Maria
Valtorta - Notebooks - September 13, 1944:
Sacrifice,
while still terrible, becomes bearable when one knows it is useful.
Jesus says: “It is not an
illusion of your eye. Truly, you see shining
on the agonized and bloody face of
your Jesus in Gethsemane, that smile
that blossomed there when the angel of
God brought, into the darkness that enveloped Me, a super substantial light; which allowed Me to see, in future centuries,
the faces of those who would LOVE Me.
The cup of comfort, the metaphorical cup given by the angel to My spirit, poisoned by the expiatory cup, was none other
than the future illumination of all the good that My death would bring…
as opposed to all the evil that My death
would not conquer, and of all the hearts
that would love Me. Then a smile blossomed over the tears, a
certainty descended over the
anguish. Sacrifice, while still
terrible, becomes bearable… when one knows it’s worthwhile. I knew it now. And I smiled at this knowledge. I saw you too, little John…
Now I show you the smile of that
time, to give you comfort”.
My note. Just as a fortnight
ago, when I looked at the Servants of
Mary registration card you gave me, I saw, on the face of Jesus in the Garden...
such a beautiful smile blossom; so beautiful! His face lights up. It
seems to say: "I am happy!"
and smile to a secret interlocutor—perhaps His
own Self—to whom it is sweet,
like a faithful companion... to convey, after the anguish of perceiving
such a useless sacrifice, the peace
of perceiving the usefulness of the sacrifice.
And I, looking at Him, said to myself: "What tricks
sight plays! Look here… if I have to see Jesus
smile in this moment of agony!"
But do you see, what Jesus responds?
I wasn't mistaken, then! Blessed be He
for that smile, because... I just
can't take it anymore... and if I said everything that screams inside me... I
would disobey you and Mother's advice.
So I remain silent. But remaining
silent, doesn't mean stifling those voices. They cannot be strangled… because
every minute, with its physical suffering, its moral emptiness, with the
ever-increasing need to have him by my side as I die… brings them to life. Oh! Lord…!
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Maria Valtorta - Quaderni - 13 settembre
1944:
Il sacrificio, pur restando tremendo,
diviene sopportabile quando si sa che è utile.
Dice Gesù: “Non
è illusione del tuo occhio. Realmente, tu vedi splendere sul volto
agonizzante e sanguinoso del tuo Gesù
del Getsemani, quel sorriso che
vi fiorì quando l’angelo di Dio
portò, nella tenebra che mi avviluppava tutto, una luce soprasostanziale; la quale mi permise vedere, nei secoli futuri, i volti di coloro che mi avrebbero amato.
Il calice di
conforto, il metaforico calice dato dall’angelo
al Mio spirito attossicato del
calice espiatorio, altro non fu che l’illuminazione
futura di tutto il bene che avrebbe
dato la Mia morte… opposto a tutto il male che la Mia morte non avrebbe vinto, e di tutti i cuori che mi
avrebbero amato. Allora sulle lacrime fiorì un sorriso, sulle angosce scese una sicurezza. Il sacrificio, pur restando tremendo,
diviene sopportabile… quando si sa che è utile. Io ora lo sapevo. E sorridevo a questo sapere. Vedevo anche
te, piccolo Giovanni… Ora ti mostro
il sorriso d’allora, per darti conforto”.
Nota mia. Come già quindici giorni or sono, guardando
la pagella di iscrizione fra i Servi di
Maria che lei mi ha data, ho visto, sul volto di Gesù nell’Orto… fiorire un sorriso
così bello, così bello! Il viso se
ne fa luminoso. Par che dica: “Io son felice!” e sorrida ad un suo
segreto interlocutore – forse il Suo
stesso Io – al quale è dolce, come a compagno fedele… dire, dopo l’angoscia della persuasione di tanto
inutile sacrificio, la pace della
persuasione dell’utilità del sacrificio.
Ed io,
guardandolo, mi dicevo: “Che scherzi che fa la vista! Guarda qui, se devo
vedere Gesù sorridere in questo
momento d’agonia!”. Ma vede cosa risponde Gesù?
Non mi sono ingannata, allora! Sia
benedetto per quel sorriso, perché… non ne posso proprio più… e se dicessi
tutto quello che mi urla dentro… disubbidirei a lei e al consiglio della Mamma. Perciò taccio. Ma tacere, non
vuol dire strozzare quelle voci. Non si possono strozzare… perché ogni minuto,
con le sue sofferenze fisiche, con il suo vuoto morale, con la necessità sempre
più forte di avere lei presso il mio morire… le fa rinascere. Oh! Signore…!
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