambite realmente, Issurjot? Vi rammento che basta un mio comando, e tutte le guardie vi spediranno fuori dal mio regno, a calci!”.

A quelle sagaci affermazioni, il mago si mise a fare una sonora risata; seguito a ruota da Vampjria. Poi accostandosi a Liorz, come una serpe si avvicina alla sua preda… intimò sottilmente “Mia diletta Regina… mi credete così insulso? Ho sentito chiaramente cosa stavate confabulando, con vostro marito. E questo proprio quando il Sovrano Horjon, ambisce conquistare il vostro regno? Sapete una cosa…? Mi deludete…” il volto del mago, si rifletteva in maniera distorta, su un lucido ed enorme vaso d’argento.

“Quello che devo dire a mio marito, e ricordatevelo bene… vostro Monarca; sono affari che non vi riguardano!” rispose a tono la Regnante “Adesso fate tornare mio marito come prima… o vi giuro che…” ultimò Liorz a denti stretti.

“Il Re Conrab, da adesso fino alla vittoria finale, rimarrà confinato nella sua sontuosa camera” poi volgendo lo sguardo a Vampjria, il mago aggiunse “Vampjria, per favore… riporta tuo padre, nella sua stanza regale. E assicurati, che il Dotto lo segua con cura”.

“Certamente, Lord Issurjot. Consideratelo, già fatto” asserì Vampjria con voce cavernosa. Dopodiché, la Principessa prese il padre svenuto, e sempre volando… lo condusse nella sua regale stanza.



Chiuso il portone della Sala del Trono, Issurjot riprese a dire “Non vi preoccupate per il Re” asserì con determinazione “Ve lo ripeto… rimarrà nella sua stanza, fino a quando non riusciremo insieme, a sconfiggere il nostro comune avversario. Sono stato abbastanza chiaro, mia diletta Regina?”.

“Come osate, parlarmi in questo tono? Quello che vi ho esposto, è un ordine! Fate tornare mio marito, quello di sempre! Ora!” lo apostrofò aspramente la Regnante, mentre la sua coda tamburellava nervosamente sul pavimento.

Issurjot fece un ghigno verace; in seguito tirò fuori dal suo tascone, il medaglione delle Quattro Lacrime. Dopodiché con voce sinuosa e sottile, dichiarò “Mia diletta Regina… ora che ricordo… Avete dimenticato il vostro amato medaglione. Vedete? Sembra ansimare… desidera tornare dalla sua padrona; cosa ne dite? Non lo bramate più? Non ricercate più, la sua stuzzicante verve?” e mentre proferiva queste serpentine parole, il mago teneva ben in vista il medaglione; porgendolo a Liorz… come si porge un osso ad un cane.

La Regnante fissava febbrilmente il medaglione, adesso che lo scorgeva, ne sentiva la mancanza… bramandolo con tutta se stessa. Anzi… non capiva il perché, non lo aveva desiderato prima.

Velocemente con la sua coda, la Regnante si riappropriò del medaglione; dopodiché lo afferrò con mani avide. Poi con voce ansante, sussurrò “Il mio medaglione… pensavo di non averne più bisogno. Ma il suo calore… e la sua magia recondita… mi mancano terribilmente…”.

E mentre la civetta Siril, si appollaiò su un vaso vetro e oro, il mago disse “Avete detto bene, mia diletta Regina” rassicurò Issurjot, con un sorrisino sgargiante “Adesso cominciate a comprendere che ho bisogno di voi, per debellare il Sovrano Horjon? E vostro marito, non è in grado di governare il nostro regno, con tenacia e determinazione… Quindi sarò io stesso, a mettere armonia e ordine. Che ne dite di tutto questo, mia diletta Regina?” la barba divenne di un viola acceso.

“Non avete tutti i torti…” rispose con voce smorzata Liorz, mentre vezzeggiava il medaglione “Mio marito non ama compiere atti di guerra…” poi fissando il mago, con sguardo supplichevole “…comunque tornerà come prima, vero?”.

“Certamente” espose Issurjot, con un sorriso beffardo, scrutando di sbieco Siril che svolazzò sopra il capo di una statua argentata, che raffigurava un guerriero.

“Il Re rimarrà in uno stato di semi incoscienza, proprio come è avvenuto ultimamente per mano dei vostri figli ribelli. Così tutti penseranno che c’è stata una ricaduta… Ah… mia diletta Regina, c’è un’ultima cosa che devo chiedervi”.

Liorz con espressione smarrita, enunciò “Parlate pure Issurjot, cosa vi turba?”.

“Le vostre guardie, e il vostro esercito…” espose Issurjot con aria soddisfatta “Da oggi in poi, seguiranno le mie direttive, e le mie disposizioni. Sapete meglio di me, che lo faccio per l’interesse di tutta Arkovia…”.



La Regnante rimase per un attimo attonita, da quella rivelazione; dalla sua espressione traspariva chiaramente che non se lo aspettava… e con una smorfia di spasimo, affermò “L’esercito? Volete comandare tutte le milizie di Arkovia? Ma… perché…? Mi avete sempre detto di seguire, le norme riposte nel Tomo Corvino… Mi avete sempre parlato di come il Tomo Corvino, ci avvisava dell’attacco da parte di Horjon, e di come dovevamo premunirci per l'imminente guerra contro di lui. E poi Mauram… non è forse per questo, che vi ho aiutato a farla divenire quel… quel coso? E allora perché volete impadronirvi, di ciò che non vi appartiene?" e mentre la Regnante si accomodava di nuovo sul trono, la sua coda di leone, si avvinghiò con forza, su una gamba del trono.



Il mago mentre la Regina parlava, si era messo a sfiorare nervosamente la lunga barba… la quale adesso era di color ocra; e poi non appena Liorz ebbe finito; con voce infingarda, Issurjot pronunciò "Mia diletta Regina… Certamente, che il Sovrano attaccherà il nostro regno. Ma solo io, sono in grado di ordire un piano strategico, che farà in modo di annientare le armate di Horjon. Invero, il Sovrano è un uomo di poche parole… ma di grande loquacità… in fatto di armi e vendette” proseguì il mago, sprezzante “Tuttavia, non avete nulla da temere… il Tomo Corvino dice la verità su molte cose… Per cui, sappiate mia diletta Regina, che non aspiro ad agguantare l’esercito per conquistare il posto di vostro marito. La mia unica ambizione, è di portare ordine ed equilibrio, in un regno che sta per sprofondare… nello sfacelo più ineffabile!” dalla vetrata rotta, entrò una folata di vento gagliardo, che smosse le lunghe tende della Sala del Trono.

“Issurjot, rispondete a questa semplice domanda… Perché volete divenire il capitano, del mio esercito?” domandò Liorz, in tono inquisitorio.

Il mago Issurjot con sagacia… rispose “Mia diletta Regina, mi permetto di rammentarvi… che a volte la verità può essere manipolata… da coloro che la sanno gestire. Esattamente come ha fatto il Sovrano Horjon, che ha sedotto e traviato i vostri sventurati figli. Sapete meglio di me, che per frenare una tale malizia e scaltrezza… ci vuole qualcuno che le sappia contrastare con decisione. E io, senza falsa modestia… me ne intendo di raggiri del pensiero ed arti magiche. Insomma, per questa ragione, e solo per un breve periodo… mi assicurerò che le armate di Arkovia, siano sotto la tutela di colui che con fermezza, sconfiggerà Horjon!” Issurjot prima di riprendere il discorso, all’improvviso lanciò in aria due sfere di cristallo prese da un tascone, le quali ad una certa altezza… fecero una serie di lampi color fuoco.

La Regnante, sembrava ormai completamente rapita ed assorta, da quello che le suggeriva con tanto impeto, il mago Issurjot. Mentre la sua facoltà di ricordare, pareva affievolirsi; a tal punto da non rammentare nemmeno, i meravigliosi quadri della figlia Pintaqua.



Non a caso, a tratti si poteva scorgere il medaglione, lanciare piccole stille di luce bluastra… le quali per alcuni istanti… sembravano ottenebrare lo sguardo della Regnante.

“E va bene Issurjot… prendete pure il comando delle milizie di Arkovia” replicò Liorz a voce bassa, scrutando i lampi rossi provenienti dalle sfere fatate, che vibravano saette da tutte le parti “L’unica cosa che non comprendo, è che bisogno c’era… di infierire su mio marito” concluse Liorz, mentre fissava il mago, con aria di sfida.

“Oh… bè… suvvia mia diletta Regina, sapete che Vampjria è un po’ tesa e inquieta; e a volte agisce in maniera impulsiva… Ma come vi ho già spiegato, tutto tornerà come prima. Il morso mentale di Vampjria, non dura poi molto… Vedrete che fra qualche tempo, vostro marito e mio benvoluto Re, tornerà più in forma che mai” e con queste ultime parole, il mago diede un’occhiata a Siril, la quale si mise a gracchiare contenta. Dopodiché Issurjot, seguito dalla civetta Siril, se ne uscì dalla Sala del Trono, con aria temeraria.

 

“Ma quando terminerà, questo tortuoso e freddo tunnel?” domandò con aria affaticata la Ninfa, rivolgendosi ad Amista. La Principessa non rispose… infatti era troppo immersa nei suoi pensieri.

Amista stava riflettendo su quello che Elrjana gli aveva proferito; soprattutto riguardo al mistero del medaglione magico della madre. E pensava tra sé “La nostra maledizione… il segreto di tutti i nostri guai… risiede in quel malefico medaglione. Finzione o realtà? Chi lo può dire? L’Incantatrice può aver mentito… ma comunque, sembrava saperne molto più di noi…”.

“Amista” gridò la Ninfa “Mi stai ascoltando?”.

La Principessa, come destata da un lungo dormiveglia, un po’ titubante rispose “…Eh? …Nuvjel, cosa dicevi?” i leggiadri e tenui riflessi del sole, che oltrepassavano il lago, le rischiaravano il viso.

“Stavo per l’appunto ribadendo, che il tunnel sembra non terminare mai…” replicò la Ninfa, con un tono di apprensione “Gli animali, sembrano essere all’estremo delle loro forze. E anch’io in verità, ho bisogno di un po’ di riposo…” lo sguardo si voltò verso un enorme pesce arancione, che la fissava curioso, al di là della parete d’acqua del tunnel.

Amista osservò Igryn e Coryador, e tutti gli altri cervi e falchi. Sembrava proprio così… erano spossati e infreddoliti. Mentre il lungo e umido tunnel al di sotto del lago, sembrava non finire mai.



“Nuvjel… io non credo che sia saggio, indugiare in questo ambiente malsano e umido. Proviamo a pazientare ancora un po’… sono certa che… Ma… guarda là in fondo… mi sembra di scorgere una luce. La vedi anche tu?” e così dicendo, Amista con un barlume di speranza dipinto sul volto, indicò con la mano, un punto lontano del lungo tunnel. Dove da quell’enorme massa di acqua, pareva spuntare fuori… una fioca luce giallognola.

La Ninfa fissò il punto preciso delineato dalla Principessa, e poi rispose “Sì… è vero… pare anche a me, di distinguere un lieve chiarore…” e prima che potesse aggiungere qualcos’altro, il falco Igryn si mise a trasvolare velocemente, verso il lungo tunnel; per poi tornare trionfante e felice, lanciando di tanto in tanto, fischi di contentezza.

“Basta, Igryn… abbiamo capito…” aggiunse Amista “Qua sotto, i tuoi strilli di gioia, sembrano urli di drago. Ti prego, smettila…”. E Igryn seguito da tutti gli altri falchi, si librarono verso la ormai ben visibile uscita, del lungo e tortuoso tunnel d’acqua.

 

Nel regno di Arkovia, le cose si mettevano male. I cittadini che vivevano nelle adiacenze del castello, non avevano ancora compreso con esattezza, quello che era avvenuto nel palazzo reale. Le molteplici voci e dicerie, si rincorrevano come fiumi in piena… La gente era confusa, e desiderava dei chiarimenti. Infatti, la triste notizia che il Re Conrab era di nuovo piombato vittima, di qualche sortilegio… aveva messo tutti in apprensione ed allerta. Molti cittadini, asserivano di sapere con precisione quello che era avvenuto; e narravano di aver visto il Principe Fawnier e la sorella Amista, fuggire via… portandosi con sé, parte del tesoro reale. Altri, enunciavano che per porre fine alla dinastia paterna, ed appropriarsi del regno di Arkovia… il Principe Fawnier ed Amista, si erano alleati con il Sovrano Horjon. Ed infine, alcuni della popolazione dichiaravano che il Re Conrab, era di nuovo sprofondato in un sortilegio, compiuto con malizia ed inganno, dai perfidi druidi del Sovrano Horjon.



In tutto questo clima di isteria collettiva, non mancò di passare inosservato il fatto… che adesso tutte le guardie e i soldati, portavano sulle loro divise, un sigillo non più reale… vale a dire, la figura di un leone dorato, circondato da quattro azzurri zaffiri; ma che riguardava il mago Issurjot. Il sigillo infatti, adesso effigiava un drago rosso, con le ali dorate. In altre parole, in tutto questo andirivieni di notizie ed ambasciate funeste, la gente cercava disperatamente di comunicare con qualcuno del castello; proprio per sapere quale fosse la verità dei fatti. Ma purtroppo, era impossibile oltrepassare lo sbarramento, formato dalle numerose sentinelle, che circondavano spavaldamente il castello. Le quali, con arroganza e senza compassione, allontanavano con le loro lunghe lance… tutti coloro che chiedevano dei chiarimenti.

Ma una mattina, nella piazza centrale della cittadina attigua al castello, si vide un giovane araldo dirigersi con pacata sicurezza, verso il popolo. L’araldo era scortato da numerose sentinelle, armate di tutto punto. Ed altresì, l’araldo portava con sé una pergamena, che stringeva nelle sue mani… come fosse un tesoro di inestimabile valore.

L’araldo, aspettò che la piazza fu interamente gremita di gente; dopodiché iniziò a leggere a gran voce, il proclama che giungeva direttamente dal castello “Per disposizioni del nuovo comandante dell’esercito, Lord Issurjot. Tutti gli uomini che hanno raggiunto l’età del mezzo sole, sono vincolati ad unirsi alle armate del regno di Arkovia”.

La folla iniziò a guardarsi incredula, e a borbottare “Il mago Issurjot, è il nuovo comandante dell’esercito? Ma da quando?”.

“Inoltre, Lord Issurjot…” continuò il messaggero, come se niente fosse “…dispone che le inadeguate tassazioni che finora ci sono state… siano aumentate due volte tanto. Questo perché Arkovia diventi un regno forte e potente, e non rimanga a tergo nei riguardi delle visioni di guerra, che si prospettano all’orizzonte, da parte di regni nemici” concluse asciutto l’araldo, il quale si mise a fissare una folla indispettita e contrariata.

Difatti, a quelle parole conclusive, la folla iniziò a lamentarsi e a gridare “Questo non è giusto! Paghiamo già troppe tasse! E poi… che fine hanno fatto, il Re Conrab e la Regina Liorz? Solo a loro, daremo il nostro beneplacito!” e tutti insieme con urli e grida, si accodarono a questi rimbrotti.

Le sentinelle fecero non poca fatica, a tenere a bada la folla recalcitrante.

Comunque, poco dopo… l’araldo con aria infingarda, riprese a declamare “Coloro che non seguiranno alla lettera gli ordini di Lord Issurjot, saranno deportati nelle celle del castello. Augurandovi una buona continuazione di giornata, Lord Issurjot vi saluta con deferenza” ed infine l’araldo, arrotolò la pergamena, con aria soddisfatta.

Inutile aggiungere, che la folla diede in escandescenza; insultando sia l’araldo che le sentinelle. Le quali dopo aver arrestato un paio di accalorati sostenitori della giustizia… tronfi e baldanzosi, se ne tornarono al castello.

 


Una donna sulla sessantina, parlando al marito, disse “Hai visto? Adesso le cose sono peggiorate. Chissà dove andremo a finire… Lo sanno tutti, che quel mago è crudele; e poi…”.

“Ma no…” la interruppe il marito “Mia cara… dimentichi che abbiamo quei capelli dorati, che abbiamo preso alla Principessa Mauram. Domani, li venderò al mercato… vedrai che con il gruzzolo fatto, ce ne andiamo via da qui; per di più…” ma non fece nemmeno in tempo a finire la frase, che un’oscura ombra… passò sopra la sua testa.

La moglie seguita da alcuni cittadini, alzarono il capo per osservare meglio… e con sorpresa di tutti i presenti, avvistarono la terribile Vampjria; la quale volava come una folgore, sopra le loro teste. Alcuni passanti, notarono degli orripilanti scorpioni cadere a terra.

La Principessa, mentre svolazzava sopra la folla, ogni tanto osservava la cartina magica datagli dal mago. Difatti, la cartina fatata, non solo mostrava le abitazioni di quanti le avevano strappato i capelli dorati… ma altresì era in grado di ritrarre magicamente, i volti di coloro che li avevano strappati via.

Infine, Vampjria dopo aver messo la cartina magica in una tasca della sua lugubre veste nera… raggiunse in un baleno, il marito della donna.

L’uomo, non fece nemmeno in tempo a comprendere cosa fosse quell’ombra… che Vampjria con i suoi lunghi e perfidi artigli, iniziò ad assorbirgli la sua energia vitale, mediante il famigerato… morso mentale. Si potevano rilevare molteplici scorpioni stregati, che fuoriuscivano magicamente dalle nere cicatrici della Principessa, per poi tuffarsi e lanciarsi… sopra il corpo del malcapitato. I loro pungiglioni, parevano smaniosi e vogliosi di preda.

 

AMAZON:

 

#TheFourTears #LeQuattroLacrime

#flaviasanti #fable #ecriture

#fairytale #fantasy #novella

#literary #scrittura #racconto

#art #favola #fiaba #Novel

#Filmmaking #movie

#hollywood #lungometraggio #cinema

#marchen #fabula


Flavia Santi - Poem n. 154 - I Pushed…

  Flavia Santi - Poem n. 154 - I Pushed…:   POEMS - HOME   I pushed your love… to the edge of a dream. I pushed the night… under ...